CITTA' DEL VATICANO, lunedì, 8 ottobre 2012 (ZENIT.org) - Riprendiamo di seguito la sintesi della meditazione tenuta oggi alla XIII Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi da Benedetto XVI durante l’Ora terza.

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Le colonne della Nuova Evangelizzazione sono la Confessio e la Caritas, partendo dall'Evangelium, in un percorso che porti a far emergere il fuoco buono dell' annuncio da offrire agli altri. Lo ha spiegato il Papa nella riflessione durante l'Ora Terza di questa mattina, argomentando che solo Dio è la fonte di questo cammino, che poi implica un coinvolgimento umano. Partendo dall'Evangelium, appunto, e ritornando alla preghiera, sulla quale è fondata la cooperazione con Dio. 

Perche Dio si mostra nella figura di Gesù, che è il Verbo, con un contenuto che chiede solo di penetrare dentro di noi. Alla confessione cristiana, ha detto il Santo Padre, appartiene anche la disponibilità a soffrire: la Confessio porta in sé il concetto del martirologio, nel senso che esprime la volontà della testimonianza sino al sacrificio della vita. Ed è questo che garantisce la nostra credibilità. La Confessio deve stare nel cuore e nella bocca. Essa deve necessariamente divenire pubblica, perchè la fede che si porta dentro deve essere comunicata agli altri, confessata, con il coraggio che deriva dall'intelligenza. 

Perchè Dio, ha affermato il Papa, non è solo un'essenza spirituale. Entra nella vita e nei sensi dell'uomo. Così nella Confessio è necessaria la forza dei nostri sensi, che si fanno compenetrare nella sinfonia di Dio.

Tutto questo presuppone la Caritas, che è l'amore che si fa ardore. É la fiamma, secondo il Papa, che accende gli altri e che diventa fuoco della carità.

Perchè il Cristiano non deve essere tiepido: è il più grande pericolo. Riprendendo la Scrittura e i Padri della Chiesa, il Papa ha spiegato che il Fuoco, lo Spirito, è luce, colore, forza. Quello di Dio è potenza di trasformazione. Così il vigore crea il moto della Carità, che diventa fondamentale per l'Evangelizzazione.

D'altronde già nella parola Evangelium c'e il senso dell'annuncio di una vittoria, di bene e di gioia, che nel contesto dell'Evangelizzazione devono diventare giustizia, pace e salvezza. Mutuando il significato della parola dalla cultura romana antica, il Santo Padre ha spiegato come l'Evangelium sia in se messaggio di potenza, di rinnovamento e di salute. Parola valida ancora oggi, quando molti uomini si chiedono se dietro alle nuvole della storia ci sia un Dio, se si tratti di ipotesi o realtà.

Per il Cristiano, ha affermato il Papa, Dio c'è e semplicemente questa esistenza è fonte di salvezza; ma c'è di più, perchè Dio ci ama, ha parlato e ha mostrato se stesso.

Questa, per il Santo Padre, è ancora la base dell'annuncio, è ancora il messaggio che la Chiesa deve offrire. Non dimenticando mai la preghiera, perchè se Dio non agisce, ha aggiunto il Papa, le cose degli uomini sono insufficienti. Solo Dio, insomma, può cominciare un percorso di rinnovamento; agli uomini spetta il compito di cooperare con disponibilità, mettendosi in gioco con tutto il loro essere, rendendo così visibile la presenza di Dio.

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