di Antonio Gaspari
ROMA, mercoledì, 16 novembre 2011 (ZENIT.org) – Prima a New York, poi a Londra, a Strasburgo, a Roma è stato presentato il “San José Articles” (www.sanjosearticles.org) un documento firmato da 32 insigni personaggi di diverse nazioni, in cui si richiede il riconoscimento del diritto alla vita fin dal concepimento.
A presentare il documento a New York è stato Robert P. George, docente di diritto nell’Università di Princeton, già consigliere per la bioetica del presidente George W. Bush jr, autore del libro Il diritto naturale nell’età del pluralismo, appena pubblicato in Italia da Lindau.
Il professor George ha detto alla stampa e agli osservatori delle Nazioni Unite che i “San José Articles” sono stati redatti da un folto gruppo di esperti di diritto, di medicina e relazioni internazionali, allo scopo di aiutare i funzionari di governo a rifiutare le politiche che favorisco l’aborto e la riduzione della nascite.
Grover Joseph Rees III, ex ambasciatore americano a Timor Est ha aggiunto: “Sono stato testimone di evidenti pressioni da parte di alcuni funzionari di organismo internazionali e di ONG nei confronti del governo di Timor. Il problema è che la gente e anche i funzionari di governo hanno difficoltà a confutare l’affermazione stravagante secondo cui l’aborto è un diritto umano riconosciuto a livello internazionale. I “San Josè Artiche” sono utili per contrastare queste pressioni”.
Tra gli esperti che hanno redatto e firmato il documento c’è il professor John Finnis di Oxford, il professor John Haldane, dell’Università di St. Andrews, Francisco Tatad, l’ex leader pro life della maggioranza del Senato filippino, Javier Borrego, ex giudice della Corte europea dei diritti dell’uomo, il professor Carter Snead del comitato internazionale dell’UNESCO sulla bioetica, Lord Nicholas Windsor un sostenitore del diritto alla vita membro della famiglia reale britannica.
Tra gli Italiani il prof. Giuseppe Benagiano della Facoltà di Scienze Ginecologiche, Perinatologia e Puericultura dell’Università “la Sapienza” di Roma. Già Segretario Generale dell’International Federation of Gynecology and Obstetrics e Luca Volonté Presidente del gruppo del Partito Popolare Europeo al Consiglio d’ Europa.
I “San Josè Articles” sono già stati presentati alla Camera dei Lord britannica, al Parlamento europeo di Strasburgo, al Parlamento italiano, e verranno presentati in sedi pubbliche a Madrid, a Washington DC, a Santiago, a Manila, a Buenos Aires, a Calgary e a San Jose in Costa Rica.
Nei nove articoli che compongono il documento si sostiene che “È un dato di fatto scientifico che una nuova vita umana inizia dal concepimento”. Che “ogni vita umana è un continuum che inizia con il concepimento e avanza a tappe fino alla morte naturale”. Che “tutti gli esseri umani, come membri della famiglia umana, hanno diritto al riconoscimento della loro intrinseca dignità e alla tutela dei loro diritti inalienabili” come è riconosciuto nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, nel Patto internazionale sui diritti civili e politici, e su altri documenti a carattere internazionale.
Nei “San Josè Articles” si sostiene che “non esiste un diritto all’aborto”, che non è lecito da parte degli organismi internazionali operare pressioni sui paesi per far accettare leggi che favoriscono l’interruzione di gravidanza. Tali pressioni risultano ancorché gravi violazioni alla libertà ed al diritto alla vita, quando si tende a subordinare gli aiuti economici a politiche che limitano e discriminano le nascite.
Al contrario gli Stati possono e devono invocare disposizioni e leggi per garantire il diritto alla vita comprese le responsabilità di ogni Nazione a proteggere il nascituro fin dal concepimento. Così come gli Stati dovrebbero garantire un assistenza sanitaria per le madri al fine di accogliere nel modo migliore le nascite di bambini e bambine.
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