Signore, non sono degno

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, lunedì, 17 settembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Paolo entra ancora vivacemente nella comunità di Corinto, dove la vita esplode con istintività in tutte le direzioni. Anche il riunirsi fraternamente nell’assemblea eucaristica provoca divisioni e distorsioni. Il suggerimento di Paolo: «radunatevi per mangiare il pane e bere il calice che annunciano la morte di Cristo». Il tema si apre improvvisamente all’eucaristia e viene ripreso nel salmo responsoriale, che ne sviluppa l’aspetto dell’offerta sacrificale.

Meditazione

Il racconto eucaristico della prima lettura si incontra con le parole del centurione nel Vangelo. Questi incrocia il Signore Gesù, che si è incamminato verso la sua casa per guarire il servo malato, e gli dice: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto…». Sono le parole che risuonano ogni giorno nelle nostre chiese prima di avviarci a ricevere il pane eucaristico. I due brani richiamano in modo diverso e combinato la verità e la grandezza dell’incontro con il Signore nell’Eucaristia. Da una parte, Paolo ci trasmette quello che ha ricevuto dal Signore stesso, cioè l’offerta del pane e del vino come consegna del suo corpo e del suo sangue. Celebrando l’Eucaristia, noi ci uniamo alla morte del Signore, e camminiamo nella speranza della sua venuta. Dall’altra, l’atteggiamento del centurione nel Vangelo ci avverte che la permanenza di Gesù nel mistero eucaristico e la sua venuta “nella nostra casa” è un dono del quale non siamo degni, e che dobbiamo guardare e accogliere con venerazione e rispetto. Il centurione è addestrato alla disciplina militare: obbedisce ai superiori e comanda ai subalterni. Egli considera Gesù ben superiore e crede che la sua potenza può esercitarsi anche a distanza. E, tuttavia, Gesù non rimane distante. Entra nella casa del centurione e nelle nostre chiese, nelle nostre assemblee, nelle nostre case, nella nostra vita. Diventa amico e compagno di vita, diventa il nuovo principio di unità e di carità, il nuovo vincolo d’amore, dal quale nasce un nuovo modo di guardarci e di trattarci. Vale per la comunità di Corinto, per gli stranieri come il centurione, per la folla che segue Gesù a Cafàrnao e per le nostre comunità. La presenza del Signore tra noi nel sacramento dell’Eucaristia diventa principio di carità, accoglienza, servizio. 

Preghiera

Il pane degli angeli diventa pane degli uomini; il pane del cielo compie tutte le prefigurazioni: qual meraviglia! Il servo povero e umile mangia il Signore. Chiediamo a Te, Dio uno e trino, di visitarci, come noi Ti adoriamo. Per le Tue vie portaci dove tendiamo, alla luce in cui tu abiti. Amen (Panis Angelicus, san Tommaso d’Aquino).

Agire

Assumerò l’atteggiamento di umiltà e di fede del centurione per riconoscere e adorare il mistero della presenza del Signore nel sacrificio eucaristico.

Meditazione del giorno a cura di Don Angelo Busetto, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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