Una verità così grande da sembrare impossibile (Prima parte)

Un celebre teologo spiega chi sono gli Angeli Custodi e come possiamo parlare con loro

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di Renzo Allegri

ROMA, lunedì, 1 ottobre 2012 (ZENIT.org) – La festa degli Angeli Custodi che si celebra il 2 ottobre, ricorda una delle verità cristiane più belle e sconcertanti. Sapere che Dio ha affidato a ciascun essere umano un Angelo con il compito “personalizzato” di custodirlo, di proteggerlo, di guidarlo, essere cioè il suo migliore amico, il suo difensore, riempie il cuore di stupore e di gioia.

E’ una verità tanto affascinante da insinuare anche nella mente di un credente il dubbio che si tratti di una fantasia o una pia illusione. Nella mia lunga professione di giornalista, quando avvicinavo celebri teologi, non resistevo dal chiedere loro informazioni dettagliate su questo argomento. Poi scrivevo ampi articoli e poiché ero inviato speciale di un settimanale tra i più letti in Italia, ogni volta arrivava in redazione una grande quantità di lettere, a dimostrazione che l’argomento affascinava. Molti ringraziavano ma molti criticavano pesantemente proprio perché ritenevano che una cosa del genere fosse solo fantasia.

Negli anni ‘60 e ‘70 del secolo scorso, molti teologi cattolici avevano smarrito la ragioni profonde delle verità sugli Angeli. Consideravano la tradizionale dottrina sull’argomento “anticaglia”, “vecchiume” “roba da medioevo”, eccetto monsignor Giuseppe Del Ton, uno dei maggiori latinisti viventi, per lunghi anni segretario delle Lettere Latine di Giovanni XXIII e Paolo VI. Fedele all’insegnamento della Sacra Scrittura, dei Santi Padri e della tradizione cristiana, mons. Del Ton stava scrivendo un libro dal titolo “Verità sugli Angeli e Arcangeli”, dove sintetizzò con passione e chiarezza, anni di ricerche e di riflessioni. Incontrai più volte monsignor Del Ton in Vaticano, nel suo appartamento che affacciava direttamente sulla cupola di San Pietro.

Recentemente ho potuto parlare degli Angeli con un teologo appartenente all’ultima e giovane generazione dei grandi teologi, un ricercatore moderno aperto e vicino alla sensibilità e ai problemi del nostro tempo. Si chiama padre Zdzisław Kijas, francescano conventuale polacco, preside della “Pontificia Facoltà San Bonaventura-Seraphicum”, che ha concesso a ZENIT una lunga intervista sugli Angeli Custodi.

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Padre Kijas, l’esistenza degli Angeli è una pia tradizione o una verità di fede?

Padre Kijas: Come dice il “Catechismo della Chiesa Cattolica”, l’esistenza degli Angeli è una verità di fede. Non è un dogma proclamato dalla Chiesa, ma una verità che risale alla Rivelazione biblica. Il paragrafo 328 è esplicito: “L’esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente Angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l’unanimità della Tradizione”.

La professione di fede del Concilio Lateranense IV afferma, inoltre, che Dio “fin dal principio del tempo, creò dal nulla l’uno e l’altro ordine di creature, quello spirituale e quello materiale, cioè gli Angeli e il mondo terrestre; e poi l’uomo, quasi partecipe dell’uno e dell’altro, composto di anima e di corpo”.

Nel “Compendio” voluto da Benedetto XVI del “Catechismo della Chiesa Cattolica”, si legge: “Gli Angeli sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili e immortali, esseri personali dotati di intelligenza e di volontà. Essi, con­templando incessantemente Dio a faccia a faccia, Lo glorificano, Lo ser­vono e sono i suoi messaggeri nel compimento della missione di salvezza per tutti gli uomini”.

Padre Kijas: E’ una definizione meravigliosa e perfetta, che sintetizza tutte le caratteristiche di questi individui. Sono “creature puramente spirituali”, quindi più perfette degli esseri umani, ma meno complete. L’uomo, infatti, compendia in se stesso nella dimensione spirituale e materiale, che gli Angeli non hanno. L’uomo quindi porta in se stesso il cielo e la terra.

Gli Angeli, come gli esseri umani, sono creati ad immagine e somiglianza di Dio e sono dotati, come l’uomo, di intelligenza e di libertà. Si tratta di doni che non si sono dati da loro stessi ma li hanno ricevuti dal creatore. Ciò significa che non sono vicini soltanto alla natura umana ma anche a quella divina.

Come esseri spirituali, però, godono di un’intelligenza e libertà molto più grandi di quella degli uomini. La natura umana è meno perfetta perché limitata dal corpo e dalla dimensione spazio-temporale.Anche la conoscenza e la perfezione dell’uomo sono limitate da queste condizioni. L’esistenza terrena dell’uomo, quindi, è in evoluzione verso la piena libertà (per mezzo dell’ascesi) ed anche verso una piena conoscenza (per mezzo di studi, approfondimenti, ecc.). 

Ciò significa che, non avendo la conoscenza piena, l’uomo può sbagliare e correggersi, chiedendo il perdono e riprendendo la strada giusta. Gli Angeli, invece, essendo puri spiriti, hanno una piena e perfetta conoscenza e non possono, perciò, scusarsi di aver sbagliato, perché non possono dire di non sapere. La loro conoscenza non è, però, illimitata come quella di Dio, ma è molto più perfetta della nostra. Essa non è di tipo sensoriale, cioè non passa, come per noi, attraverso i sensi fisici che sono passibili di errore e limitano. È una conoscenza tutta spirituale, che va molto “più lontano”.

Cosa dice ancora il Catechismo della Chiesa Cattolica sugli Angeli?

Padre Kijas: Dice che sono “esseri personali, che con­templano incessantemente Dio a faccia a faccia…Lo glorificano, Lo ser­vono e sono i suoi messaggeri nel compimento della missione di salvezza per tutti gli uomini”. Sono messaggeri di Dio. Come insegna la Bibbia, attraverso gli Angeli Dio comunica con gli uomini. Per esempio: l’Arcangelo Gabriele annuncia a Maria la nascita del Figlio di Dio; Raffaele si fa compagno del viaggio di Tobia e gli insegna come guarire suo padre; Michele difende il nome di Dio, ecc. Se gli Angeli, come messaggeri di Dio, comunicano con gli esseri umani, a loro volta gli esseri umani possono comunicare con gli Angeli, che diventano così “portavoce” degli uomini verso Dio.

[La seconda parte dell’intervista a padre Kijas verrà pubblicata domani, martedì 2 ottobre 2012]

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ZENIT Staff

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