di Luca Marcolivio
ROMA, sabato, 24 marzo 2012 (ZENIT.org) – Un nuovo volume va ad arricchire l’ormai cospicua collana dei “libri-intervista” con padre Livio Fanzaga. Il ritorno di Cristo (Piemme, 2012) è ormai la quarta pubblicazione realizzata dal fondatore di Radio Maria in collaborazione con il filosofo Diego Manetti e reca come sottotitolo: La seconda venuta di Gesù e le profezie di Medjugorie sulla fine dei tempi.
Significativamente il testo è stato pubblicato all’inizio dell’anno che, secondo una controversa leggenda maya, dovrebbe segnare la Fine dei Tempi, caratterizzata, nella tradizione cristiana, dal ritorno del Figlio di Dio sulla terra “per giudicare i vivi e i morti”. Una vulgata, quella maya, che, tuttavia, non è affatto l’oggetto del libro e a cui, giustamente, vengono dedicate solo poche righe.
Il tema affrontato da Manetti e da padre Livio nel loro lungo colloquio (trasmesso a puntate, le scorse settimane, su Radio Maria) è complesso, scomodo, inquietante e in genere assai poco dibattuto dagli stessi pastori della Chiesa. In compenso si è prestato, negli ultimi anni ad un’impressionante banalizzazione, complice soprattutto un certo cinema tra il fantascientifico e il catastrofico.
Padre Livio è tutt’altro che nuovo all’argomento (si vedano a tal proposito saggi precedenti come La donna e il drago. I giorni dell’apocalisse, edito da Sugarco) e lo affronta in modo rigoroso e sistematico, com’è nel suo stile, attraverso due chiavi di lettura differenti: le Sacre Scritture e le apparizioni mariane. Ne emerge innanzitutto che la “battaglia escatologica” è qualcosa che coinvolge non solo il tempo che viviamo ma l’intera storia della Chiesa, sin dalla caduta dell’Uomo nell’abisso del peccato originale. È proprio la Genesi a ricordarci che Dio ha posto inimicizia tra la Donna e il Serpente (cfr. Gn 3,15) e ciò durerà fino alla Fine dei Tempi, quando si scatenerà la resa dei conti definitiva tra bene e male e sarà la Vergine Maria, nuova Eva, a schiacciare la testa del Serpente malvagio. In mezzo ai due eventi c’è l’incarnazione di Dio in Gesù Cristo, culminata con il suo sacrificio redentivo, che salva l’uomo dal peccato, senza però cancellare l’azione del Maligno e le sue perniciose conseguenze sulla storia dell’umanità.
Quest’epoca, tuttavia, vede Satana sciolto dalle catene, in grado di farsi gioco degli uomini e mandarli in rovina come mai in passato. Lo confermano i messaggi della Madonna a Medjugorie, peraltro in perfetta continuità con le apparizioni mariane dei due secoli passati da Rue de Bac a Fatima e La Salette, fino ad arrivare ad Akita e a Kibeho. Lo si riscontra, tuttavia, anche nella storia recente e nell’attualità, sempre più caratterizzata per un’apostasia di massa tra i popoli un tempo cristiani e per le mistificazioni intellettuali che pretendono di relegare in soffitta il concetto stesso di peccato.
Quali sono, tuttavia, i “segni dei tempi” che lascerebbero prefigurare l’imminente ritorno di Cristo sulla terra per il Giudizio Finale? È Gesù stesso a ricordarci che sarà un’epoca terribile, marcata da guerre, carestie e sconvolgimenti naturali (Mt 25,4-8). In secondo luogo si assisterà al dilagare dei falsi profeti, che, con le loro ingannevoli dottrine, riusciranno raffreddare o distorcere la fede di tanta gente in tutto il mondo (Mt 25, 9-14), e a spaccature profonde all’interno della Chiesa. I cristiani degli ultimi tempi saranno poi vittime di una persecuzione bestiale – l’ultima e definitiva – e, al tempo stesso, il Vangelo avrà raggiunto ogni angolo della terra e l’intero popolo d’Israele si convertirà.
L’Apocalisse di San Giovanni, a sua volta, con maggior dettaglio rispetto ai Vangeli, descrive i momenti terrificanti della Fine, con lo scatenamento del Dragone infernale (Ap 20,1-3), contro le cui armate Maria capeggerà il suo pacifico esercito, spianando la strada alla vittoria di suo Figlio. C’è chi, come San Luigi Maria Grignion de Montfort, profetizza, concluso il tempo dell’offensiva satanica, un “tempo di pace” sotto il segno della Madonna. Un messaggio pieno di analogie con le apparizioni di Medjugorie, che trova un parallelo anche nelle vicende di molti mistici degli ultimi due secoli – da Anna Katharina Emmerick a Maria Valtorta, fino a Santa Faustina Kowalska – come pure nelle opere di narratori visionari del calibro di Vladimir Soloviev o Richard Benson. Ciononostante il giorno e l’ora della Fine non sono noti né all’uomo, né a Gesù che tornerà nella Gloria: solo il Padre lo sa (cfr. Mt 24,37). Dobbiamo quindi guardarci dalle tante profezie di sventura e di Apocalisse che si sono susseguite durante la storia (cfr. Il ritorno di Cristo, cap. 12).
Quale che sia il destino che ci attende, anche alla luce delle apparizioni di Medjugorie e dei dieci segreti ad esse collegati, l’umanità è chiamata insistentemente da Maria alla conversione. E la Madonna “è qui per dirci – afferma padre Livio – che se seguiremo i suoi richiami il Diavolo non vincerà, bensì avremo ancora un tempo di pace e di prosperità”.
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