"Il movente originario dell'evangelizzazione è l'amore di Cristo per la salvezza eterna degli uomini"

Il presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace interviene al Sinodo dei Vescovi

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del card. Peter Kodwo Appiah Turkson

CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 14 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo di seguito l’intervento del cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, alla nona Congregazione Generale del Sinodo dei Vescovi (13 ottobre).

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Frutto del Concilio Vaticano II, il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, in questo tempo così significativo per tutta la Chiesa e per la sua particolare missione “di fomentare dovunque la giustizia e l’amore di Cristo verso i poveri […] (allo) scopo di stimolare la comunità cattolica a promuovere lo sviluppo delle regioni bisognose e la giustizia sociale tra le nazioni”, si inserisce con entusiasmo in quel “processo di rilancio della missione fondamentale della Chiesa” che è la nuova evangelizzazione.

Infatti, come sottolinea l’Instrumentum Laboris di questa XIII Assemblea ordinaria, al n. 130, riprendendo gli insegnamenti dei Sommi Pontefici Paolo VI e Benedetto XVI, “l’evangelizzazione non sarebbe completa se non tenesse conto del reciproco appello, che si fanno continuamente il Vangelo e la vita concreta, personale e sociale, dell’uomo. […] La testimonianza della carità di Cristo attraverso opere di giustizia, pace e sviluppo fa parte della evangelizzazione, perché a Gesù Cristo, che ci ama, sta a cuore tutto l’uomo. Su questi importanti insegnamenti si fonda l’aspetto missionario della dottrina sociale della Chiesa come elemento essenziale di evangelizzazione. La dottrina sociale della Chiesa è annuncio e testimonianza di fede. È strumento e luogo imprescindibile di educazione ad essa”. Del resto, è dalla profonda esperienza pastorale del Beato Giovanni Paolo II quale Vescovo di Cracovia, oltre che dal suo ministero petrino, che è scaturita la più efficace definizione della dottrina sociale della Chiesa: uno “strumento di evangelizzazione”.

Il movente originario dell’evangelizzazione è 1’amore di Cristo per la salvezza eterna degli uomini; e l’annuncio di Gesù Cristo è il primo e principale fattore dello sviluppo. Se quella del rinnovamento è un’esigenza costante dell’evangelizzazione – e a maggior ragione lo è della evangelizzazione del sociale in quanto le sue strategie devono accompagnare le trasformazioni della società – è indubbio che essa si faccia particolarmente sentire in quest’ora in cui ci si trova ad un tornante della storia nel quale la questione sociale è diventata radicalmente questione antropologica. Questione antropologica che comporta, forzatamente, la questione di Dio. Se non si rifiuta esplicitamente Dio, si tende a ritenere irrilevante l’apertura dell’uomo al Trascendente.

Ora, in considerazione di questo momento storico, urge una nuova evangelizzazione anche del sociale, non solo perché della nuova evangelizzazione essa è un contenuto ineludibile, ma anche perché ne è, appunto, strumento efficace.

Molte persone, infatti, sono oggi sempre più sensibili alle questioni dei diritti umani, della giustizia, dell’ecologia, della lotta alla povertà, ai temi che toccano la vita concreta delle persone e quella in comune delle nazioni. Questa è una realtà che può essere colta come un’autentica opportunità per la nuova evangelizzazione; e proprio per questa ragione, la porta d’accesso all’evangelizzazione può efficacemente essere quella del “sociale”.

Si tratta, quindi, di studiare nuove strategie. Ecco, alcune proposte:

– Perseverare sul piano della formazione con particolare attenzione allo studio della dottrina sociale della Chiesa nei Seminari, nelle diverse case di formazione e nelle parrocchie.

– Non trascurare le opportunità offerte dal dialogo ecumenico e interreligioso. Sul piano dell’ attitudine apologetica cui fa riferimento il n. 138 dell’Instrumentum Laboris, sarebbe opportuno far conoscere maggiormente la grande tradizione della “santità sociale”. Ad esempio: I sacerdoti Arcangelo Tardini e José Maria Arizmendarrieta (pastorale sociale), Il Beato Giuseppe Toniolo (nel campo del lavoro), Robert Schuman, Alcide De Gasperi e Julius Nyerere (nel campo politico).

Sempre su questo fronte, per così dire, apologetico, si ispira di quanto affermava il Beato Giovanni XXIII nell’enciclica Mater et Magistra – cioè che “una dottrina sociale non va solo enunciata, ma anche tradotta in termini concreti nella realtà”.

Infine, per sottolineare ancora una volta l’importanza della nuova evangelizzazione del sociale, perché non ipotizzare che nella pagina web del Vaticano, alla voce “Testi fondamentali”, oltre al Catechismo della Chiesa Cattolica appaia anche il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa? Oppure, perché non pensare a consacrare un’Assemblea sinodale al tema, proprio, della (Nuova) evangelizzazione del sociale?

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ZENIT Staff

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