Rinviato a giudizio l'ex aiutante di camera del Papa

Pubblicate oggi la requisitoria e la sentenza relative al processo sulla fuga di documenti riservati vaticani. Coinvolto anche un dipendente della Segreteria di Stato

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedi 13 Agosto 2012 (ZENIT.org) – Sono state pubblicate, questo pomeriggio, la requisitoria e la sentenza del Giudice del processo del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano, l’avvocato Piero Antonio Bonnet, relative alla fuga di documenti riservati vaticani.

Il giudice istruttore ha rinviato a giudizio Paolo Gabriele, aiutante di camera del Papa, accusato di furto aggravato, e Claudio Sciarpelletti, dipendente della Segreteria di Stato, accusato di favoreggiamento.

L’avvocato della Santa Sede ha formulato l’atto d’accusa del Promotore di Giustizia, l’avvocato Nicola Picardi, basato sulla responsabilità dell’imputato Gabriele, sia per i documenti in possesso trovati nella sua abitazione, che per la sua stessa ammissione di colpevolezza.

L’ex maggiordomo, infatti – dopo aver negato, in un primo momento, la propria responsabilità– ha ammesso, nei successivi interrogatori, di aver fornito i documenti riservati al giornalista Gianluigi Nuzzi – poi pubblicati nel libro “Sua Santità” – motivando la sua azione come “un aiuto alla Chiesa”.

Seppur consapevole di compiere un atto illecito, Gabriele ha giustificato il suo agire ammettendo di ritenere il Pontefice non correttamente informato della corruzione interne alla Chiesa di cui invece egli era a conoscenza. Ha affermato: “Ero sicuro che uno shock, anche mediatico, avrebbe potuto essere salutare per riportare la Chiesa nel giusto binario”

Per la prima volta, inoltre, si è appreso che nel processo è stato coinvolto un altro dipendente vaticano, Claudio Sciarpelletti, tecnico informatico della Segreteria di Stato, che durante l’Istruttoria ha confessato di aver avuto numerosi contatti con l’aiutante di camera. Nel cassetto della scrivania del suo ufficio, è stata trovata, di fatto, una busta contenente il materiale riservato.

Sciarpelletti era stato arrestato il 25 maggio e poi posto in libertà provvisoria, previa cauzione, il giorno successivo, con l’obbligo di osservare alcune prescrizioni. Per mancanza di prove sulla complicità nel furto, tuttavia è stato ora escluso dalle accuse, ma verrà processato “per favoreggiamento”.

Come si legge nella sentenza, ciò corrisponde solo ad una chiusura parziale della Requisitoria, dal momento che il processo avviato dalla Magistratura vaticana è ancora in corso e può aprire nuovi procedimenti in base ad ulteriori indizi.

Secondo il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, non è possibile conoscere la data del processo fino a dopo il 20 settembre, data in cui la Corte si sarà aggiornata.

Alla domanda su un possibile intervento di Benedetto XVI dopo questo verdetto parziale, Padre Lombardi ha risposto che il Papa è “libero di esprimersi”, ma ha anche sottolineato che il Pontefice “è rimasto di fuori dal processo, al fine di dare maggiore autonomia ai giudici e un chiaro segno di trasparenza”.

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ZENIT Staff

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