La canzone della carità

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ROMA, mercoledì, 19 settembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Paolo canta. Canta la canzone della carità. Abbiamo da augurarci di non essere come i fanciulli di cui parla il Vangelo, che aspettano sempre una canzone diversa, ma di imparare e di cantare insieme l’inno della carità. Alla comunità di Corinto non sarà parso vero di essere trascinata a un’altezza così impensata e imprevedibile: le attese dei cristiani di quella città vivace e intraprendente si trovano corrisposte a un livello superiore. C’è solo da chiedere la grazia di vivere quanto ci viene proposto.

Meditazione

Cos’è la carità, di cui Paolo parla in termini così entusiastici e pieni? Per l’Apostolo non si tratta di un discorso o di un’esortazione morale; la carità si identifica piuttosto nella realtà di Cristo, Colui che «mi ha amato e ha dato se stesso per me». La carità è Gesù stesso, la sua persona che ama il Padre e si dona agli uomini. È l’intera sua vita che egli ha condiviso con gli uomini, prendendo su di sé tutta la condizione umana: il mangiare e il bere, come pure il patire e il morire. È la sua pazienza verso Pietro, che egli cerca sempre di riportare alla volontà del Padre; è la sua misericordia verso Zaccheo e verso l’adultera; è il suo piegarsi fino a toccare i lebbrosi, i ciechi, gli zoppi, per guarirli. Al giovane ricco Gesù dice: «Una sola cosa ti manca: va’, vendi quello che hai e dàllo ai poveri, poi vieni e seguimi». La carità è Cristo: egli accetta la nostra fragile amicizia, la nostra incerta compagnia, si fida della nostra parola debole, del nostro cuore inquieto, con magnanimità, senza schiacciarci con la sua evidente supremazia, senza tener conto del male che gli abbiamo fatto e gli facciamo, perdonando tutto di noi. Se non avessimo davanti la carità di Cristo raffigurata nell’immagine del Crocifisso, nelle sue mani stese fino ad abbracciarci, nella sua voce che perdona il ladrone e si consegna al Padre, non potremmo credere di essere sempre amati e perdonati, non potremmo anche noi tentare di imitarlo. Se non avessimo davanti Cristo nell’Eucaristia, nostro contemporaneo che ci accompagna nell’esistenza quotidiana, nelle tentazioni e nelle lotte, nelle fatiche e nelle speranze, non potremmo riprendere a vivere ogni mattina, non potremmo guardare il sole e le cose del mondo, non potremmo accogliere come fratelli e sorelle le persone che Lui ci dona ogni giorno. Con Gesù, la carità non avrà mai fine.

Preghiera

Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità; e per amore tuo amo il prossimo come me stesso, e perdono le offese ricevute. Signore, che io ti ami sempre più (Atto di carità).

Agire

Oggi mi impegnerò a collaborare con chi mi chiede di fare qualcosa che mi costa un po’ di sacrificio.

Meditazione del giorno a cura di Don Angelo Busetto, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione