di Jan Bentz
ROMA, domenica, 18 marzo 2012 (ZENIT.org).- Nella splendida cornice dell’ambasciata della Germania presso la Santa Sede, nel quartiere ‘Parioli’, è stato presentato mercoledì 14 marzo il Primo volume delle Gesammelte Werke di Joseph Ratzinger attuale Pontefice Benedetto XVI.
L’ambasciatore tedesco presso la Santa Sede, Reinhard Schweppe, aveva incaricato il vescovo di Ratisbona (Regensburg) e curatore delle Gesammelte Werke, monsignor Gerhard Ludwig Müller, di presentare con questo volume al pubblico la dissertazione di Joseph Ratzinger, Volk und Haus Gottes in Augustinus Lehre von der Kirche (Popolo e casa di Dio nella dottrina della Chiesa di sant’Agostino).
Precedentemente sono stati pubblicati già i volumi 2, 7, 8/1, 8/2, 10, 11 e 12.
All’evento erano invitati ospiti importanti, fra cui il cardinale Walter Brandmüller, il presidente della Conferenza Episcopale Tedesca, monsignor Robert Zollitsch, vari membri della Curia Romana e rappresentanti della stampa tedesca e della Radio vaticana.
Dopo un breve ricevimento nel giardino dell’ambasciata, ha preso la parola l’ambasciatore Schweppe e ha ringraziato gli ospiti per la loro presenza ed interesse per la prima opera accademica dell’attuale Papa.
Nella sua veste di editore, il vescovo Müller ha iniziato la presentazione della dissertazione sull’unità della Chiesa nell’Eucaristia con parole sull’opera del Dottore della Chiesa, sant’Agostino di Ippona. La dottrina e il pensiero di questo grande teologo hanno influenzato come nessun altro la storia della chiesa. Come giovane studente, Joseph Ratzinger è stato confrontato nel 1950 con una richiesta del suo professore, Gottlieb Söhngen, il quale aveva riconosciuto nel concetto “popolo di Dio” il principio guida dell’ecclesiologia di sant’Agostino.
Joseph Ratzinger, che era già studioso di sant’Agostino, ha elaborato la sua dissertazione fra luglio 1950 e marzo 1951, arrivando ad una conclusione diversa. Da Agostino, il concetto “popolo di Dio” è “conformemente alla Sacra Scittura il nome di Israele come popolo eletto”.
Il popolo, che è stato chiamato da Cristo di essere la Chiesa, è però “corpo”. Il testo chiave è 1 Cor 10, 17: “Poiché c’è un solo pane, noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo: tutti infatti partecipiamo dell’unico pane ”.
La chiesa è quindi una “communio dei credenti in Cristo nell’unità del Corpo eucaristico che ci trasforma in Cristo”. Müller ha formulato in proposito la frase chiave: “La Chiesa vive della Eucaristia e nell’Eucaristia diventa stessa il Corpo di Cristo”.
Questa dottrina viene sostenuta anche dal Concilio Vaticano Secondo. La chiesa è la comunione di coloro che celebrano insieme la Cena del Signore. Così, con la sua prima importante opera scientifica, l’attuale Papa ha messo in evidenza l’approccio eucaristico di Agostino.
In questo contesto, monsignor Müller ha detto che molti discorsi del Santo Padre, specialmente quelli pronunciati durante la sua visita in Germania, proprio per il loro concetto di Entweltlichung (demondanizzazione) sono stati “innovativi e suscitanti”, in parte anche inaspettati, perché molti “ignoravano l’intenzione del Santo Padre”.
Con questo Benedetto XVI ha voluto solo esporre che la Chiesa in mezzo ad ordini mondiali tuttora esistenti deve rendere presente la “nuova forza della fede nell’unità degli uomini nel Corpo di Gesù”, “come un elemento della trasformazione, la cui forma completa Dio stesso creerà”.
In questo senso, nella proclamazione del messaggio Papa Benedetto XVI rimane fedele a se stesso, come ha dimostrato per esempio nella sua prima enciclica Deus caritas est, che richiama l’attenzione sulla carità come vocazione dei cristiani. “Un contributo della Chiesa alla demondanizzazione è anche la riduzione e l’eliminazione della sofferenza, della miseria e della sofferenza dell’uomo, come un ‘elemento della trasformazione'”, ha detto monsignor Müller.
Il vescovo di Ratisbona ha anche sottolineato che la collana, che sarà composta in totale da 16 volumi, documenta il lavoro teologico di Joseph Ratzinger fino alla sua elezione al soglio petrino nell’aprile 2005.
La sua dissertazione è l’elemento centrale della formazione teologica del Santo Padre, che rimane molto legato al vescovo, pensatore e santo di Ippona, come dimostrano le sue catechesi del mercoledì.
Monsignor Müller ha concluso il suo intervento invitando tutti a riscoprire cosa significano essere cristiano, comunità, Chiesa ed Eucaristia.
Il coeditore, Rudolf Voderholzer, professore di Teologia dogmatica e Storia dei dogmi presso la Facoltà Cattolica dell’Università di Treviri (Trier), ha completato l’esposizione con un riferimento allo stile linguistico di Joseph Ratzinger, capace di spiegare in modo semplice e comprensibile anche tematiche difficili.
Per questo motivo l’opera accademica è preziosa ed accessibile anche ai non specialisti. Le sei prediche aggiunte al testo principale servono da “trasposizione omiletica” dell’opera nel senso di Benedetto XVI, che si è sempre ritenuto un “mediatore”.
Alla domanda se l’opera riguarda anche il rapporto tra cristiani ed ebrei, Müller ha detto che la Chiesa come specificum rappresenta il “Corpo di Cristo” e il “Tempio dello Spirito Santo”, ma che gli ebrei come “popolo di Dio” non hanno compiuto l’ultimo passo verso Gesù Cristo.
Ciononostante, il rapporto tra cristiani ed ebrei è molto speciale, poiché Gesù Cristo stesso è uscito da questo popolo da queste persone e si pone in continuità con esso. Entrambe le cose vanno dunque sottolineate, cioè la continuità e il novum della Chiesa come “Corpo di Cristo”.
E’ il Papa stesso che decide la raccolta delle sue opere e l’ordine di pubblicazione di ogni volume. Traspare dunque lo spirito del grande teologo in tutti gli aspetti.
Tutti i testi vengono pubblicati senza modifiche. La ricezione è molto positiva, come del resto dimostrano le varie edizioni dei volumi già pubblicati.
Infine, monsignor Müller ha sottolineato la continuità nel pensiero dell’attuale Pontefice. Durante tutta la sua vita ha precorso varie tendenze e ha risposto a loro ancora prima che si fossero mai diffuse. “Per questo non ha dovuto cambiare retroattivamente la sua opinione”.
Il prossimo volume delle Gesammelte Werke, che verrà stampato tra qualche settimana, raccoglierà tutti gli scritti legati al compito svolto da Joseph Ratzinger durante il Concilio Vaticano II.
[Traduzione dal tedesco a cura di Paul De Maeyer]