di Luca Marcolivio
CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 16 marzo 2012 (ZENIT.org) – Manca una settimana esatta all’inizio della visita pastorale di Benedetto XVI a Cuba e in Messico e le aspettative per questo viaggio sono altissime.
Si tratta, per molti versi, della prosecuzione di un’opera pastorale già avviata con Giovanni Paolo II. Papa Ratzinger, infatti, si recherà molti dei luoghi che il suo predecessore non poté visitare, pur desiderandolo.
Il 23° viaggio pastorale del pontificato di Benedetto XVI è stato annunciato lo scorso 12 dicembre, durante la solenne messa nella basilica di San Pietro in cui si celebrava la festa liturgica della Vergine di Guadalupe, patrona delle Americhe, peraltro in coincidenza con il bicentenario dell’indipendenza delle nazioni sudamericane.
Il bicentenario rappresenta il denominatore comune per entrambe le visite pastorali, ciascuna delle quali, a sua volta, si pone in concomitanza con una ricorrenza ulteriore: a Cuba si festeggia il IV centenario (1612) del ritrovamento dell’immagine della Madonna della Carità del Rame, patrona dell’isola caraibica, mentre in Messico cade il ventennale (1992) dell’avvio delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede.
Come ha ricordato, nel corso del briefing tenuto stamattina con i giornalisti accreditati, padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa Vaticana, in entrambi i paesi latino-americani, i fedeli e le diocesi hanno vissuto degli eventi in preparazione dell’arrivo del Santo Padre.
A Cuba è in corso il giubileo della Madonna della Carità del Rame, anticipato da un pellegrinaggio che ha portato l’immagine sacra della patrona in ogni angolo dell’isola. In Messico, invece, una peregrinazione simile ha avuto ad oggetto, alla fine dello scorso anno, alcune reliquie del beato Giovanni Paolo II.
Le implicazioni e le motivazioni delle due visite sono molteplici: il Messico è un paese in cui la fede cattolica, in particolare con la devozione alla Vergine di Guadalupe, è particolarmente radicata, nonostante la diffusione di culti evangelici o settari.
Le visite di Giovanni Paolo II furono quattro (1979, 1990, 1999, 2002) e in pochi paesi si è instaurato, in epoca moderna, un legame tanto caloroso e profondo con il successore di Pietro.
La visita di Benedetto XVI era attesa fin dagli albori del pontificato ratzingeriano e, in qualche modo, compensa la delusione dei messicani per l’assenza del Papa, durante l’Incontro Mondiale delle Famiglie del 2009.
Il Santo Padre, in quest’occasione, non visiterà la capitale, né il Santuario di Guadalupe – che furono invece tappe delle visite di Wojtyla – ma si recherà a Leon e Guanajuato. Quest’ultima, ha spiegato padre Lombardi, è situata al centro esatto del paese e questa posizione ha un valore simbolico molto forte per l’intera popolazione messicana.
Particolare importanza assumerà il pellegrinaggio al santuario di Cristo Re, sul monte Cubilete, nei pressi di Leon, dove il Papa, a distanza, azionerà un pulsante che illuminerà l’intera chiesa.
In Messico, il culto di Cristo Re dell’Universo è secondo soltanto a quello guadalupano: non a caso Que viva Cristo Rey! era il ‘grido di battaglia’ dei cristeros, i difensori della libertà religiosa, molti dei quali martirizzati, durante la guerra civile degli anni ’20.
Il Pontefice non si recherà a Città del Messico, sia perché, come accennato, fu tappa dei precedenti viaggi del beato predecessore, sia per l’età avanzata di papa Ratzinger (85 anni tra un mese), al quale si vuole risparmiare l’elevata altitudine (2300 metri) della capitale.
La salute del Papa, comunque, ha assicurato Lombardi, è decisamente buona e perfettamente compatibile con un viaggio pastorale intercontinentale.
La visita a Cuba assume, inevitabilmente, un significato politico (epocale era stato, nel 1998, l’incontro a l’Avana tra Giovanni Paolo II e il lider maximo, Fidel Castro), tuttavia, in quest’occasione gli aspetti istituzionali avranno un profilo relativamente più basso.
Difficilmente, infatti, Benedetto XVI incontrerà Castro (anche per le cattive condizioni di salute di quest’ultimo) e ancor meno probabile sarà un incontro tra il Pontefice e gruppi di dissidenti cubani.
Rispondendo alla domanda di un giornalista, padre Lombardi ha ribadito quella che è la posizione della Santa Sede sull’embargo contro Cuba, ovvero una misura che penalizza soprattutto il popolo dell’isola caraibica.
Una peculiarità: le celebrazioni per la solennità dell’Annunciazione avverranno, proprio a Cuba, lunedì 26 marzo, essendo il 25 (giorno canonico della solennità) una domenica.
La delegazione di porporati e uomini di Curia cha accompagneranno il Santo Padre durante la sua visita pastorale oltreoceano sarà composta da: cardinale Marc Ouellet, presidente della Pontificia Commissione per l’America Latina; cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio “Cor Unum”; cardinale Javier Lozano Barragan, presidente emerito del Pontificio Consiglio per gli Operatori Sanitari; cardinale Antonio Canizares, prefetto della Congregazione per il culto Divino; monsignor Dominique Mamberti, segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede.
Saranno circa 250 i vescovi che prenderanno parte ad almeno uno degli eventi previsti nel corso della visita pastorale di Benedetto XVI in Messico e a Cuba: tra questi figurano tutti i presidenti delle conferenze episcopali dell’America Latina.
Nel corso del briefing con i giornalisti, padre Lombardi ha mostrato due dipinti emblematici delle due mete del Santo Padre. La prima è una riproduzione della Madonna di Guadalupe realizzata da Miguel Cabrera (1695-1768), oggi custodita nel Pontificio Collegio Messicano di Roma.
L’altra opera è il San Cristobal (San Cristoforo) di Cosme Proenza Almaguer. Si tratta di un dono dell’Arcidiocesi dell’Avana – di cui San Cristoforo è il patrono – a Giovanni Paolo, durante la sua visita del 1998. Oggi il quadro è conservato al primo piano della Sala Stampa della Santa Sede.