di Britta Doerre
ROMA, giovedì, 8 marzo 2012 (ZENIT.org) – E’ stato presentato, lunedì 5 marzo, nella Sala Marconi della Radio Vaticana, Sono una delle donne più felici della terra, il libro di Angela Silvestrini incentrato sui colloqui tenuti di persona dall’autrice con Suor Emmanuelle, la suora, morta nel 2008, che ha dedicato la vita ai poveri nella periferia di Cairo, impegnandosi anche per la promozione della donna.
Suor Emmanuelle, nacque il 16 novembre 1908 a Bruxelles. A 62 anni decise di andare a vivere con i poveri. Dopo lo studio alla Sorbonne ha lavorato come insegnante a Istanbul, Tunisi e Alessandria d’Egitto. Da insegnante era in grado di comprendere, che le donne avevano bisogno di studiare e ricevere una buona formazione per un futuro migliore.
Nel 1991 ricevette la nazionalità egiziana come ringraziamento per il lavoro svolto. Il presidente francese Jacques Chirac la nominò comandante della Legion d’Onore nel 2002; mentre sei anni dopo Nicolas Sarkozy la elevò al rango di Grande Ufficiale. Morì il 20 ottobre 2008 a Callian nel Sud della Francia.
Ha aperto l’incontro, Marco Ansaldo, vaticanista e inviato speciale de La Repubblica, che ha incentrato il suo discorso sulla situazione nel mondo islamico e sul grande pericolo del fondamentalismo.
L’attentato contro Giovanni Paolo II o l’omicidio di mons. Padovese, secondo Ansaldo, sono solo alcuni degli esempi di fanatismo. Un vero testimone della speranza è stato invece il lavoro di Suor Emmanuelle. Ansaldo, infatti, ha sottolineato la grande capacità della religiosa di dialogare con i musulmani, perché aveva compreso l’origine della violenza.
È stato il turno poi di padre Claudio Lurati, economo generale dei Missionari Comboniani, che ha vissuto per 12 anni in Egitto, occupandosi dei rifugiati sudanesi, che ha proseguito il discorso affermando quanto sia importante vivere la presunzione del bene, nel senso del pregiudizio positivo, e che questo atteggiamento aiuta nel dialogo interculturale e interreligioso. “La diversità fra il mondo cristiano e quello arabo è notevole – ha detto -. È importante non diluire la diversità, perché rende il mondo più ricco”.
Leggendo il libro su Suor Emmanuelle, padre Lurati ha dichiarato di essere rimasto colpito particolarmente dal fatto che lei parli di se stessa come una persona felice. Spesso il pericolo viene dalle persone che non sono più in cerca della felicità e che si non porgono più questa domanda. La felicità è l’argomento centrale, quando si parla di Suor Emmanuelle, la sua caratteristica più importante oltre all’obbedienza.
Padre Lurati ha raccontato, inoltre, della sua esperienza lavorativa come missionario nella periferia di Cairo e di come, tante volte, si è posto la domanda: “Che cosa ho fatto per stare qui?”.
“I motivi sono due – si è sempre risposto – l’obbedienza e l’amore: obbedienza significa felicità, cioè aver dato e ricevuto qualcosa”. “L’amore è la felicità – ha proseguito – perché l’uomo è un essere sociale, che ha bisogno del rapporto con gli altri”.
Il religioso ha concluso il suo intervento parlando del fascino dei poveri: “I poveri hanno il senso degli altri, come ha sempre detto Suor Emmanuelle, ho imparato tanto dai poveri”.
Marco Impagliazzo, professore ordinario di storia contemporanea nell’Università per stranieri di Perugia e Presidente della Comunità di Sant’Egidio, ha esordito dicendo di vedere in Suor Emmanuelle “uno straordinario esempio della forza della donna nella Chiesa” e l’ha descritta come “donna di preghiera, che si è impegnata per il dialogo interreligioso” e “ha vissuto la realtà partendo dalla simpatia”.
Ospite d’onore: S.E. Paul Poupard, Presidente emerito del Pontificio Consiglio culturale e per il dialogo interreligioso, che, dopo aver sottolineato la grande creatività della suora, ha dichiarato: “La lettura di questo volume rende felici tutti noi”.
“Leggendo il libro – ha aggiunto il cardinale – ci si accorge della gioia, della felicità, che sono legate alla partecipazione all’amore verso il prossimo che è l’anima del libro”.
“Ognuno di noi può seguire l’esempio di Suor Emmanuelle – ha infine detto – e fare del bene al prossimo secondo la propria vocazione e le proprie possibilità”.
Ha concluso l’incontro l’autrice Angela Silvestrini che, nel ricordare la festa della donna dell’8 marzo, ha affermato: “Suor Emmanuelle, una donna di gratitudine e di pace, è un modello dal quale tutti noi possiamo imparare”.