Il sostegno economico alla Chiesa e la riflessione sulla corresponsabilità dei fedeli

Nasce il gruppo di lavoro europeo CASE per riflettere su questi argomenti

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ROMA, martedì, 28 novembre 2011 (ZENIT.org) – Un gruppo di lavoro europeo sulla corresponsabilità, l’amministrazione e il sostegno economico alla Chiesa (CASE) si è costituito nei giorni scorsi presso la Pontificia Università della Santa Croce, su iniziativa di alcuni esperti della materia che si sono riuniti per una Giornata di studio sul “Diritto patrimoniale canonico”, svoltasi lo scorso 23 novembre.

L’incontro, nato per esaminare più da vicino il concetto di “stewardship” (amministrazione, corresponsabilità), molto diffuso negli ultimi anni negli Stati Uniti, ha registrato gli interventi del professor Jesús Miñambres dell’Università della Santa Croce, del professor Diego Zalbidea dell’Università di Navarra, e di monsignor Mauro Rivella, Sottosegretario della Conferenza Episcopale Italiana.

Il sistema di collaborazione dello Stato al sostegno della Chiesa utilizzato in Italia (il cosiddetto 8×1000), ad esempio, se ben concepito «può essere perfettamente inserito in un contesto di corresponsabilità e trasparenza sia da parte delle istituzioni che da parte del coinvolgimento personale dei singoli fedeli», ha spiegato il professor Miñambres, sottolineando la necessità di “europeizzare” l’idea americana di stewardship.

Questo approccio offre anche la possibilità di “recuperare o raggiungere una migliore comprensione dello statuto specifico dei laici nella Chiesa” – ha aggiunto -, non intesi come una specie di categoria di “default” tra i battezzati, “ma come veri protagonisti della comunione”. Infatti, a volte “può essere molto più corresponsabile un malato che non può muoversi dal letto che il suo parroco: la responsabilità non poggia su quello che si fa ma su quello che si è”.

Il professor Zalbidea, dal canto suo, ha fornito alcuni dati sulla trasparenza nella gestione dell’ultima Giornata Mondiale della Gioventù  di Madrid. Eppure, secondo un sondaggio dello scorso anno realizzato in Spagna, il 76% della popolazione pensa che la Chiesa ha molti beni e nessuno sa come li utilizza. Leggendo questi dati empirici, lo studioso spagnolo ha rivolto un appello alla «responsabilità nella gestione delle risorse», soprattutto mediante la trasparenza, «che consiste nell’adoperare i mezzi che il legislatore ha previsto, come il rendiconto da fornire all’autorità competente e la pubblicazione di tutte le informazioni sulla gestione amministrativa».

In questo modo si rispetta l’obbligo di fornire le informazioni necessarie a tutta la comunità, che tra l’altro «costituisce la base della persona giuridica che è proprietaria dei beni».

Monsignor Rivella ha, invece, preso le mosse da una lettura comparata di due documenti episcopali sul sostegno economico alla Chiesa: quello americano del 1992, Stewardship: A Disciple’s Response, e quello precedente della Conferenza Episcopale Italiana, Sovvenire alle necessità della Chiesa. Corresponsabilità e partecipazione dei fedeli, del 1988.

Il presule ha sottolineato come, malgrado l’alto profilo di entrambi gli interventi, le attuazioni pratiche nel caso italiano possono aver portato ad una certa “assuefazione” all’intervento dello Stato, che potrebbe rischiare di de-responsabilizzare i fedeli. Perciò è importante «studiare i modi perché ogni fedele non perda di vista la necessità del proprio contributo, anche economico, come una manifestazione della sua appartenenza alla Chiesa».

D’altra parte, non si deve dimenticare che la giustificazione per l’uso dei beni temporali da parte della Chiesa sta nel raggiungimento dei suoi fini: il decoro del culto, il sostentamento del clero e le opere di apostolato e di carità.

Hanno partecipato ai lavori, tra gli altri, il Presidente del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi, monsignor Francesco Coccopalmerio; il Segretario della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede, monsignor Angel Lucio Vallejo; il professor Helmuth Pree, Direttore dell’Istituto di Diritto Canonico dell’Università di Monaco di Baviera; il professor Paolo Gherri, della Pontificia Università Lateranense e l’avvocato Francesco Lozupone, membro del Consiglio di amministrazione della Casa Sollievo della Sofferenza di S. Giovanni Rotondo.


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ZENIT Staff

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