di Paolo Accomo
ROMA, martedì, 28 agosto 2012 (ZENIT.org) – “Vogliamo riportare la politica a ragionare di occupazione e di salari, di siccità e di inquinamento, di prezzi e di difesa dei nostri monumenti. In breve, vogliamo riportare la politica a ragionare. Sarà meno eccitante degli insulti e delle contumelie, ma porterà maggiori risultati al cittadino, in termini di potere d’acquisto e qualità della vita. E soprattutto aiuterà a guardare al futuro con serenità”. E’ la sfida che lancia Carlo Costalli, presidente del Movimento Cristiano Lavoratori (Mcl), uno dei promotori di Todi 1 e, ora, di Todi 2.
Ricordiamo che si era svolto a Todi il 17 ottobre 2011 il seminario La buona politica per il bene comune, promosso dal Forum delle persone e delle associazioni di ispirazione cattolica nel mondo del lavoro, a cui avevano partecipato le dirigenze nazionali della Cisl, Mcl, Acli, Confartigianato, Coldiretti, Confcooperative, Compagnia delle opere, e circa 50 personalità provenienti dal mondo accademico, economico, dalle fondazioni culturali e bancarie, dall’associazionismo nazionale del mondo cattolico.
Il presidente del Movimento Cristiano Lavoratori lavora da tempo per dare una risposta all’appello del Papa, che ha esortato i cattolici italiani all’impegno politico e la prossima settimana, da venerdì a domenica, 7-9 settembre, dedicherà il seminario Mcl di Senigallia ad elaborare, come spiega nell’intervista che segue, delle “proposte operative nel segno della discontinuità”. Un segno chiaramente europeista, come si evince da quest’intervista esclusiva.
Si parla tanto di riforma elettorale. Costalli da che parte sta?
Costalli: Sta contro il “bipolarismo furioso” di questi anni. Sta contro le liste bloccate che bloccano l’Italia. Sta dalla parte del cittadino che vuole scegliere da chi essere governato. Sta con il maggioritario, purchè restituisca all’elettore la possibilità di operare questa scelta, con collegi uninominali o preferenze.
Ne parlerete a Todi?
Costalli: Ne parleremo, ma dev’essere chiaro che il Forum delle Associazioni di Ispirazione Cattolica nel Mondo del Lavoro – che ha organizzato Todi 1 e sta predisponendo i contenuti del prossimo appuntamento che si terrà sempre a Todi il 21 e 22 ottobre – lavora sulle grandi questioni morali del nostro tempo, al centro della Dottrina Sociale della Chiesa, e sulla politica economica indispensabile per far uscire il Paese dalla grave crisi che sta attraversando. Il nostro compito allora è indicare delle priorità, non predisporre l’articolato della riforma elettorale: ci aspettiamo che se ne occupi questo Parlamento perché mandarci a votare con questa legge rappresenterebbe l’ultima resa di una legislatura che – da destra a sinistra – non ha saputo dare una risposta politica al problema della crisi economica.
Un partito dei cattolici riempirebbe questo vuoto?
Costalli: Non vedo spazi per una nuova Dc. All’Italia serve un partito di riformisti provenienti dalle più diverse esperienze culturali, uniti dall’interesse nazionale e da uno stile di verità. Non ci serve un contenitore nuovo ma altrettanto vuoto, occorre un contenuto che risponda alla crisi della democrazia e della partecipazione. Per questo stiamo lavorando a una grande iniziativa di riforma costituzionale. L’approdo è un’assemblea costituente che dovrebbe porsi anche il problema di un rapporto diverso con l’Europa.
Euroentusiasti o euroscettici?
Costalli: Sull’Europa siamo con Monti e ci rendiamo conto che il tema dell’Europa e della sua moneta unica è strettamente intrecciato con la crisi economica e la gravissima recessione che stiamo subendo; quanto avviene in Europa non può più essere vissuto come un fatto “di politica estera” ma è diventato “politica interna”, si ripercuote direttamente sulle nostre possibilità di vita e sulle nostre scelte quotidiane; il livello dell’integrazione europea è talmente avanzato che l’Europa tecnocratica, (surrogato dell’Europa politica dei padri fondatori De Gasperi, Adenauer, Schuman), non basta più. Mi pare inevitabile concludere che di fronte alla crisi globale o l’Europa, e quindi l’Italia, sarà capace di compiere un grande balzo in avanti verso la federazione politica, o si trasformerà in una gabbia mortale per i Paesi membri. Siamo per l’Europa politica, subito ed in tempi certi, e per la democratizzazione delle Istituzioni europee. Questo passaggio scioglierà anche il nodo del consenso del governo Monti, che è molto più europeista della maggioranza che lo sostiene. Per noi il governo dei tecnici non è una parentesi e neanche l’approdo finale, ma una fase che rende irreversibile il processo di integrazione europea del nostro Paese.
Non teme che le diverse impostazioni dei movimenti cattolici non reggano alla tensione e a Todi 2 la galassia cattolica esploda?
Costalli: Lo escludo, perché Todi 2 non è un consiglio d’amministrazione che deve decidere una fusione o un’opa, è un cenacolo di rappresentanti che arrivano a quell’assise con un fardello di responsabilità da onorare. Vedo che le aspettative stanno crescendo. Lo dimostrano le critiche e il tifo contrario di illustri opinionisti che colgono in ogni polemica o distinguo la prova che i cattolici non possano lavorare insieme. E’ bastata una frase di critica a Comunione e Liberazione, espressa da Famiglia Cristiana, perché si parlasse di “rissa fra spezzoni del mondo cattolico” e di “crisi di identità culturale”, di “un passato sempre più corrosivo”. C’è una gran voglia di liquidare Todi. La politica del ragionamento, della verità, dei contenuti fa paura. Fa paura chi vuole riportare il baricentro della democrazia dalla chiacchiera e dall’insulto alla logica del progetto, dell’identità, dei valori. Eppure, qualcuno dovrà pur spiegarlo agli italiani che i problemi della società globale non si risolvono con un tweet.