di Luca Marcolivio
CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 9 marzo 2012 (ZENIT.org) – Il sacramento della Riconciliazione è di fondamentale importanza anche ai fini della Nuova Evangelizzazione. Lo ha ribadito papa Benedetto XVI nel corso dell’udienza concessa ai partecipanti al Corso annuale sul Foro Interno, promosso dalla Penitenzieria Apostolica.
Dopo aver ringraziato monsignor Gianfranco Girotti, reggente della Penitenzieria, e il Cardinale Maunel Moneiro de Castro, Penitenziere Maggiore, che ha rivolto l’indirizzo di saluto, Benedetto XVI ha ricordato che l’attività del confessore richiede “un’adeguata preparazione teologica, spirituale e canonica”, essendoci un “legame costitutivo tra celebrazione sacramentale e annuncio del Vangelo”.
Sacramenti e annuncio della Parola non sono due elementi indipendenti o “separati”, dal momento che entrambi “affondano le radici nel mistero stesso dell’Incarnazione”. Il sacramento della Riconciliazione è, esso stesso, un “annuncio”, quindi, apre le porte alla “opera della nuova evangelizzazione”.
Il legame tra Riconciliazione ed Evangelizzazione è riscontrabile nel “cammino quotidiano di conversione personale e comunitaria per conformarsi sempre più a Cristo”: lo testimoniano “tutti i santi della storia”.
La “conversione dei cuori” è dunque “il ‘motore’ di ogni riforma e si traduce in una vera forza evangelizzante”. Il peccatore pentito diventa così un “uomo nuovo”, mediante “l’azione gratuita della Misericordia Divina”. Solo chi vive quest’esperienza rinnovante e santificante può “portare in se stesso, e quindi annunciare, la novità del Vangelo”.
Benedetto XVI ha quindi fatto proprio l’appello del suo predecessore, il beato Giovanni Paolo II, che invocava un “rinnovato coraggio pastorale” per rilanciare il sacramento della Penitenza, che passa attraverso l’incontro con il volto di Cristo “come Mysterium pietatis, colui nel quale Dio ci mostra il suo cuore compassionevole e ci riconcilia pienamente a sé” (Novo Millennio Ineunte, n° 37).
La Riconciliazione sacramentale, inoltre, è “uno sguardo alla propria concreta condizione esistenziale, aiuta in modo singolare quella apertura del cuore che permette di volgere lo sguardo a Dio perché entri nella vita”.
Ai sacerdoti e diaconi presenti, il Papa ha ricordato che l’amministrazione della penitenza permette un “rinnovato incontro degli uomini con Dio” e quanti la richiedono sperimenteranno sempre il desiderio profondo “di cambiamento” e di “domanda di misericordia”.
La novità della conversione, nel sacramento della confessione, non consisterà tanto “nell’abbandono o nella rimozione del passato, quanto nell’accogliere Cristo e nell’aprirsi alla sua Presenza, sempre nuova e sempre capace di trasformare, di illuminare tutte le zone d’ombra e di schiudere continuamente un nuovo orizzonte”.
“La nuova evangelizzazione, allora, parte anche dal Confessionale! - ha proseguito il Santo Padre -. Parte cioè dal misterioso incontro tra l’inesauribile domanda dell’uomo, segno in lui del Mistero Creatore, e la Misericordia di Dio, unica risposta adeguata al bisogno umano di infinito”.
Se il sacramento della Riconciliazione sarà questo, i fedeli faranno reale esperienza della Misericordia di Dio e saranno “testimoni credibili” di santità.
La Penitenza rinnova l’incontro con Cristo “iniziato nel Battesimo”: da tale sacramento ogni cristiano “uscirà rinnovato” e “rappresenterà un passo in avanti della nuova evangelizzazione”, ha quindi concluso il Papa.