Perdonare con la misura di Dio

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, giovedì, 16 agosto 2012 (ZENIT.org).

Lettura

Quasi a volerci dire che non può esserci Chiesa senza perdono reciproco, Matteo conclude il capitolo 18 del suo Vangelo con la parabola del servo spietato. Il tutto nasce da una domanda con la quale Pietro chiede a Gesù di quantificare il perdono all’interno della comunità cristiana. La risposta che il primo Papa riceve rimanda alla misura di Dio: “perdonare settanta volte sette”, cioè sempre. In caso contrario si rischia la condanna comminata al servo della parabola che, dopo aver sperimentato la misericordia del suo padrone, non seppe fare altrettanto con il suo collega. La conclusione la tira Gesù stesso: «Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Meditazione

Per Ferragosto la maggior parte di noi è in ferie e molti ritornano ai loro paesi d’origine. È l’occasione per riabbracciare parenti o amici d’infanzia, e per rinsaldare legami familiari che la nostra società massificante rende sempre più labili. Purtroppo è anche il periodo nel quale antiche situazioni conflittuali, mai del tutto risolte, riemergono con tutta evidenza. Può succedere, allora, che si partecipi alla santa Messa dell’Assunta, ma ci si metta lontani da quella tale parente, per non darle il segno di pace. E poi, magari, facciamo la comunione, perché siamo convinti che “il torto è solo dalla sua parte!”. Abbiamo dimenticato ciò che dice Gesù nello stesso Vangelo di Matteo: «Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono» (Mt 5,23-24). Se perdonare fosse “naturale” e semplice, Gesù non vi avrebbe tanto insistito. Perdonare non è facile, eppure è necessario. Se non perdoniamo i fratelli, non saremo perdonati dal Padre. Ce lo ricorda la stessa preghiera che Gesù ci ha insegnato, quando ci fa chiedere a Dio: «rimetti a noi i nostri debiti, come anche noi li rimettiamo ai nostri debitori» (Mt 6,12). Certamente la strada che porta alla riconciliazione è tutta in salita. Confidando, però, nell’aiuto della grazia divina, iniziamo a fare noi il primo passo verso quei parenti da cui siamo divisi. Per esempio: se siamo in cimitero a pregare sulla tomba dei nostri cari defunti, non fuggiamo alla vista di parenti “scomodi”, anzi, aspettiamoli per unirci a loro nella comune preghiera di suffragio. Altri piccoli e discreti segni di riconciliazione ci porteranno, poi, a sperimentare la gioia del perdono dato e ritrovato.

Preghiera: Padre nostro, fa’ che io percepisca la grandezza, la gratuità e la continuità del tuo perdono, perché a mia volta io sappia perdonare. Che io non dimentichi il prezzo che hai pagato per ottenermelo: la morte in croce di Gesù, tuo Figlio. Padre, aiutami a perdonare sempre. Amen.

Agire:Non fuggirò l’occasione d’incontrare – almeno “per educazione” – la persona con cui ho avuto difficoltà. Sarà il primo passo verso la piena riconciliazione.

Meditazione del giorno a cura di P. Salvatore Piga, osb tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it          


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ZENIT Staff

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