L'Annunciazione a Teatro

Il mistero di Giuseppe rivissuto in tempi moderni

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di Maria Cristina Terenzi

ROMA, domenica, 25 marzo 2012 (ZENIT.org) – “Il mistero di Giuseppe” è lo spettacolo andato in scena a Palermo, ieri 24 marzo, in occasione del Convegno nazionale del Movimento per la vita.

La pièce, interpretata da Andrea Soffiantini , Laura Aguzzoni, Giampiero Bartolini e Paola Contini per la regia di Giampiero Pizzol, è stata soprattutto un evento capace di toccare profondamente il cuore e la mente di tutto il pubblico.

Capita a volte che alcuni personaggi letterari o storici chiedano di uscire dalle pagine per rivivere a teatro. E’ il caso di questa Storia incredibile edita da Itaca libri e scritta da Lorenzo Gazzoni, lui stesso personaggio vitale, tumultuoso, che ha concluso la sua vita con il peso di una lunga malattia e la leggerezza della fede. Il romanzo racconta una storia d’ amore.

Si tratta della storia più importante e misteriosa del mondo perchè l’uomo si chiama Giuseppe e la donna si chiama Maria. Ma la loro vicenda non è lontana duemila anni da noi, avviene oggi.

Questa è la sconcertante freschezza della storia: Maria riceve l ‘annuncio dell’angelo mentre stira i panni e ascolta la radio, suo padre colpito dalla notizia fissa subito un appuntamento al consultorio. Il dialogo tra la ragazza e una assistente sociale arriva a vertiginose altezze dostoevskiane.

Giuseppe vaga solitario per le vie della città, quindi lascia l’auto e si mette a scalare una montagna immerso in angosciosi pensieri. Allo stesso modo inizia la scalata alla montagna di parole del romanzo per portare tutto il pubblico alla vetta.

Così nasce un avvenimento teatrale originale fatti di incursioni letterarie e sceniche, drammatico e vibrante di umanità, antico e moderno, magistralmente interpretato da cinque attori professionisti dell’ensemble Compagnia Bella di Forlì, alcuni dei quali vantano una provata esperienza di teatro sacro fin dall’esordio con lo storico “Interrogatorio a Maria” di Giovanni Testori.

Le musiche composte appositamente per lo spettacolo sono del compositore genovese Roberto Tagliamacco e sono state eseguite dal vivo con grande intensità espressiva dal chitarrista di fama internazionale Piero Bonaguri.

L’ evento teatrale è dunque un cammino attraverso il dolore, l’ amore, il sogno, il dubbio, la ragione, la verità e ad ogni svolta, come accade in montagna, ci si sorprende di trovarsi più in alto e si intravvede la misteriosa e sorprendente bellezza della vita.

Rappresentazione vera dunque che rende presente il mistero sconvolgente dell’Incarnazione, l’ incredibile e appassionante storia di Dio che si fa uomo, anzi seme umano nel ventre di una donna e sceglie un padre, una famiglia, una casa, lasciando senza parole ogni filosofia e ogni ragionamento.

Questa storia rivissuta in teatro è il dramma di un credente che recupera tutta la concretezza e la carnalità della fede, un credente di oggi perché l’ Annunciazione è una novità in ogni momento della nostra esistenza, in qualsiasi condizione sociale.

In particolare, vedere e ascoltare in teatro questo mistero contemporaneo in occasione del Convegno del Movimento per la vita e alla vigilia della festa dell’Annunciazione significa vivere e percepire con maggior forza e attualità il messaggio di salvezza rivolto a tutta l’umanità.

Essere uomini oggi, in questa Italia dubbiosa e affaticata, vuol dire riconoscere l’annuncio di un Dio che entra con discrezione e rispetto nel cuore di ciascuno e attende in silenzio il gesto della nostra libertà, ci chiede un sì alla vita nostra e non nostra.

Quando il teatro parla di questo, allora il dramma avviene non più nella finzione scenica, ma nella concretezza e attualità della vita. Grazie dunque agli artisti e all’arte capace di appassionarci alla bellezza di questa nostra breve e infinita esistenza.

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ZENIT Staff

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