di Renzo Allegri
RIMINI, domenica, 19 agosto 2012 (ZENIT.org) - Fratel Ettore, il celebre religioso camilliano, che ha speso la vita per i “più poveri dei poveri”, sarà commemorato al Meeting di Rimini con uno singolare spettacolo di marionette, realizzato degli ospiti della sua opera, gli “ultimi tra gli ultimi”, che, sotto la supervisione dei grandi professionisti della Compagnia Colla, sono diventati a loro volta degli artisti.
Fratel Ettore è morto il 20 agosto di otto anni fa. Ha trascorso quasi tutta la sua esistenza terrena a Milano, dove ha fondato l’opera “Casa Betania”, per aiutare barboni, tossicodipendenti, alcolisti, senzatetto, disperati, vagabondi, malati terminali senza nessuno al mondo: chiunque avesse bisogno di un pezzo di pane, di un rifugio o di conforto umano, in Fratel Ettore trovava un aiuto sicuro.
Il cardinale Martini lo aveva definito “gigante della carità”; Giovanni Paolo II gli voleva bene, Madre Teresa di Calcutta fece un viaggio apposito a Milano per poterlo conoscere, e il cardinale Tettamanzi volle celebrare personalmente i suoi funerali.
Il “Meeting per l’amicizia tra i popoli”, organizzato da Comunione e Liberazione, che, con il titolo “La natura dell’uomo è rapporto con l’infinito”, svolge in questi giorni la sua XXXIII edizione, ha voluto rendere omaggio a questo grande apostolo della carità del nostro tempo.
L’opera di Fratel Ettore è viva più che mai, non solo a Milano, ma anche in altre sedi in giro per l’Italia. Ora è guidata da una donna, Suor Teresa Martino, che fu collaboratrice di Fratel Ettore. Nata in una famiglia della ricca borghesia toscana, cresciuta senza alcuna educazione religiosa, Teresa da giovane si era dedicata al teatro.
Diplomatasi all’Accademia romana “Silvio D’Amico”, ha debuttato nella compagnia di Paolo Stoppa e Rina Morelli, ha recitato poi con grandi attori in teatro, alla radio, alla televisione. Ma un giorno ha incontrato Fratel Ettore che ha “rivoluzionato” la sua vita. Teresa Martino ha lasciato tutto per assistere “gli ultimi” nell’opera di Fratel Ettore. E alla morte del religioso ne ha preso il posto per continuarne la sua missione.
Fratel Ettore, dice Suor Teresa, "raccoglieva dalla strada coloro che, per varie ragioni, non avevano più alcuna speranza, e donava loro dignità offrendo un luogo dove vivere e poter sentirsi di nuovo delle persone. Io, in ricordo della mia passione per il teatro, ho voluto tentare di aggiungere, per queste persone, anche una certa “professionalità artistica”. E sembra che l’iniziativa stia portando buoni frutti".
In che consiste questa sua iniziativa?
Suor Teresa Martino: "Un giorno dissi a Fratel Ettore che mi sarebbe piaciuto realizzare un teatro con i suoi poveri. Sorridendo, mi rispose: “Tanto, qui da noi è già tutto una commedia”. Ma l’idea gli piacque. Il teatro è, secondo me, un posto dove le persone che, per varie ragioni, hanno toccato il fondo della disperazione e si sentono sconfitte dalla vita, sul tipo di quelle che sono ospitate nei nostri rifugi di “Casa Betania, possono sperimentarsi, imparare, magari ritrovare fiducia in loro stesse e avere delle soddisfazioni. Fratel Ettore diceva che tra i poveri si trovano tutti i generi teatrali: dal grottesco al tragico, dalla commedia al dramma.
Quell’idea non l’ho mai abbandonata e, poco a poco, sono riuscita a concretizzarla. Nei sotterranei della nostra sede, qui a Seveso, vi è un salone grandissimo, e lo abbiamo fatto diventare un teatro. Si chiama “Teatro della Misericordia”. Alcuni amici ci hanno aiutato ad arredarlo come si conviene, in particolare la compagnia di Gluaco Mauri e Roberto Sturno.
Abbiamo già allestito degli spettacoli, coinvolgendo anche attori professionisti che ci sono vicini e fanno volontariato con i poveri. E i nostri assistiti, cioè i più poveri dei poveri, si impegnano ad esprimere il loro talento comunicativo e, in questo modo, possono sentirsi anche loro importanti. Ultimamente, abbiamo allargato questa nostra “attività” teatrale, aggiungendo un settore nuovo, con il quale debuttiamo proprio al Meeting di Rimini il 23 e il 24 agosto".
Di che si tratta?
Suor Teresa Martino: "Per rendere omaggio al nostro fondatore, Fratel Ettore, abbiamo allestito uno spettacolo di marionette che racconta i primi tempi della sua attività per i poveri. Questa nuova iniziativa è nata due anni fa. Sempre cercando nuove forme per ricordare e commemorare Fratel Ettore, mi sono per caso imbattuta nella celebre Compagnia marionettistica Carlo Colla e Figli, che portava un suo spettacolo al teatro di Saronno.
Questa compagnia vanta 300 anni di storia, è la più antica compagnia di teatro d’Europa. Ho pensato subito che lo strumento del teatro delle marionette, così umile, artigianale, pieno di poesia e di colore, poteva essere molto adatto per raccontare le gesta di Fratel Ettore e dei suoi amici.
Telefonai ai Colla, ma mentre lo facevo dicevo a tra me: “"Chissà se capiranno i nostri desideri. Pazienza, tutt'al più si negheranno...". Invece, nacque una immediata intesa con Eugenio Colla e i suoi artisti. Fummo invitati a vedere un loro spettacolo e tutti ne restammo affascinati, dai bambini dei nostri Volontari fin al più anziano dei nostri Ospiti. I Colla capirono subito lo spirito del nostro lavoro e risposero con una generosità meravigliosa.
In questi due anni ci hanno seguito in continuazione. Ora andavamo noi da loro ora venivano loro da noi. Ci hanno aiutati a costruire un teatrino in legno, un teatrino proprio professionale. Franco Citterio, della Compagnia Colla, ha scolpito le nostre marionette. I suoi colleghi hanno addestrato una compagnia di artisti, costituita da alcuni dei nostri ospiti, che hanno rivelato delle doti artistiche straordinarie.
Ai Colla si è aggiunto anche un altro giovane artista, Emanuele Fant, scrittore, drammaturgo, regista, uno straordinario poliedrico talento. Conosce bene Fratel Ettore, perché, da piccolo scout, veniva qui, a Casa Betania, a fare volontariato. Poi, grandicello, è tornato per un percorso di preghiera e di servizio ai poveri. Ora, aiutandoci con la sua esperienza professionale, è stato strumento della Provvidenza per rendere possibile questo progetto di apostolato e di valorizzazione dei nostri Poveri.
Lo spettacolo è pronto. Personaggi di questo spettacolo, che racconta i primi tempi dell’opera, sono Fratel Ettore, Sabatino ed Enrica: suoi primi collaboratori entrambi morti in concetto di santità. Di Sabatino, già Servo di Dio e con il processo diocesano di beatificazione già in corso, quest'anno ricorre il trentesimo dalla morte.
La nostra compagnia di artisti è costituita da Viorel, Abdul, Vittoria, Emilio, Vittorio, Romeo e due super papà: il papà di Emanuele Fant, Nando, e il papà di sorella Ester, Domenico. Abbiamo già fatto la prova generale. Il risultato sembra ottimo. Eugenio Colla, che durante questi anni di lavoro non ci ha fatto mancare i preziosi consigli, ci ha dato un incredibile incoraggiamento: "Siete più bravi di tante compagnie che si dicono professioniste! Il vostro spettacolo è bellissimo, non mi sarei mai aspettato questi risultati!".
Piero Corbella, amministratore ed organizzatore della Compagnia Colla, ci ha messo nel cartellone di una loro rassegna, così che il 3 maggio 2013 debutteremo anche a Milano nel loro teatro. La nostra soddisfazione è alle stelle. Speriamo che a Rimini tutto vada per il meglio".