di Antonio Gaspari
ROMA, sabato, 17 marzo 2012 (ZENIT.org).-Si è svolto a Roma il 9 di marzo presso la Pontifica Università Antonianum di Roma il Seminario “Chiara d’Assisi e le fonti clariane”.
Si è trattato del secondo incontro di un progetto sviluppato in tre giornate di studio organizzate in collaborazione dalla Scuola Superiore di Studi Medievali della Pontificia Università Antonianum e il Dipartimento di Scienze Storiche della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università Cattolica di Milano.
L’obiettivo è quello di cercare di fare un bilancio sui lavori di edizione e traduzione di fonti francescane, sia nell’accezione più larga del termine sia proprio in merito ai libri che portano questo titolo.
Il primo incontro si è svolto venerdì 28 ottobre 2011 presso l’Università Cattolica di Milano e ha avuto come tema “Francesco d’Assisi e le Fonti francescane”;
In questo secondo incontro sono intervenuti molti dei principali studiosi di santa Chiara come Maria Pia Alberzoni, Marco Bartoli, Padre Giovanni Boccali, Marco Guida, Jacques Dalarun, Carlo Paolazzi, Leonard Lehmann, Attilio Bartoli Langeli e molti altri
Seguirà poi un terzo incontro, ancora presso l’Università Cattolica, nell’autunno del 2012, dedicato alle edizioni di fonti di carattere filosofico-teologico.
L’incontro su Chiara d’Assisi e le fonti clariane ha un valore aggiunto dal fatto che proprio in quest’anno cade l’VIII Centenario da quando la Santa di Assisi, sull’esempio di san Francesco, abbandonò la casa paterna per vivere la forma di vita del santo Vangelo, dando inizio a quella particolare forma di vita comunitaria che diverrà l’ordine delle Clarisse.
Per cercare di approfondire fonti e conoscenze il pensiero e le opere di Santa Chiara D’Assisi ZENIT ha intervistato Padre Pietro Messa, Preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani della Pontificia Università Antonianum.
Chi è santa Chiara d’Assisi?
Chiara è nata nel 1193 circa, ossia quando Francesco d’Assisi aveva già 11 anni; oltre all’età vi era una differenza di rango sociale essendo la prima nobile di una casata di cavalieri, mentre il secondo figlio di una mercante, che si era arricchito ma non avendo titoli ambiva allo status cavalleresco. In questo caso il desiderio del padre, Pietro di Bernardone, corrispondeva ai sogni del figlio che, pur non essendolo già, si comportava come se vivesse in una corte assumendo un comportamento dettato da una vera e propria ideologia cavalleresca.
Dal momento che vi fu un cambiamento in Francesco e si formò la fraternità minoritica, che diventerà l’ordine dei frati Minori, anche Chiara si lasciò coinvolgere in tale vita evangelica e così abbandonò il palazzo paterno per raggiungere la chiesetta della Porziuncola in cui con un gesto tanto semplice quanto significativo – il taglio dei capelli – iniziò una forma di vivere che continuò fino alla sua morte, circa quaranta anni dopo, ossia nell’agosto 1253.
Perchè il suo carisma è ancora vivo dopo 800 anni?
La vicenda di Chiara non finì con la sua morte, ma continuò grazie alla comunità delle sorelle in cui visse e che si ispireranno a lei, che diventeranno le Clarisse, alla Regola da lei composta e approvata da papa Innocenzo IV pochi giorni prima della sua morte e al riconoscimento canonico della sua santità – la cosiddetta canonizzazione – da parte del Pontefice. Tutto ciò permise che quella vita vissuta da Chiara prendesse una forma anche istituzionale che permettesse di durare nel tempo, attraversare la complessità e contraddittorietà della storia e giungere fino ad oggi. Importante che in questi 800 anni tale regola di vita ha prodotto diversi frutti di santità tra cui si può ricordare per esempio santa Caterina Vigri da Bologna e santa Veronica Giuliani.
Quali sono le vicende storiche e le virtù eroiche che la rendono ancora attuale?
La vicenda di Chiara, come ogni realtà umana, è datata e quindi si conclude con la sua morte nell’agosto 1253; pertanto affermare l’attualità di una determinata vicenda storica è una forzatura anacronistica per non dire ideologica. Al massimo possiamo dire che la vita e il pensiero di Chiara – espresso soprattutto nei suoi Scritti – può aiutare noi a vivere occasioni e problematiche che l’attualità ci pone. Ad esempio possiamo ricordare la sua vita ritmata dall’alternanza di preghiera e vita comunitaria, di silenzio e dialogo (circa questo si deve riconoscere una sintonia tra l’esperienza di Chiara e la lettera pastorale del cardinal Giuseppe Betori, Nel silenzio la parola, Mandragora 2011). Similmente l’avere una regola che aiuta a mettere e mantenere ordine nella vita; come ai tempi di san Benedetto – caratterizzati da un movimento di popoli – i monaci mediante una regola di vita non soccombettero – come invece tanti edifici romani espressione di una civiltà che in essi esprimeva la sua idea di immortalità -, ma furono quasi inconsapevolmente sintesi e inizio di un nuovo periodo culturale.
Cosa potrebbe dire ai giovani di oggi Santa Chiara?
Negli scritti e agiografie di Chiara emergono tanti aspetti che mostrano quanto da lei vissuto nei circa 60 anni della sua vita; in tutto ciò i giovani, ma non solo possono trarre aspetti che possono essere di aiuto, come appunto l’alternanza silenzio e parola, una regola di vita, un’affezione che offre non solo un motivo per cui vivere ma persino per cui dare la vita, come testimonia il desiderio di martirio espresso dalla Santa d’Assisi quando udì della morte in Marocco dei Protomartiri francescani (cfr. Dai Protomartiri francescani a sant’Antonio di Padova. Atti della Giornata Internazionale di Studio (Terni, 11 giugno 2010) a cura di L. Bertazzo – G. Cassio, Ed. Centro Studi Antoniani, Padova, 2011). La validità di tali aspetti è mostrata dalla testimonianza di monsignor Luigi Padovese, frate cappuccino e vescovo ucciso in Turchia il 3 giugno 2010, nella cui formazione un contributo ha dato anche gli studi da lui fatti su Chiara e il contatto con le Clarisse (cfr. Paolo Martinelli, Luigi Padovese. Uomo di comunione, Velar, Gorle 2010).