di Salvatore Cernuzio
ROMA, venerdì, 5 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Sono circa 400 i partecipanti al Sinodo dei Vescovi sulla Nuova Evangelizzazione, che prenderà il via domenica 7 ottobre. Tra vescovi, cardinali, laici, patriarchi, spicca anche la presenza di tre Invitati speciali, convocati da Benedetto XVI, in rappresentanza delle Chiese e comunità ecclesiali “non ancora in piena comunione con la Chiesa cattolica”.
In questo contesto, emerge, in modo particolare, la nomina del biologo svizzero, Werner Arber, premio Nobel nel 1978, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, il quale, nel pomeriggio di venerdì 12 ottobre, presenterà una sua riflessione sul rapporto tra scienza e fede.
Protestante, scienziato, vincitore del prestigioso premio svedese: sicuramente il biologo svizzero rappresenta una grande novità per l’Assise sinodale dal punto di vista ecumenico.
Risulta molto interessante, inoltre, la decisione di affidare a lui l’intervento su un dibattito antico, ma sempre nuovo, come quello della relazione tra ragione e religione, “due ali separate, ma che insieme portano a Dio” come le definì Giovanni Paolo II.
Tuttavia il dott. Arber è abituato a vivere situazioni apparentemente antitetiche. Nel gennaio 2011, Benedetto XVI lo nominò, infatti, presidente della Pontificia Accademia delle Scienze, succedendo al fisico italiano Nicola Cabibo, e diventando il primo presidente non cattolico nei 400 anni dalla fondazione dell’Accademia.
Nato il 3 giugno 1929, Arber è stato docente di genetica molecolare dal 1959 al 1970 all’Università di Ginevra, per poi trasferirsi, l’anno successivo, a Basilea per insegnare microbiologia nell’Università omonima.
Dal maggio 1981, è membro dell’Accademia fondata da Papa Clemente VIII e partecipa anche alle attività del Consiglio dal 1995. La scelta dei membri attivi dell’Accademia poggia, infatti, unicamente su meriti scientifici ed etici, indipendentemente dalla nazione o dall’appartenenza religiosa. Oltre a ricoprire diverse cariche in Organismi scientifici a livello internazionale, è stato inoltre Presidente dell’ICSU (International Council for Science).
Vinse nel ‘78 il premio Nobel per la Medicina a seguito del suo importante contributo nelle ricerche sul meccanismo di difesa della cellula batterica nei confronti dei virus, ricevendo il riconoscimento insieme a Daniel Nathans e Hamilton O. Smith. Attualmente ricopre il ruolo di professore emerito di microbiologia al Biozentrum dell’Università di Basilea.