Un nuovo inizio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, lunedì, 3 settembre 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Iniziamo oggi la lettura pressoché continua del Vangelo di Luca, a partire dagli inizi della vita pubblica di Gesù, con il suo “proclama” nella sinagoga del suo paese, Nazaret. Luca segue con attenzione di storico e con affetto di discepolo la vicenda del Signore Gesù, e mette in risalto il suo rapporto con i poveri, le donne, gli stranieri, i peccatori. Luca è l’evangelista che in modo più chiaro si apre all’universalità, anche per il fatto che, in un secondo scritto, racconta l’opera di Gesù che continua nella vita e nella missione degli Apostoli.

Meditazione

Nel Vangelo vengono descritti molti “inizi” decisivi: l’annunciazione, il Battesimo di Gesù, il primo annuncio del Regno. Questo “inizio” nella sinagoga di Nazaret ha un sapore particolare. Da una parte, mette in evidenza l’investitura che Dio stesso compie nei riguardi di Gesù; lo Spirito del Signore è inviato su di lui perché compia la missione di liberazione e salvezza. Dall’altra viene documentato il deciso distacco di Gesù dalla gente del suo paese. L’investitura di Gesù si compie “oggi”. Tutta la storia passata e tutte le promesse annunciate attraverso i profeti, arrivano a compiersi in Gesù: un uomo di cui gli abitanti di Nazaret credono di conoscere l’identità, avendolo visto lavorare nella bottega di suo padre Giuseppe, il falegname. Ma il destino di una persona non si realizza solo attraversando le circostanze della storia fatta dagli uomini. Questo Gesù non è solo l’artigiano di Nazaret. Egli ha un’origine diversa e una diversa vocazione, che a Nazaret diventa manifesta e viene dichiarata. Quando questo avviene, i suoi compaesani passano dalla meraviglia a un sentimento di offesa, perché non si vedono gratificati dai suoi miracoli. Dio sceglie chi vuole e come vuole. Anche san Paolo, nella prima lettura, ricorda ai Corinti la sua debolezza. Dio agisce in Gesù Cristo e nelle persone che Lui sceglie, passando attraverso la fragilità della loro condizione umana. I trent’anni passati a Nazaret sembrano sprecati, poiché non hanno manifestato nessun particolare privilegio e nessun aspetto straordinario del giovane operaio. È la potenza di Dio a ridestare l’umano e a renderlo veicolo della sua grazia.

Preghiera

Il Signore mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza, infatti, si manifesta pienamente nella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché dimori in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie infermità, negli oltraggi, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: quando sono debole, è allora che sono forte (cfr. 2Cor 12,9-10).

Agire

Accetterò di dichiarare la mia identità cristiana e la mia chiamata alla missione anche in un contesto di diffidenza e di opposizione.

Meditazione del giorno a cura di Don Angelo Busettotratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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