di Eugenio Fizzotti
ROMA, giovedì, 26 gennaio 2012 (ZENIT.org).- In vista della Giornata della Memoria il Comitato di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah, in collaborazione con la Presidenza del Consiglio dei Ministri e con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, ha organizzato una Tavola rotonda sul tema: La Shoah e l’identità europea che ha avuto luogo martedì 24 gennaio 2012 nella Sala polifunzionale della Presidenza del Consiglio dei Ministri con la partecipazione diAndrea Riccardi, Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione, Renzo Gattegna, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, Johannes Heil, Prorettore presso la Scuola di Studi Ebraici di Heidelberg, specialista di fama internazionale sul pregiudizio antiebraico, Valerio Castronovo, storico dell’economia e docente emerito di storia contemporanea presso l’Università di Torino, e Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Corte Costituzionale.
Attraverso un excursus storico/filosofico Johannes Heil ha evidenziato il pregiudizio antiebraico nei secoli radicato in Europa ed evoluto da pregiudizio religioso fino a divenire razzista e filosofico (l’ebreo cosmopolita, finanziere, rivoluzionario) con un approdo all’idea del complotto pluto-demo-giudaico. Da parte sua Valerio Castronovoha rappresentato la nascita della crisi economica e sociale degli anni ’30 e l’incontro di tale crisi con le ideologie totalitarie e nazionaliste, mentre Giovanni Maria Flick ha parlatodella risposta del mondo allo shock della Shoah, stabilendo (dal Processo di Norimberga in poi) nuovi parametri universali, fondando un nuovo diritto internazionale (Dichiarazione Universale dei Diritti Umani), generando Istituzioni Giuridiche internazionali (Corti penali internazionali e/o europee) e modificando (in senso valoriale) il diritto costituzionale in gran parte dei paesi del mondo.
In vista delle celebrazioni del “Giorno della Memoria” della Shoah di domani, 27 gennaio 2012, il Ministero dell’Interno ha partecipato al “Convegno di studi in ricordo della Shoah”, che si è tenuto nella mattinata dello scorso 23 gennaio 2012 presso la Scuola Superiore dell’Amministrazione dell’Interno, diretta dal Prefetto Emilia Mazzuca, destinato alla carriera prefettizia e alle forze di polizia chiamate, nei rispettivi ambiti, ad affrontare il fenomeno dell’antisemitismo che ancora oggi presenta, purtroppo, sintomi di vitalità.
Dopo i qualificati interventi del Ministro dell’Interno Annamaria Cancellieri, di Leone Elio Paserman, Presidente della Fondazione Museo della Shoah di Roma, di Giovanni Maria Flick, Presidente emerito della Corte Costituzionale e di Johannes Heil, Rettore della Hochschule für Judische Studien di Heidelberg, la conclusione del convegno è stata affidata al Professor Marcello Pezzetti, Direttore del Museo della Shoah di Roma, che dopo aver svolto il tema Per una storia della Shoah, coinvolgendo l’uditorio con metodologie multimediali, ha invitato tutti i presenti ad assistere a una rappresentazione teatrale dal titolo Racconta! per testimoniare il coraggio e la sofferenza delle donne che hanno subito l’atrocità delle persecuzioni naziste.
E lo stesso Marcello Pezzetti questa sera, 26 gennaio, inaugura nel Salone principale del Complesso Vittoriano una Mostra sui ghetti nazisti, che vuole ricordare, a settant’anni di distanza, l’anno 1942, anno dello sterminio sistematico degli ebrei, alla fine del quale la maggior parte di essi era già stata uccisa a Belzec, Sobibor, Treblinka, Kulmhof e Auschwitz-Birkneau, nei campi di lavoro, nei ghetti e per mezzo di fucilazioni di massa.
Come Pezzetti dichiara, «anche se la realtà dei ghetti è conosciuta dal grande pubblico grazie a film come Schindler’s List e Il pianista, è necessario approfondire i contorni di questa tragedia, soprattutto per l’alto numero di vittime che provocò. Occorre riflettere su come l’odio prodotto da anni di propaganda antisemita abbia causato in breve tempo un genocidio senza precedenti, del quale furono responsabili migliaia di uomini – non solo tedeschi. Pur trovandosi in una situazione estrema, gli ebrei cercarono di condurre una vita “normale”, organizzando mense collettive per i bisognosi, ospedali e scuole, festeggiando matrimoni e mettendo al mondo bambini. La reazione ebraica non si limitò a ciò: da una parte molti dirigenti dei cosiddetti “consigli ebraici” tentarono di far considerare agli occhi dei nazisti la vita degli ebrei prigionieri come “utile”, aumentando la produttività dei ghetti; dall’altra molti, in particolare giovani, scelsero altri metodi di resistenza, dal contrabbando di cibo alla lotta armata. Dunque gli ebrei furono sì delle vittime, ma non passive».
E nella stessa serata del 26 gennaio la Consulta della Comunità Ebraica di Roma in collaborazione con il Centro di Cultura, l’Ufficio Rabbinico e la Fondazione Museo della Shoah di Roma ha organizzato un’iniziativa alla quale saranno presenti i ragazzi delle scuole ebraiche romane che, coordinati dalla Prof.ssa Buccioli, nomineranno ciascuno 10 dei 200 ragazzi al di sotto dei 10 anni che sono stati deportati ad Auschwitz.
Di notevole interesse sarà la presenza di alcuni testimoni sopravvissuti: Sami Modiano, Piero Terracina, Lello Di Segni, Mario Limentani, Giuseppe Di Porto, Rosa Hannan, Andra e Tatiana Bucci, Joseph Varon e Shlomo Venezia, così come saranno fondamentali le testimonianze delle sorelle Bucci che avevano 4 e 5 anni al momento della deportazione.
L’evento, che sarà accompagnato dal coro del Tempio Maggiore e vedrà la presenza di Silva Shalom, Vice Primo Ministro dello Stato di Israele, desidera dare un messaggio di vita e non di tristezza con il passaggio delle Testimonianze della Memoria ai giovani, unica vera forza del mondo intero e non solo di quello ebraico.