Scrutiamo le Scritture!

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, venerdì, 24 agosto 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Nell’elenco dei dodici apostoli che troviamo nei Vangeli sinottici, subito dopo Filippo c’è sempre Bartolomeo, identificato dalla tradizione con quel Natanaèle che s’incontra con Gesù, proprio grazie a Filippo. Il brano del Vangelo di Giovanni proclamato per questa festa, conclude con Natanaèle la serie degli incontri dei primi discepoli di Cristo. Filippo è l’unico che il Maestro chiami direttamente. Ed egli, a sua volta, vuole coinvolgere nella sequela l’amico Natanaèle; il quale, però, è bloccato da preconcetti anche fondati. Gesù, sapendolo leale, vince le sue prevenzioni e, in risposta, Natanaèle confessa che quel “Nazareno” di cui diffidava, è “il Figlio di Dio, il re d’Israele”.

Meditazione

Natanaèle riconosce che Gesù, pur venendo da Nazaret, è veramente, come gli ha indicato Filippo, «colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti»,perciò, vinto ormai ogni preconcetto, esce in una delle confessioni di fede più belle del Vangelo: «Rabbi, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!».La strepitosa “conversione” di questo «Israelita in cui non c’è falsità»,è dovuta soltanto al suo essere stato visto da Gesù “quando era sotto l’albero di fichi”? Troppo poco. Allora dobbiamo approfondire il significato della frase usata dal Signore. Un aiuto ce lo dà Filippo, che presenta Gesù come il Messia di cui hanno scritto Mosè e i profeti. Un rimando alle Scritture che ci ricorda il modo con cui anche il Risorto aprirà gli occhi ai due discepoli di Emmaus. Natanaèle, dunque, è un sincero cercatore di Dio e, perciò, un assiduo frequentatore delle pagine bibliche. Ebbene, nel linguaggio rabbinico del tempo, l’espressione “stare sotto il fico”indicava l’atteggiamento dell’ebreo che scrutava pazientemente la Sacra Scrittura, fino a quando Dio non gli donava la grazia di gustare la dolcezza dei suoi frutti maturi. L’uomo che «nella legge del Signore trova la sua gioia, la sua legge medita giorno e notte» (Sal 1,2), è reso partecipe della beatitudine con cui si apre il Salterio. Ricordiamolo: “Il Signore si fa trovare da chi lo cerca con tutto il cuore”, anche oggi, anche da noi.Imitiamo, perciò, l’apostolo Bartolomeo e impegniamoci a trovare un po’ di tempo per scrutare le Scritture. O, almeno, prendiamo sul serio la prima parte della Messa: la liturgia della Parola. Siamo sempre assidui e puntuali all’ascolto. Allora, nell’incontro eucaristico, Gesù potrà dirci: “Tu sei un cristiano in cui non c’è falsità”. E noi: “Tu sei il Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me”.

Preghiera

“La legge del Signore è perfetta, rinfranca l’anima; la testimonianza del Signore è verace, rende saggio il semplice. Gli ordini del Signore sono giusti, fanno gioire il cuore;i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi” (dal Sal 19). Che il tuo Spirito, Signore, renda tutto ciò vero anche per me.

Agire

Oggi utilizzerò parte del mio tempo libero per aprire il Vangelo e meditarne un brano significativo. 

Meditazione del giorno a cura di P. Salvatore Piga, osb, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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