"I Media siamo noi"

Il Censis e l’UCSI hanno presentato il Decimo rapporto sulla Comunicazione

Share this Entry

di Antonio D’Angiò

ROMA, lunedì, 8 ottobre 2012 (ZENIT.org). – Mercoledì 3 ottobre a Roma è stato presentato il Decimo Rapporto sulla Comunicazione realizzato dal Censis e dall’UCSI (Unione Cattolica della Stampa Italiana) in collaborazione con Telecom Italia, Tre, Mediaset, Rai e Mondadori.

In questa sede, esponendo solo una parte dei dati, li integriamo con alcune delle riflessioni che ci sembrano le più significative, in particolare quelle attinenti ai legami tra il soggetto, la propria interiorità ed il mondo delle comunicazioni, seguendo la consueta coinvolgente prosa del Censis (1).

I media siamo noi: l’inizio dell’era biomediatica

Iscritti a FacebooK: 66% delle persone che hanno accesso a internet (pari al 41% dell’intera popolazione e al 79,7% dei giovani).

Utenti YouTube: 61,7% delle persone che hanno accesso a internet (pari al 38,3% della popolazione complessiva).

“L’io è al tempo stesso soggetto e oggetto della comunicazione mediale anche perché l’autoproduzione di contenuti nell’ambiente web privilegia in massima parte l’esibizione del sé: l’utente è il contenuto. Con la definitiva promiscuità tra il mezzo e il suo utente, la fenomenologia dello sharing tramite Facebook, gli utenti della rete creano di continuo contenuti aggiornando il proprio status, postando commenti, pubblicando fotografie e video, immettendo in rete una quantità di dati personali impressionante, che rivelano in modo estemporaneo pensieri, emozioni, abitudini, opinioni politiche, orientamenti religiosi, gusti sessuali, condizioni di salute, situazioni sentimentali, amicizie, località visitate, preferenze di consumo, percorsi formativi, vicende lavorative e professionali, vizi e virtù personali, nonché informazioni che riguardano anche gli altri, familiari e conoscenti”.

Le diete mediatiche degli italiani: meno teledipendenti, più digitali ma senza stampa

Utenza della Televisione in generale: 98,3% nel 2012 (+0,9 rispetto al 2011)

Utenza della Radio in generale: 83,9% nel 2012 (+3,7% al 2011)

Quotidiani in generale: 62,9% nel 2012 (-3,7% nel 2011)

Cellulari in generale: 81,8% nel 2012 (+2,3% rispetto al 2011)

Internet: 62,1% nel 2012 (+9% rispetto al 2011)

Ebook: 2,7% nel 2012 (+1%nel 2011)

Libri: 49,7% nel 2012 (-6,5% dato 2011)

“Il dato sui soggetti più istruiti estranei ai mezzi a stampa (31,9%) risulta ancora più preoccupante. Che persone con al massimo il titolo di studio della scuola dell’obbligo abbiano poca confidenza con i testi a stampa (57%) è abbastanza prevedibile. Che quasi un terzo dei diplomati e dei laureati non legga libri e giornali stupisce di più”.

Il Conformismo dell’informazione “fai da te”

Utenza complessiva dei Quotidiani online: 20,3% nel 2012 (+2,1% rispetto al 2011)

Utenza complessiva dei Siti Web di informazione: 33% nel 2012 (-3,6% rispetto al 2011)

“Si può arrivare a creare su ogni desktop o tablet un giornale composto solo dalle notizie che l’utente vuole conoscere. Precisamente il contrario del ruolo che storicamente ha svolto la stampa, quello cioè di formare un’opinione pubblica che esprime pareri diversi ragionando sulle stesse cose. È questo il rischio di solipsismo di Internet: milioni di persone sull’intero pianeta continuamente connesse tra loro e rivolte contemporaneamente verso se stesse, in definitiva secondo un meccanismo di introflessione; la rete come strumento nel quale si cercano le conferme delle opinioni, dei gusti, delle preferenze che già si possiedono; il conformismo come risultato della autoreferenzialità dell’accesso alle fonti di informazione”.

La nuova pubblicità

In Internet le persone possono costruirsi una sorta di pubblicità “fai da te”, on demand, interattiva: cliccando sui banner quando hanno tempo e voglia, approfondendo le informazioni sui siti delle aziende commerciali, cercando autonomamente pareri e feedback su un prodotto o un servizio nei forum di discussione e nei social network prima di procedere all’acquisto”.

Raccolta pubblicitaria su Web: 7,4% del mercato totale per un valore di 636 milioni di euro.

Variazione percentuale della raccolta pubblicitaria su Web rispetto al 2011: +12,3%.

Prima di decidere di acquistare un nuovo prodotto servizio:

– cerco i pareri di altre persone su community e forum (19%)

– cercare recensioni video su youtube (11,2%)

– cercarlo a prezzo scontato sui portali di acquisto collettivo (10,9%)

La privacy è ancora un valore?

Secondo lei esiste il rischio che la sua privacy possa essere violata su Internet? Si, perché le applicazioni che utilizzo possono carpire e utilizzare informazioni su di me (21,4% degli intervistati).

Opinione sulla protezione della privacy in internet: E’ impossibile garantirla, perché in rete non si distingue più tra pubblico e privato (29,3% degli intervistati).

Opinione sul diritto all’oblio in internet: Non si può cancellare la storia, è giusto conoscere anche le informazioni personali sgradite di ognuno e conservarle per sempre nella memoria collettiva di Internet (25,7%).

“Le attività svolte sul web lasciano un’impronta elettronica degli utenti che permane nei luoghi remoti della memoria delle macchine. L’indelebile memoria storica della rete rappresenta una minaccia anche al diritto all’oblio di cui dovrebbe poter godere ciascun cittadino, quando a rimanere nelle maglie della rete sono informazioni imbarazzanti e sgradite relative a un passato che non è più asservito al diritto di cronaca”.

*

NOTE

(1) Sul sito del Censis www.censis.it e disponibile il comunicato stampa, la sintesi dei dati con la presentazione effettuata dal presidente del Censis Giuseppe Roma nonché la possibilità di acquistare il libro contenente il rapporto completo.

Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione