Sui valori degli italiani rilevati dal Censis

I maestri o i modelli ai quali ci ispiriamo

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di Antonio D’Angiò

ROMA, domenica, 18 marzo 2012 (ZENIT.org).- La Fondazione Censis, in occasione del centocinquantenario dell’Unità d’Italia, ha realizzato una indagine sui valori degli italiani riprendendo ed ampliando i temi già trattati, sempre dal Censis, nel 1988.

La ricerca è stata presentata martedì 13 marzo e nei giorni successivi molti sono stati i titoli dei giornali che hanno sottolineato la riscoperta dei valori da parte degli italiani. Segnaliamo quello del Corriere della Sera ”Meno consumismo, più famiglia: se si riscoprono i valori” e di Avvenire “Valori, questi conosciuti”. Titoli che davano enfasi a quegli elementi che lo studio del Censis rilevava come nuovamente al centro dell’agire e degli ideali degli italiani: la famiglia, la fede, la patria (evidenziati daAvvenire); l’onestà, la solidarietà, la qualità della vita (rimarcati dal Corriere).

Speriamo di poter ritornare in futuro in maniera più approfondita su questa ricerca ad integrazione delle evidenze che già in passato avevamo fornito sia sul “Cambiamento demografico” (visto dal progetto culturale della CEI) che sulla “Geografia dell’Italia cattolica” (approfondita in un saggio di Roberto Cartocci) in modo da poter consegnare una lettura più organica.

Vogliamo qui riprendere solo un aspetto dell’indagine del Censis, cioè quello sulla trasmissione dei valori, che in questi mesi avevamo incontrato in alcune pagine dei libri di Massimo Camisasca (“Amare ancora” e “Dentro le cose, verso il mistero”) e di Alberto Cavallari (“la forza di Sisifo”), in modo da poter ritrovare in dati scientifici i temi posti all’attenzione da un contemporaneo educatore come Camisasca e da un protagonista della “questione morale” degli anni ’80 come Cavallari.

A distanza di quasi un quarto di secolo dal 1988, nel 2012 i ricercatori del Censis pongono al campione nuovamente la domanda: “Molte persone hanno un modello/maestro al quale si ispirano nelle varie circostanze della vita. Lei può dire di averne uno?

Prima di addentraci nei numeri però, proviamo a ricordare alcuni eventi del 1988, sapendo bene che le risposte date allora erano la stratificazione di vissuti precedenti (anni che, con una espressione entrata nel lessico comune, furono chiamati dell’edonismo reaganiano) e che, questi eventi, possono solo aiutarci a contestualizzare il periodo. Tra i tanti: viene presentata la nuova Fiat Tipo, Massimo Ranieri vince Sanremo con “Perdere l’amore”, vi sarà la staffetta governativa tra Giovanni Goria e Ciriaco De Mita negli ultimi governi a guida democristiana della Prima Repubblica, diviene operativo il decreto Ferri sui limiti di velocità, Giovanni Paolo II pubblica la lettera apostolica “Mulieris Dignitatem”, Gorbaciov assume la carica di capo del Soviet Supremo dell’URSS e George Bush, già vicepresidente di Reagan, diviene presidente degli Stati Uniti.

Se nel 1988 avevano risposto alla domanda del Censis solo il 36,8% degli italiani, nel 2012 questa percentuale si è attestata al 59,2%, quindi una crescita notevole (più 22,4 punti percentuali), si può dire quasi un punto percentuale annuo.

TABELLA:

% che hanno un modello: 2012 / 1988 / Differenza %

Mio padre: 22,1 / 14,7 / 7,4

Mia madre: 12,9 / 7,3 / 5,6

Personaggi dei testi sacri/leader religiosi: 4,4 / 1,5 / 2,9

Altro parente: 3,8 / 1,3 / 2,5

Il padre spirituale (sacerdote…): 3,4 / 0,8 / 2,6

Il mio partner: 2,3 / 2,0 / 0,3

Il mio insegnante: 2,3 / 1,2 / 1,1

Un amico: 1,9 / 3,5 / -2,6

Un leader politico: 1,6 / 0,9 / 0,7

Un artista vivente: 1,3 / 1,0 / 0,3

Un campione sportivo: 1,2 / 1,1 / 0,1

Il mio psicanalista / psicoterapeuta: 0,3 / 0,2 / 0,1

Altro: 1,7 / 1,3 / 0,4

Il primo elemento da rilevare è che tutti i modelli di riferimento riscontrano un aumento tranne la voce “un amico” che ha visto ridursi la percentuale all’1,9% (3,5% nel 1988), dato ancor più significativo se si considera che è aumentata la quota di italiani che hanno espresso comunque una preferenza.

Sostanzialmente stabile nel tempo il modello “il mio partner” che però non risente dell’onda lunga provocata dal maggior numero di preferenze degli italiani e pertanto vedere ridursi anche il suo peso.

Si confermano i due genitori (padre e madre) come i modelli di riferimento più scelti dagli italiani (rispettivamente con il 22,1% ed il 12,9%) con una crescita relativa più marcata per la madre rispetto al padre, scelte che contemplano comunque ben oltre la metà di chi esprime una preferenza.

I modelli che hanno visto un deciso aumento sia in termini assoluti che relativi sono i “Personaggi dei testi sacri / leader religiosi” con un 4,4% (era l’1,5% nel 1988), “Altro parente” che si attesta al 3,8% (più di 2,5 punti percentuali rispetto al 1988) e “Il padre spirituale (sacerdote…)”, che nel 1988 era al dodicesimo posto nelle scelte degli italiani (con lo 0,8%) per arrivare ad essere il quinto modello con il 3,4% nel 2012.

Per chiudere, chi ha vissuto questi anni che coincidono orientativamente con il periodo che intercorre dalla caduta del muro di Berlino, può riflettere attraverso la consueta immaginifica prosa che dona il Censis: “L’individuo come guida non basta più a sé stesso, cerca altri punti di riferimento, forse delle radici a cui ricollegarsi, perché sente che da solo potrebbe fare poca strada”.

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ZENIT Staff

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