di Anita Bourdin
ROMA, martedì, 9 ottobre 2012 (ZENIT.org).- La comunità scientifica internazionale intera celebra il premio Nobel assegnato ai ricercatori che hanno scoperto la riprogrammazione di cellule adulte nelle cellule staminali, senza distruggere embrioni umani. Allo stesso tempo, il Senato francese si appresta, lunedì 15 ottobre, ad incidere sulla pietra un testo anacronistico ed inutile che dà la priorità alle cellule staminali ottenute dopo la distruzione di embrioni umani.
Il contrasto è evidente.
Il magnifico progresso scientifico delle cellule riprogrammate (o IPS), pubblicato nel 2006 e nel 2007, è generato dai lavori svolti dal professor Yamanaka nel 2004-2005. In Francia, le istituzioni e i ricercatori proclamavano che le cellule embrionali costituivano la base della medicina rigenerativa di domani. Screditavano subito i Paesi ancora riluttanti a questo tipo di ricerca, affermando che era per motivi religiosi, e li classificavano “fuori”.
Nel 2005, M. Peschanski e i suoi amici stavano ancora preparando per incoronare “Uomo dell’anno” alle Folies Bergères il coreano Huang, che pretendeva di aver riuscito la trasgressione della clonazione umana, offrendo ai tecnici e all’industria farmaceutica con un giacimento di cellule staminali embrionali. Allo stesso tempo, il prof. Yamanaka, cercava, lui, di evitare la inutile trasgressione della distruzione di embrioni con un colpo da genio che lo ha portato alla scoperta di ringiovanimento cellulare. Il falso studioso Huang è stato condannato per frode, il vero scienziato Yamanaka è diventato Premio Nobel.
La Fondazione Jérôme Lejeune si è rallegrata del Premio Nobel al prof. Yamanaka. E’ orgogliosa di aver contribuito modestamente a far conoscere il prof. Yamanaka in Francia, dal 2006, portando alcuni giornalisti francesi a Roma, dove il ricercatore giapponese era stato invitato per presentare in anteprima il suo lavoro. Lamenta però che l’Agenzia di biomedicina ci ha messo vari anni prima di fare riferimento a questa importante scoperta, la quale costituiva comunque un’alternativa alle ricerche sugli embrioni, che continua ad autorizzare con deroghe in condizioni discutibili.
Lunedì 15 di ottobre, i senatori francesi voteranno se annullare il principio protettore che vieta la ricerca sugli embrioni e le cellule staminali embrionali. Favorirebbero in questo modo una falsa pista perla ricerca. Peggio ancora, questo orientamento aumenterebbe il ritardo della ricerca francese sulle cellule staminali non embrionali.
Poiché non è mai troppo tardi per farlo, la Fondazione Jérôme Lejeuneha lanciato un appello ai responsabili politici affinché mandino un messaggio chiaro e credibile alla comunità scientifica internazionale: la Francia impegna pienamente le sue capacità di ricerca a favore delle cellule staminali non embrionali (IPS ed altre).
In Italia, Lucio Romano, presidente nazionale dell’Associazione Scienza & Vita ha commentato: “Accogliamo con viva soddisfazione la notizia dell’assegnazione del Premio Nobel per la medicina agli scienziati Shinya Yamanaka e John Gurdon per le loro ricerche sulle cellule staminali adulte”.
“Questi studi – ha spiegato- hanno evidenziato come ricerca ed etica si possano coniugare virtuosamente, giungendo a risultati autentici e scientificamente fondati e aprendo la strada a nuovi metodi di cura delle malattie”.
“Scienza & Vita – ha sottolineato Romano – sostiene da sempre la ricerca sulle cellule staminali adulte: una ricerca rispettosa della dignità dell’uomo, i cui vantaggi clinici sono documentati e dimostrati”.
“L’assegnazione del Nobel – ha concluso il presidente di Scienza & Vita – dimostra come si possa fare ricerca senza declassare gli embrioni a materiale da laboratorio, senza scadere in una logica utilitaristica e riduzionistica per cui l’essere umano, nelle sue prime fasi di vita, non sarebbe altro che un prodotto da cui trarre il massimo rendimento. La riprogrammazione delle cellule staminali adulte – conclude Lucio Romano – concilia le esigenze e i progressi della ricerca scientifica con l’assoluta e incondizionata dignità di ogni essere umano”.