di Luca Marcolivio
ROMA, giovedì, 20 settembre 2012 (ZENIT.org) – A quasi sei anni dal suo congedo come presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) e a quattro dalla fine del suo incarico come vicario del Papa per la diocesi di Roma, il cardinale Camillo Ruini rimane uno degli uomini più illustri e influenti della Chiesa italiana.
Ancora attivissimo su molti fronti (attualmente è Presidente del Progetto culturale della Chiesa italiana e coordina la Commissione internazionale sulle apparizioni di Medjugorje), a 81 anni, Ruini ha realizzato un libro-intervista, in collaborazione con il giornalista di Avvenire, Andrea Galli.
In libreria da appena una settimana, Intervista su Dio (Mondadori) ha già esaurito tre edizioni. Un successo al di là di ogni più rosea previsione che dimostra quanto le tematiche legate al sacro destino ancora un interesse che va ben al di là degli ‘addetti ai lavori’.
Varie presentazioni del libro con relativi dibattiti sono in corso in questi giorni a Roma e in Italia. Ieri sera è stata la volta della Sala della Protomoteca in Campidoglio, dove, insieme agli autori, sono intervenuti Giuliano Ferrara, direttore del Foglio, Massimo Cacciari, professore di Estetica all’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, monsignor Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione.
A moderare il dibattito, introdotto dal saluto del sindaco di Roma, Gianni Alemanno, è stato Dino Boffo, direttore di TV2000.
Tra i temi emersi nel corso della conferenza, il rapporto tra modernità e secolarizzazione. Come ha sottolineato Giuliano Ferrara, sotto gli ultimi due papi, per la prima volta dopo due secoli, la secolarizzazione è stata oggetto di una reazione, sullo sfondo di un “ritorno del sacro” nella società che ha tuttavia contorni piuttosto confusi.
Se da un lato l’idea di secolarismo come progresso è un concetto ormai superato, “l’idea di Dio è ancora piuttosto equivoca”, al punto che si può parlare tanto di un Dio misericordioso, come nella tradizione cristiana, quanto di un Dio “in punta di baionetta”, pretesto per lo scatenamento dell’intolleranza fondamentalista, fideistica e dogmatica.
Quando poi si parla di “cristianesimo come identità” di una civiltà (concetto caro a molti ‘atei devoti’ come lo stesso Ferrara), si può incorrere nel rischio di un fraintendimento del messaggio cristiano, laddove, ha riconosciuto il direttore del Foglio, il cristianesimo, come evidenzia Ruini nell’opera ieri presentata, è innanzitutto amore inteso come “sentimento universale”.
In qualità di intellettuale laico Massimo Cacciari, ha elogiato il pensiero di Ruini come una base esemplare di autentico dialogo con i non-cattolici, laddove il cattolico non si pone come “inquisitore” e, dall’altra parte, il non-credente cerca di ambire ad un “pensiero più alto”.
Altri elementi che, ad avviso di Cacciari, emergono dal libro di Ruini, sono il fallimento dell’assioma per il quale la secolarizzazione è sempre sinonimo di razionalizzazione, ed il passaggio dall’ateismo come sistema di contrapposizione a Dio e alla civiltà cristiana (individuabile nel pensiero di Nietzsche) e il generalizzato “ateismo dell’indifferenza” che caratterizza l’epoca contemporanea.
Secondo monsignor Fisichella, quello di Galli e Ruini è un “libro particolare innanzitutto per la dimensione esistenziale”. Non è infatti del “Dio dei filosofi” che si parla, quanto del “Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe” e del “Dio trinitario”.
Si tratta, quindi di un libro che fa apologetica nel senso più nobile del termine, con uno stile che ricorda quello dei primi apologeti, come, ad esempio, “Giustino quando spiega all’imperatore Antonino Pio chi sono veramente i cristiani”.
Da Intervista su Dio emerge “uno spessore intellettuale per il quale credere è desiderare e indagare sul senso della nostra esistenza”, ha aggiunto il presule.
All’idea avanzata di Cacciari di un “Dio che libera”, monsignor Fisichella ha giustapposto la dimensione spiccatamente cristiana del “Dio che ama”. Nel suo intervento conclusivo il cardinale Ruini ha suggerito una sintesi delle due affermazioni, in base alla quale “all’interno dell’approccio del Dio che ama vi è anche il Dio che dona la libertà”.
Infatti, proprio la libertà dell’uomo, ha spiegato l’ex presidente della CEI, è un tema strettamente legato ad una “libertà originale” che proviene proprio da Dio.
Nel raccontare la genesi del libro, Andrea Galli ha affermato che, in un primo momento, avrebbe dovuto collaborare alla stesura di un libro di Ruini, sennonché, la predisposizione del cardinale per la discussione costruttiva e per il “botta-e-risposta” ha fatto sì che ne venisse fuori un libro-intervista.
Si tratta di un’opera, ha spiegato il coautore, “frutto di anni di riflessioni” in cui il porporato riesce ad armonizzare il “grande rispetto per l’interlocutore”, anche non credente, con “un “grande rigore intellettuale che è più che mai necessario nella Chiesa di oggi” e che richiama molto l’approccio ratzingeriano sia alla teologia che alla storia sacra.
Il cardinale Ruini “è un uomo dalla fede sincera”, ha dichiarato Galli a ZENIT. “Il libro che abbiamo scritto parte da un’esperienza di fede vera e profonda – ha aggiunto -. Ha grande spirito di servizio ed è un grande servitore della Chiesa sia a livello pratico che a livello di insegnamento: l’ho riscontrato anche realizzando il libro, nelle argomentazioni che usa”.
“Il suo approccio colto, complesso, spesso sfaccettato – ha proseguito il giornalista – parte sempre da una solida adesione al magistero, cosa tutt’altro che scontata al giorno d’oggi. Molti, infatti, tendono a fare teologia, attraverso elucubrazioni e viaggi, spesso anche tralignando”.
Interpellato da ZENIT sulle ragioni dello straordinario successo di vendite di Intervista su Dio, il giornalista di Avvenire ha definito l’opera un “libro fresco, corposo e ambizioso” che sebbene “per molti non sarà leggerissimo, ha una sua utilità”.
Inoltre “il tema di Dio ha sempre molto appeal e c’è la curiosità di vedere come si cimenta un cardinale, noto per il suo lavoro pastorale, in un argomento così forte. Tutto questo può contribuire a spiegare il successo del libro”, ha concluso Galli.