CITTA' DEL VATICANO, venerdì, 20 aprile 2012 (ZENIT.org) - La Chiesa cattolica negli Stati Uniti ha chiesto, in una lettera inviata al Segretario di Stato Hillary Clinton, di abrogare l'embargo a Cuba e ristabilire le relazioni diplomatiche tra Washington e l'Avana.

In una lettera inviata al Segretario di Stato Hillary Clinton, monsignor Richard E. Pates, vescovo di Des Moines (Stato dell'Iowa) e presidente della Commissione per la Giustizia Internazionale e Pace della Conferenza Episcopale, afferma che, con queste due misure, gli USA sosterranno il popolo cubano a conseguire più libertà, diritti umani e libertà religiosa.

Nella missiva, inviata martedì e resa pubblica ieri dalla Conferenza dei Vescovi Cattolici degli USA (USCCB), mons. Pates elogia un possibile alleggerimento delle restrizioni sui viaggi imposte l'anno scorso dall'amministrazione Obama. Il prelato dichiara nella lettera che dopo aver partecipato alla visita di Papa Benedetto XVI all'isola dal 26 al 28 marzo scorsi, ha potuto constatare in prima persona come continuare questa tendenza di apertura “migliorerà la vita della gente in entrambi i Paesi”.

Le organizzazioni caritative, incluse quelle della Chiesa cattolica, forniscono servizi essenziali per i cubani più poveri ed emarginati, ha scritto Pates nella lettera. Il presule aggiunge che durante la sua visita all'isola, sia i membri delle organizzazioni in questione che gli esponenti della Chiesa cattolica a Cuba gli hanno detto “ripetutamente” che il loro lavoro viene ostacolato dall’incapacità di ottenere prodotti dagli Stati Uniti a causa dell’embargo.

Mons. Pates ha ribadito la posizione della Chiesa cattolica, secondo la quale solo un riavvicinamento a Cuba porterà ad un cambiamento positivo nel Paese caraibico. “Speriamo e preghiamo per misure rapide ed appropriate per stabilire piene relazioni diplomatiche con Cuba e revocare tutte le restrizioni per viaggiare a Cuba e per fornire maggiore assistenza interpersonale al popolo cubano”, scrive mons. Pates.

“In questo modo, noi sosterremo il popolo cubano, i nostri vicini a sole 90 miglia di distanza, a raggiungere una maggiore libertà, diritti umani e libertà religiosa, oltre a coinvolgere un partner commerciale che beneficerà il commercio americano”, conclude il vescovo.