Una Nuova Evangelizzazione per "ricatturare" l'identità perduta dei cristiani

Il cardinale Wuerl e monsignor Celli presentano i primi risultati della Congregazione del Sinodo di questa mattina

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di Salvatore Cernuzio

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 8 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Condividere, riproporre, dialogare. Sono queste le direttive poste in luce dalla prima Congregazione del Sinodo dei Vescovi, sintetizzate, questa mattina, dal cardinale Donald William Wuerl, nella conferenza di presentazione della “Relazione prima della discussione” in Sala Stampa vaticana.

Un Sinodo, questo, incentrato sulla sfide della Nuova Evangelizzazione, la quale – ha spiegato l’arcivescovo di Washington – non mira a portare solo l’annuncio del Vangelo ai lontani, ma soprattutto a “ricatturare l’identità dei cristiani”, in modo da porre basi più solide per un dialogo con il mondo odierno.

Forse questa “perdita d’identità” è dovuta alla continua ricerca di un contatto con il mondo, che ha portato gli stessi cattolici a secolarizzarsi e tralasciare le basi del Catechismo della Chiesa cattolica e quindi della stessa fede. A questa riflessione proposta dai giornalisti, il cardinale ha risposto che “tanti sforzi sono stati dedicati per affrontare le implicazioni che provengono da questa perdita d’identità”, attualmente “il più grande dibattito che interessa la Chiesa di oggi”.

Proprio su questo tema, infatti, si è concentrata l’attenzione di tutti i circa 260 presuli presenti oggi all’Assemblea, dove ognuno ha messo in comune la propria esperienza pastorale.  L’idea di “accettare un ordine naturale e lavorare per il bene comune si è indebolita” ha proseguito il porporato. La Nuova Evangelizzazione ci chiama, pertanto, a “diffondere la verità del Vangelo e delle conseguenze che questo significa per il mondo”.

Emerge, dunque, dalla riunione sinodale una prima sfida a cui far fronte : “riaffermare la propria conoscenza di cristiani”, ritornando ad una modalità di evangelizzazione uguale a quella dei discepoli “che portavano il Vangelo ad un mondo che non conosceva Dio o che pensava di conoscerlo”.

Oltre alla generazione di “non catechizzati”, il cardinale ha parlato, infatti, di un’intera generazione di “sotto-catechizzati”, persone cioè che “credono di conoscere il messaggio cristiano e di poter incontrare Cristo senza la mediazione della Chiesa”. L’evangelizzazione interviene, quindi, per raggiungere questa gente, dicendo ad ognuno “ecco chi sei”, e riattivando così “una rinnovata fiducia nelle verità di Fede”.

Solo riaffermando la propria identità, è possibile realizzare un dialogo ecumenico, ha affermato poi il cardinale: “Non si può dialogare, se non si sa cosa dire”.

Rispondendo ancora alla stampa, ha affermato che “in questo tsunami di laicizzazione e secolarizzazione”, la Chiesa si trova oggi a combattere il dualismo di “un mondo che fa riferimento a Cristo e un mondo che non vede un orizzonte spirituale, una trascendenza”.

Un’altra sfida è, dunque, porre le basi per rafforzare un dialogo tra le religioni e con il mondo. Esso, ha precisato Wuerl, si può realizzare secondo quattro principi: innanzitutto, il principio antropologico, “la comprensione che siamo tutti creature a immagine e somiglianza di Dio”; un “punto di partenza da cui scaturisce un ordine naturale morale che accomuna tutti gli uomini”.

In secondo luogo: il “fondamento cristologico”. Il “cuore” della nostra fede, ha spiegato il porporato, è “l’annuncio della risurrezione di Cristo, l’obiettivo finale di questo pellegrinaggio sulla terra”. Da qui il terzo principio: il “fondamento ecclesiologico”, secondo cui “l’incontro con il Figlio di Dio avviene attraverso la Chiesa, eredità che Cristo ha lasciato su questa terra”.

In ultimo, l’elemento più importante: “In un mondo che vive sul principio dell’hic et nunc, del materialismo sfrenato – ha affermato Wuerl – bisogna riportare l’idea che il regno di Dio è già presente. Esso raggiungerà la sua pienezza nella Gloria, ma già ora possiamo viverlo secondo quello che Cristo ha portato nel mondo: la pace, la giustizia, l’amore all’altro”.

Riappropriarci della verità e della fiducia nel Vangelo è un “lavoro” che deve avvenire sia a livello individuale che a livello istituzionale ha aggiunto l’arcivescovo. “Sarebbe bello – ha dichiarato – se le scuole, le università, le associazioni per il sociale e le altre istituzioni, si sentissero a proprio agio nell’esprimere la propria fede”.

Rispondendo ancora alle domande dei giornalisti, il cardinale Wuerl ha infine concentrato la sua attenzione sui nuovi movimenti, “veri protagonisti della Nuova Evangelizzazione e di questo Sinodo”. In particolare, ne ha citati tre: Comunione e Liberazione, Opus dei e Cammino Neocatecumenale, che, insieme alle altre realtà ecclesiali, rappresentano “un segno dell’opera dello Spirito Santo”, grazie ai quali “la Chiesa trova nuova energia”.

Attualmente “esistono alcune tensioni perché ognuno cerca la sua strada e perché quando c’è qualcosa di nuovo si vuole reagire subito”, ha proseguito. I numeri sempre in crescita dimostrano però “il potere dello Spirito Santo che attraverso di loro riavvicina le persone alla Chiesa”. Il fatto di “essere collegati alla Chiesa” rende inoltre “autentico” il loro messaggio.

Ha concluso la conferenza la riflessione di mons. Claudio Maria Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali, che ha sottolineato l’importanza, ma anche la difficoltà, di “annunciare il Vangelo in un contesto caratterizzato dalle nuove tecnologie”.

“L’inquietudine” di mons. Celli è infatti relativa a “come trovare il giusto linguaggio”, che sia “percepibile, ricco di audacia e saggezza e che tenga conto delle opportunità che i nuovi media possono offrire”.

Il problema, però, non è tecnologico – ha spiegato il presule – ma di metodo. “La Chiesa è Mater et Magistra – ha concluso – Spesso ci si è concentrati solo sull’aspetto di Maestra, ma l’obiettivo è ora farla tornare ad essere Madre”, capace di dialogare “con gli uomini e le donne di oggi, entrando in sintonia con loro, condividendone gioie, speranze, difficoltà e tensioni”.

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ZENIT Staff

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