ROMA, lunedì, 15 ottobre 2012 (ZENIT.org).
Lettura
Ci sembra che il carattere brusco del brano odierno sia come un’espressione di sconforto, di esasperazione di Gesù nei confronti della gente, che Egli definisce addirittura “malvagia”. Gesù non si è stancato dell’uomo nella sua costante cocciutaggine e incredulità. Se ci lascia queste parole è proprio per ribadirci la sua sete di amicizia con ciascuno di noi. I due personaggi dell’Antico Testamento che egli cita (Giona e la regina del Sud), sono segni; ma ormai Gesù è la realtà stessa, e il segno non ha nessun valore. Ci chiede di cercare solo Lui!
Meditazione
Il Vangelo inizia con un versetto che farebbe supporre ad un immediato miracolo di Gesù, trovandosi davanti tanta folla. Siamo allora sconcertati perché, senza che questa gente dica nulla, Gesù fa una sorta di rimprovero! È gente malvagia perché non ha fatto altro che cercare un segno: non cerca Dio, non sta “accalcata” attorno a Gesù per la gioia di ascoltarlo; no, cerca le cose di Dio, e non Dio solo! Spesso anche noi ci aspettiamo da Lui la soluzione dei nostri problemi, una guarigione, la riuscita di un esame. Gesù non è entrato nella storia per salvarci dalle fatiche. Fa ben altro! Ma né la sua generazione, né noi ce ne accorgiamo: Gesù ci indica la via per stare dentro ai problemi, dentro la vita stessa. Ci chiede di entrare nella storia, nelle fatiche, nelle croci, che noi vorremmo invece cancellare. Lui stesso ha assunto tutta la nostra umanità: questo è il segno credibile, la sua debolezza, la sua stessa morte di croce. Che fatica accostarci al Dio “debole”, all’uomo Gesù fragile! Oggi è esplicita la Sua provocazione a invertire la nostra rotta, a convertirci dalla nostra mentalità comoda alla Sua! Lui è molto più di Giona, che ha dovuto sconvolgere i suoi gretti progetti e accogliere il progetto di Dio su di lui. Come la regina del Sud: si impegna in un viaggio per raggiungere Salomone e attingerne la sapienza. Facciamoci scomodare anche noi! Impegniamoci a fare guerra con le nostre pigrizie e le nostre fughe dalla realtà. Allora potremmo attraversare le fatiche della vita, insieme a Lui, che è credibile proprio nella gloria della croce!
Preghiera
«Io cerco il tuo volto. Perché non agli uomini mi sono mostrato, ma nel segreto, dove Tu ascolti, ti ha detto il mio cuore che non ho cercato da Te altro premio che sia all’infuori di Te, ma il Tuo volto. Con perseveranza insisterò in questa ricerca; non ricercherò qualcosa di poco conto, ma il Tuo volto, o Signore, per amarti gratuitamente, dato che non trovo niente di più prezioso»(Sant’Agostino, Esposizione sul Salmo, 26,I,8).
Agire
Mi farò presente, rendendomi disponibile nel servizio per il tempo che ritengo opportuno, in una realtà che sempre tralascio, per paura e insofferenza (la mensa dei poveri, un conoscente malato, il vicino di casa noioso, un’attività parrocchiale con i disabili).
Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane della Comunità Santi Quattro Coronati a Roma, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it