Quando sarà riempita la rete…

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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ROMA, giovedì, 2 agosto 2012 (ZENIT.org). 

Vangelo

Matteo 13,47-53

In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: «Ancora, il regno dei cieli è simile a una rete gettata nel mare, che raccoglie ogni genere di I pesci. Quando è piena, i pescatori la tirano a a riva, si mettono a sedere, raccolgono i pesci buoni nei canestri e buttano via i cattivi. Così sarà alla fine del mondo. Verranno gli angeli e separeranno i cattivi dai buoni e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. Avete compreso tutte queste cose?». Gli risposero: «Sì». Ed egli disse loro: «Per questo ogni scriba, divenuto discepolo del regno dei cieli, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche». Terminate queste parabole, Gesù partì di là.

Lettura

Gesù, che ha tolto dalle loro barche Pietro e Andrea, Giacomo e Giovanni, per farne «pescatori di uomini»,si rifà al loro antico mestiere per illustrare, nella settima parabola del capitolo 13 di Matteo, la realtà finale del Regno dei cieli. Come la parabola della zizzania, anche questa della rete riguarda il “giudizio universale”. Emerge un forte invito a non lasciar correre inutilmente il tempo della misericordia. Nella similitudine dello «scriba divenuto discepolo»,possiamo scorgere i tratti autobiografici del primo Evangelista che più degli altri ha illuminato gli eventi del Nuovo Testamento con i testi dell’Antico.

Meditazione

Faremmo torto alla misericordia di Dio se nel giorno del “perdono d’Assisi” uscissimo dalla chiesa terrorizzati dal Vangelo che è stato proclamato, avendo fermato la nostra attenzione solo sulla scena degli “angeli che separano i cattivi dai buoni, per gettarli, poi, nella fornace di fuoco”.Certamente così sarà il giudizio universale che, però, avverrà soltanto “quando la rete sarà riempita” da tutti gli uomini vissuti sulla terraFino ad allora – ci assicura Pietro – è il tempo della misericordia e della pazienza di Dio, perché “il Signore è magnanimo con noi e non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi” (2Pt 3,9).Devo credere alla magnanimità di Dio, senza, però, prendermi gioco di Lui. Da qui l’invito evangelico ad utilizzare sapientemente della mia vita terrena come di un tempo favorevole che Dio mi dona, per pura grazia. Guai a contendere con il divino Vasaio… devo invece accettare fiduciosamente d’essere plasmato secondo la sua volontà, sapendo che egli mi farà sempre a sua immagine e somiglianza,conformandomi sempre più all’Unigenito suo Figlio. Per cooperare a questo progetto, anch’io, come Matteo, “da scriba, devo farmi discepolo”,non limitandomi ad una semplice lettura della Parola, impegnandomi, sul serio, a metterla in pratica, in modo che essa attui nell’oggi gli eventi salvifici del passato. A proposito di indulgenza plenaria in favore dei defunti: ricordiamoci che oltre “alla fornace di fuoco”, cioè l’inferno, in cui sono gettati per sempre i cattivi, c’è un’altra fornace, il purgatorio, nella quale vengono purificati tutti i salvati, fino a raggiungere la perfezione che li rende capaci di “vedere Dio”. Abbreviamo il loro dolore, avremo più amici nel cielo.

Preghiera: In comunione con le anime del Purgatorio, preghiamo con il Sal 119: «Le tue mani mi hanno fatto e plasmato: fammi capire e imparerò i tuoi comandi. (…) Signore, io so che i tuoi giudizi sono giusti e con ragione mi hai umiliato. Venga a me la tua misericordia, o Dio, e io avrò vita, perché la tua legge è la mia delizia».

Agire: Per ricevere o donare l’indulgenza plenaria, parteciperò alla santa Messa in una chiesa francescana o nella mia chiesa parrocchiale. 

Meditazione del giorno a cura di P. Salvatore Piga, osb tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it          

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ZENIT Staff

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