COMO, martedì, 2 ottobre 2012 (ZENIT.org) – Ieri, alle ore 17, presso la Casa“Divina Provvidenza” a Como, è stato presentato il progetto Don Luigi Guanella e Como. Una storia per immagini, promosso e realizzato dalla Provincia “Sacro Cuore” dei Servi della Carità attraverso l’Archivio Fotografico Guanelliano, con interventi di don Remigio Oprandi (Superiore Provinciale), di don Calimero Vismara (Responsabile dell’Archivio Fotografico Guanelliano), di padre Giovanni Bonacina (Preside del Liceo Classico del Collegio Gallio di Como) e dei curatori del progetto.
Co-finanziato dalla Fondazione della Comunità Comasca, dal Comune di Campione d’Italia e da privati, il progetto ha permesso la creazione di un sito internet (www.gpharchive.org) per rendere consultabile online al pubblico una parte del vastissimo archivio fotografico guanelliano conservato a Como, che raccoglie più di 153 mila tra fotografie, negativi su vetro e pellicola, cartoline, diapositive, immagini digitali, filmati, raccolti tra il 1866 e oggi, con alcune vere e proprie rarità sia per quanto riguarda i supporti, sia per i soggetti.
Spiega il responsabile dell’Archivio Fotografico Guanelliano: «Lo scopo di questo progetto è stato quello di valorizzare un patrimonio culturale prezioso, ma fino a ieri conosciuto da pochi, perché diventasse disponibile non solo alle persone del nostro territorio, ma anche a coloro che nel mondo sono interessati a questa “storia”, fatta di vicinanza e amore verso i poveri, nella convinzione che conoscere il proprio passato permette di cogliere meglio il presente, per progettare più consapevolmente il futuro. Offrire ai giovani, assidui “navigatori” di internet, uno strumento visivo che associ Como e don Guanella, significa dare strumenti moderni per perpetuare la cultura, che non è una scatola vuota da riempire, ma è la naturale prosecuzione dell’esperienza dei singoli e della società stessa. Come pensava don Guanella, l’aspetto culturale non deve essere slegato da un aspetto educativo».
Dall’archivio esce uno spaccato della società nel periodo a cavallo fra l’Ottocento ed il Novecento a Como e dintorni. Ed è infatti proprio a Como, con le sue luci e le sue ombre, ma con tutte le sue potenzialità («nei centri urbani c’è il mondo maggiore del bene e del male: la malizia e la pietà più raffinate»), che si è realizzato il grande desiderio di questo uomo, profondamente legato al suo territorio e preoccupato per esso, di quest’uomo al tempo stesso sognatore e concreto, pieno di speranza per una società ed un mondo migliore a partire dalla “sua” città. Ma non solo: esce anche la validità e la forza del carisma guanelliano, che ha fatto il giro del mondo grazie alla famiglia guanelliana (Servi della Carità, Figlie di S. Maria della Provvidenza, Cooperatori laici).
Ma veniamo al sito. In pochi click il visitatore è introdotto in un archivio contenente più di 11.000 supporti iconografici, divisi in quattro sezioni. Nella prima, dedicata proprio a don Luigi Guanella, lo sguardo indugia su immagini che ritraggono momenti significativi della vita del Santo, con particolare riferimento alle province di Como e Sondrio. Le testimonianze più antiche risalgono alla prima Messa, celebrata nel 1866, le più recenti al 1915, anno della sua morte. Completano la sezione opere artistiche raffiguranti don Guanella e anche i suoi genitori. La seconda sezione ospita personaggi che lo hanno conosciuto o che comunque ne hanno ammirato la figura – a partire da Papa Pio X, passando per il Beato Giovanni Battista Scalabrini, compagno di studi e poi vescovo di Piacenza, il cardinale Andrea Carlo Ferrari, vescovo di Como prima e poi arcivescovo di Milano, che ha sempre avuto una speciale predilezione per le Opere guanelliane. La terza sezione riguarda i luoghi guanelliani, che in diversi modi recano traccia della presenza di don Guanella, dalla seconda metà dell’Ottocento al 1915.
Infine, le Opere, ovvero le Case guanelliane, alcune delle quali risalgono direttamente al Fondatore, comela Casa “Divina Provvidenza”, la prima fondazione. Una parte della documentazione iconografica è invece successiva alla morte del Santo, come le Case in Ghana, Nigeria e Repubblica Democratica del Congo.
Come destreggiarsi nella ricerca delle fonti iconografiche che si trovano all’interno dell’archivio? Con un altro click, si accede ad una semplice maschera. Se l’utente ha già un’idea precisa riguardo a ciò che lo interessa, può servirsi dell’interrogazione attraverso le “parole chiave”, oppure può compilare alcuni campi predefiniti, come ad esempio la località a cui fa riferimento l’immagine, l’anno o periodo, il tipo di supporto.