del Prof. Don Emilio Bettini
Università Cattolica del Sacro Cuore e Università Europea di Roma
ROMA, domenica, 1 aprile 2012 (ZENIT.org) - La presentazione del testo “La nuova creazione nella storia. Le grandi omelie pasquali di Benedetto XVI”, curate da monsignor Lorenzo leuzzi e pubblicata dalla Libreria Editrice Vaticana, non è l’ultimo atto, quello di chiusura, di un’esperienza di riflessione sull’insegnamento del Papa. Esso, in verità, ha il sapore della consegna di un testimone legato ad una proposta: «passate il testimone»1.
Il luogo in cui tale progetto ha origine è la Veglia Pasquale, Notte Santa nella quale le grandi omelie di Benedetto XVI sono state pronunciate e che il Signore Gesù Cristo ha consacrato con la gloria della sua Risurrezione2 e che la comunità che ha partecipato all’evento delle Letture Teologiche consegna alla luce di due parole chiave: 1) la nuova creazione, verità legata alla novità di Gesù Cristo e originata dal Battesimo; 2) nella storia, affinché si apprenda il coraggio di calare la fede ricevuta nel Battesimo, lavacro di rigenerazione, nella prassi di tutti i giorni.
L’impegno di divenire protagonista nel passaggio del testimone è presto individuato: si tratta di invitare tutti i battezzati ad «entrare nel cuore della fede cristiana e di non voler restare sulla soglia»3. Per questo, il testo assume anche la novità con cui il ciclo delle Letture teologiche sono state pensate: l’approfondimento culturale delle omelie, per loro natura destinate all’ascolto e alla meditazione, ma proponibili anche «a quanti abbiano desiderio di conoscere e, anche se lontani dalla pratica religiosa o dalla fede, siano aperti a confrontarsi con quell’annuncio»4.
Facciamo ora alcune considerazioni sulla struttura del percorso di questa forma di staffetta della fede. Esso è costruito sulla base di tre intuizioni di Benedetto XVI circa il mistero della nostra salvezza legata alla Pasqua di Cristo e che costituiscono tre tappe del percorso, corrispondenti alle tre omelie: 1) «sono risorto e sono sempre con te»; 2) «ancorati alla stessa identità… Cristo in noi»; 3) «il canto dei salvati».
I passaggi del testimone sono di due tipi. Uno interno al testo: dalla fede alla ragione in cui il messaggio delle singole omelie è calato nel confronto sincero tra riflessione teologica e riflessione laica alla luce della propria esperienza scientifica e lavorativa. L’altro passaggio è esterno al testo e consegue alla verità secondo la quale Cristo è risorto per tutti gli uomini.
Vi è tuttavia un passaggio a monte che appartiene a Cristo e che rappresenta il fondamento unico di tutta la staffetta della fede: la novità del Battesimo che percorre tutto il testo come un filo rosso, disegnando il contenuto dei tre passaggi: 1) rivestire l’uomo nuovo; 2) l’identità dell’uomo nuovo; 3) il suo fondamento come stabilità.
In questi termini il libro si qualifica non tanto come produzione di atti, ma piuttosto come strumento di lavoro per accogliere l’invito del Risorto: «Andate in tutto il mondo e predicate» (Mc 16,15b).
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1 Cfr. le parole di congedo del professore Hector dai suoi studenti in A. Bennet, Gli studenti di storia, Piccola Biblioteca 625, Ed. Adelfi, Milano 2012, p. 178.
2 Cfr. M. Augé – A.j. Chupungco – A. Nocent – M. Rooney – I. Scicolone . A.M. Triacca, Anàmensis. L’anno liturgico. Storia, teologia, celebrazione, Ed. Marietti, vol. 6, Genova 1988, p. 43.
3 Cfr. la presentazione del Card. Agostino Vallini in Leuzzi L. (a cura di), La nuova creazione nella storia. Le grandi omelie di Benedetto XVI, Ed. LEV, Città del Vaticano 2012, p. 5.
4 Ibid., p. 169.