Africa: «Distruggere la famiglia significa distruggere la società»

Dal 24 al 26 gennaio si è svolto a Cotonou, nel Benin, un colloquio sulla famiglia

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di Anita Bourdin

ROMA, venerdì, 27 gennaio 2012 (ZENIT.org).- « Distruggere la famiglia è distruggere la società », ha dichiarato il cardinale arcivescovo di Kinshasa, Laurent Monsengwo Pasinya, in occasione del colloquio organizzato a Cotonou, nel Benin, dal 24 al 26 gennaio.

L’incontro, organizzato in collaborazione del Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, ha voluto festeggiare il 10° anniversario dell’Africa Family Life Federation (AFLF).

A presiedere la cerimonia di chiusura dell’evento, è stato giovedì sera il cardinale Robert Sarah, originario della Guinea-Konakry, presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum.

« Diverse personalità ecclesiastiche sono venute a rallegrarsi », ha detto a ZENIT la presidente dell’AFLF, Dany Sauvage, che raggruppa una ventina di associazioni di azione familiare africana, sparse in 19 Paesi del continente.

Per quanto riguarda la missione dell’organizzazione, la presidente ha spiegato che «lo sviluppo integrale dell’uomo passa dalla famiglia, santuario della vita e dell’amore ». « La sua missione è sviluppare le competenze dei membri delle sue associazioni. Loro educano i giovani alla vita e all’amore, promuovono i valori coniugali e familiari, ed insegnano una maternità e paternità in conformità al disegno di Dio ».

Il cardinale arcivescovo di Kinshasa (Repubblica Democratica del Congo), Laurent Monsengwo Pasinya, ha confidato che il ruolo dell’AFLF in Africa « è molto importante ». Infatti – ha precisato- « la famiglia conosce da 30 anni dei cambiamenti profondi che la stanno spingendo verso una distruzione progressiva. Per molti, la stabilità del matrimonio non è più un ideale ».

Il porporato ha spiegato il ruolo sociale della famiglia nei seguenti termini. « Ogni società ha bisogna della famiglia, cellula primordiale. Anche la Chiesa. Noi sappiamo che la famiglia nasce dal matrimonio indissolubile e fedele, è luogo d’incontro di Dio per gli sposi ».

Monsengwo ha sottolineato la gravità della sfida per la società. « Quando ci sbarazziamo del matrimonio e della famiglia, dimensione del mistero inerente all’economia divina, allora tutte le derive sono possibili: violenze, maltrattamento del coniuge, paternità e maternità irresponsabile ».

« Distruggere la famiglia – ha precisato- è distruggere la società, distruggere la famiglia è distruggere la Chiesa. Il matrimonio e la famiglia sono il più bel dono che Dio abbia fatto all’umanità, affinché essa sia veramente a Sua immagine ».

« I membri dell’AFLF nel mio Paese e negli altri Paesi africani cercano ad insegnare la buona novella della Chiesa sulla sessualità, evangelizzano l’amore umano », ha detto l’arcivescovo.

Ha poi preso la parola l’arcivescovo di Varsavia-Praga (la diocesi vicina di Varsavia, sull’altra sponda del fiume Vistula; da non confondere con l’omonima capitale ceca), monsignor Henryk Hoser, ex missionario, per 21 anni nel Ruanda, dove ha partecipato al lancio dell’Associazione d’Azione Familiare locale ed è diventato il co-fondatore dell’AFLF.

Mons. Hoser ha ribadito che « l’azione dell’AFLF si radica in un lavoro di ampio respiro da parte dei nostri ‘antenati’ nell’azione familiare ».

A questo proposito ha voluto ricordare la coppia Charles e Elisabeth Rendu, Claude e Anne Lanctotet de François e Michèle Guy. « Si sono ispirati – ha detto – ai testi della Chiesa, Casti Connubii di Papa Pio XI, Humanae Vitae di Paolo VI e la grande opera di Papa Giovanni Paolo II, le sue catechesi, l’Esortazione Apostolica Familiaris Consortio e a tanti altri ».

Mentre si avvicina l’undicesimo raduno delle Equipes Notre-Dame,che si svolgerò a di Brasilia 2012, mons. Hoser ha reso omaggio alle Equipes. « Tutti i membri delle Equipes Notre Dame, sono assidui nella preghiera, da dove attingono la loro forza e la loro ispirazione. Nel 1979, hanno partecipato al pellegrinaggio a Roma e davanti a loro Papa Giovanni Paolo II ha indicato ‘la legge della gradualità’, cioè il cammino che porta alla maturità ».

Il vescovo polacco ha voluto salutare il lavoro della FIDAF, cioè la Federazione Internazionale d’Azione Familiare, all’origine dell’AFLF.

Secondo il prelato, «la FIDAF ha compiuto un lavoro straordinario in tutti i continenti, grazie ai congressi (Dublino, Hong Kong, Ottawa, Nairobi e Lublin), prima di sparire per mancanza di fondi. Ci partecipavo in veste sia di fondatore sia di direttore dell’AFR (Associazione delle Famiglie Rurali). Grazie alla tenacia di un comitato di collegamento, svincolatasi dall’ex FIDAF, è nata l’idea di trovare e riunire i membri rimanenti sul continente africano ed è stata creata una nuova federazione, l’AFLF. Era a Cotonou in seno all’Istituto Giovanni Paolo II, nel 2002. Lavorando poi in Europa (Francia, Belgio, Vaticano), non ho mai interrotto i contatti con i miei amici africani e con il nostro apostolato comune a favore della famiglia. Sono felice di vedere come l’AFLF è cresciuta, raggiungendo la sua maturità: un vero dono di Dio! ».

Il segretario – il « numero 2 » – del Pontificio Consiglio della Famiglia, monsignor Jean Laffitte, ha partecipato al colloquio portando un messaggio di incoraggiamento. « Da sempre la Chiesa si è interessata alla famiglia, – ha affermato monsignor Lafitte – il beato Giovanni Paolo II ci ha lasciato un’eredità meravigliosa sul tema della famiglia. Il nostro Papa Benedetto XVI si iscrive nella continuità, gettando una luce importante sull’Amore Divino, sull’eros e l’agapè con l’enciclica Deus caritas est ».

« L’eros – ha aggiunto – non si comprende se non si raggiunge pienamente l’unione tra corpo e spirito. Vi è una vera maturazione dell’eros, una purificazione. Eros e agapè non possono mai essere dissociati. E’ vero per l’uomo perché è misteriosamente vero per Dio. Il matrimonio fondato sull’amore esclusivo e definitivo, aperto alla trasmissione della vita, diventa l’icona della relazione tra Dio e il suo popolo », così « la maniera in cui Dio ama diventa la misura dell’amore umano ».

Il prelato ha concluso dicendo: « Sono impressionato dalle persone qui presenti. Tutte lavorano affinché le coppie che incontrano possano concretamente iscrivere il loro amore umano nel progetto divino ».

[Traduzione dal francese a cura di Paul De Maeyer]

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ZENIT Staff

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