ROMA, lunedì, 10 settembre 2012 (ZENIT.org).
Lettura
Paolo interviene con determinazione nella comunità di Corinto. L’indicazione dell’apostolo è severa: la presenza di un “individuo immorale” finisce con il corrompere tutta la comunità; costui va allontanato, per la sua conversione e per il bene della comunità. La preoccupazione pastorale di Paolo si traduce in una decisione “medicinale”. Il Vangelo registra un episodio della drammatica contesa di Gesù con gli scribi e i farisei.
Meditazione
Gesù riporta il precetto del sabato alle sue origini, liberandolo dalle incrostazioni legalistiche: secondo gli scribi e i farisei, in giorno di sabato non ci si poteva muovere nemmeno per fare il bene. La guarigione operata da Gesù in giorno di sabato diventa ancor più significativa, perché l’uomo dalla mano inaridita non vive una situazione acuta di sofferenza in atto. È un richiamo ancora più deciso a servire il “Dio degli uomini” in modo non esteriore e legalistico. Applicato alla situazione attuale, questo episodio del Vangelo costituisce un suggerimento a vivere la domenica e la festa con azioni di carità. L’Eucaristia celebrata raduna la comunità come una famiglia di fratelli, ci fa riconoscere insieme e ci addestra all’attenzione l’uno verso l’altro, con una cura particolare per chi è malato o in qualsiasi modo sofferente. La prima carità reciproca è l’amicizia, che nasce dal riconoscimento della presenza del Signore tra noi e dall’essere convocati nel suo nome. Il trovarsi insieme tra ragazzi, giovani, famiglie, anziani, nel segno della fede, è già un atto di carità. L’accoglienza, il saluto, l’interessamento reciproco generano un clima di festa; per questo le nostre assemblee festive si concludono spesso con il clamore dei saluti tra le persone. Accade anche che questo clima fraterno si diffonda nella giornata festiva, generando momenti di fraternità nel mangiare insieme, nei pomeriggi di dialogo e di divertimento, e in varie occasioni di svago. La carità si può esprimere anche nella visita ai parenti, particolarmente se anziani e malati; nella visita agli ospedali o alle case di riposo. È una grazia quando l’intera famiglia, unendosi ad altre, vive questo tipo di “domenica esemplare” che arriva poi a riverberarsi in tutta la settimana. Il giorno del Signore si apre ad accogliere l’amore di Dio e a praticarlo in maniera diffusa e concreta.
Preghiera
Splendi, Signore, attraverso di noi e sii in noi a tal punto da far sentire ad ogni anima che tocchiamo la tua presenza nella nostra anima. Fa’ che guardandoci non vedano più noi, ma solo te. Fa’ che predichiamo senza predicare: non con le parole, ma con il nostro esempio e la forza travolgente dell’influsso di ciò che facciamo; con l’evidente pienezza dell’amore che i nostri cuori nutrono per te. Amen (Madre Teresa).
Agire
Oggi ripenso a come ho praticato la carità vivendo la giornata di ieri.
Meditazione del giorno a cura di Don Angelo Busetto, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it