ROMA, martedì, 16 ottobre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

I Vangeli ci consegnano tante pagine dove è raccontato di Gesù che mangia ospite a casa di amici, come da Pietro, o da Marta e Maria. Tante volte sono persone incontrate lungo il cammino che si trovano travolte dalla novità di Gesù. Altre volte viene invitato da farisei, come nell’episodio di oggi. Gesù accetta sempre ogni invito e anche oggi entra in casa di questo fariseo, che forse è solo curioso di conoscere o di insidiare con la sua malizia, il Maestro. In ogni occasione Gesù è sempre pronto ad offrire la sua parola, il suo insegnamento.

Meditazione

Il fariseo che invita a mensa Gesù appare un po’ ostile. Infatti, egli non invita il Maestro per dargli ristoro, per il calore dell’amicizia, o perché semplicemente è bello stare insieme. E Gesù ne conosce le intenzioni e da acuto provocatore le esplicita. Sembra quasi che appositamente non compia i riti prescritti, di cui tra l’altro ha piena conoscenza, proprio per “smascherare” l’ipocrisia di quest’uomo. L’evangelista, infatti, annota subito la “meraviglia” del fariseo perché Gesù non ha fatto le “abluzioni” prima del pasto, che però non parla, non si lamenta con Gesù. È il Signore, che vede il cuore di ogni uomo, a esplodere quasi con rabbia! C’è un’altra purificazione essenziale, che va oltre la formalità di un gesto: è la purificazione del cuore che non si raggiunge attraverso la finissima obbedienza alle leggi. “Date in elemosina”, ci dice Gesù, cioè abbiate cura dell’altro, del vostro fratello. Se quanto c’è dentro il cuore deve essere dato, come ci dice Gesù, questo vuol dire che deve essere data la vita, di cui il cuore rappresenta il tutto. Questo è ciò che purifica, non l’esteriorità, la cura per le forme, l’attenzione ai riti più che all’uomo. Questo fariseo aveva il cuore chiuso, incatenato dal legalismo; si accorgeva solo della corretta osservanza delle norme, e non dell’uomo che aveva di fronte. Come poteva comprendere gli insegnamenti del Signore se restava sordo, ripiegato sui suoi pregiudizi? Quante volte anche nel nostro cuore abitano diffidenze e pregiudizi nei confronti degli altri e ci chiudiamo in relazioni formali e senza calore! Un cuore libero, un cuore da cui possano sgorgare relazioni sincere, attente: questo cerca Gesù! E il gesto tanto quotidiano e familiare, come la tavola apparecchiata, diventa davvero simbolo di rapporti genuini che sgorgano dal cuore puro.

Preghiera

Mi affascina, Signore, la tua libertà, il tuo slancio, la tua premura verso ogni uomo. Eppure quanti freni, quanti condizionamenti dettati dal mio egoismo, dalla mia pigrizia, dalla mia superbia. Libera il mio cuore da queste catene che non mi fanno vedere il fratello e non mi fanno accorgere di lui.

Agire

Inviterò a casa mia per una cena, o un semplice caffè, oppure al bar, un vecchio amico che da tempo non sento.

Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane della Comunità Santi Quattro Coronati a Romatratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it