Nuovo appello di Benedetto XVI in difesa della famiglia naturale

L’esortazione del Papa durante la visita “ad limina” dei vescovi statunitensi

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di Luca Marcolivio

CITTA’ DEL VATICANO, venerdì, 9 marzo 2012 (ZENIT.org) – Preoccupazione per la libertà religiosa e pieno sostegno alla Chiesa statunitense, sono stati espressi da papa Benedetto XVI durante la visita ad limina apostolorum dei vescovi americani.

Dopo le udienze dei mesi scorsi (26 novembre 2011 e 19 gennaio 2012) stamattina il Santo Padre ha ricevuto i presuli delle Regioni VII, VIII e IX. Benedetto XVI ha preso la parola poco dopo l’indirizzo di omaggio di monsignor John Clayton Neinstedt, arcivescovo di Saint Paul e Minneapolis (Minnesota).

Il Santo Padre ha accolto la visita dei vescovi statunitensi come un’occasione per riflettere su “certi aspetti dell’evangelizzazione della cultura americana alla luce delle sfide etiche ed intellettuali del momento attuale”.

Con riferimento ad un tema trattato durante la sua visita pastorale negli USA del 15-21 aprile 2008, Benedetto XVI ha descritto come “evidente” l’indebolimento nella società americana dell’istituzione del matrimonio e il “diffuso rifiuto di una responsabile e matura etica sessuale, fondata sulla pratica della castità, che ha portato a gravi problemi sociali con immensi costi umani ed economici”.

Ricordando il beato Giovanni Paolo II, che nella Familiaris consortio affermava che “il futuro dell’umanità passa per la famiglia”, Benedetto XVI ha denunciato le “potenti correnti politiche e culturali che stanno tentando di alterare la definizione legale di matrimonio”.

Il Papa ha quindi ribadito la fermezza del magistero cattolico sul matrimonio come istituzione “radicata sulla complementarità dei sessi e orientata alla procreazione”. Difendere tale concezione è quindi “una questione di giustizia”.

Il Pontefice, tuttavia, ha anche preso atto della difficoltà della Chiesa nell’insegnare il giusto approccio al sacramento del matrimonio. Una difficoltà dovuta soprattutto ai “limiti nelle catechesi degli ultimi decenni, che non sono riuscite a comunicare la ricca eredità dell’insegnamento cattolico sul matrimonio come istituzione naturale, elevata da Cristo a sacramento”.

Anche nella pastorale familiare e matrimoniale, dunque, il ritorno al Catechismo della Chiesa Cattolica e del relativo Compendio, è fondamentale.

Sul piano pratico, il Papa ha affermato di condividere con i vescovi la preoccupazione riguardo pratiche come la “convivenza”: molte coppie sono spesso “ignare del fatto che si tratta di un peccato grave, per non parlare del danno che cagiona alla stabilità della società”.

In tal senso il Papa ha incoraggiato i vescovi americani a sviluppare “norme pastorali e liturgiche chiare” che non si prestino ad ambiguità.

Apprezzamenti sono giunti dal Santo Padre riguardo a molti dei piani pastorali promossi dalle diocesi americane, a partire dalla lettera Marriage: Love and Life in the Divine Plan del 2009, fino alle iniziative rivolte alle persone in difficoltà familiari, “specialmente i divorziati e i separati, le ragazze madri, le donne che meditano l’aborto, e bambini che soffrono i tragici effetti della divisione dei loro genitori”.

Va riscoperta, poi, la “virtù della castità”, appellandosi a una “visione integrata, consistente ed elevata della sessualità umana”. Una visione ben più ricca ed affascinante delle “ideologie permissive” che, invece, rappresentano una “potente e distruttiva forma di contro-catechesi per i giovani”.

I giovani, quindi, devono incontrare la Chiesa nella sua “integrità” e nella “sfida del suo insegnamento controculturale”, sulla scia del Catechismo che definisce la castità “l’acquisizione del dominio di sé, che è pedagogia per la libertà umana” (n° 2339).

In conclusione Benedetto XVI si è soffermato sulla pedagogia dell’infanzia, definendo i bambini come “il grande tesoro e il futuro di ogni società”. Per questo motivo è fondamentale che essi crescano “con una sana comprensione della sessualità e del ruolo che le è proprio nelle relazioni umane”.

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ZENIT Staff

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