di Luca Marcolivio
ROMA, mercoledì, 16 novembre 2011 (ZENIT.org) - "Immenso sguardo" è lo sguardo che i giovani rivolgono al mondo che li circonda. Uno sguardo d'amore, d'impegno, di fiducia, d'entusiasmo, di giustizia, di speranza nel domani. Uno sguardo che non conosce confini e che sa volare oltre l’infinito. E' questo il tema del nuovo libro di Carlo Climati: Immenso sguardo. I mondi dei giovani”, pubblicato dall'Editrice Rogate. Per l'occasione ZENIT ha intervistato l'autore.
Immenso sguardo: perché questo titolo?
Climati: E' un titolo che desidera esprimere speranza e ottimismo. Infatti il mio nuovo libro vuole rappresentare un inno alla bellezza e alla purezza della gioventù. Una gioventù spesso tradita, violentata, ingannata da un mondo che qualcun altro ha già rovinato e corrotto. E’ un volume che analizza, con un linguaggio semplice, diversi temi legati al mondo dei ragazzi: l’amore, la famiglia, lo studio, lo sport, i viaggi, la fede, il lavoro, l'ambientalismo estremista, la politica, il tempo libero, la vita virtuale su internet, la violenza, la sofferenza, l’incomunicabilità, la dittatura dell’insoddisfazione.
Qual è l'approccio dei giovani d'oggi con le difficoltà della vita?
Climati: I giovani, nell’affacciarsi sul cammino della vita, sono affascinati dagli ideali più alti e attratti da tutto ciò che è puro e bello. Di sicuro, nel loro approccio con il mondo che li circonda, partono con il piede giusto. Ma poi, col passar del tempo, cominciano ad incontrare ostacoli. Il desiderio di giustizia dei ragazzi, il loro entusiasmo, la loro voglia di fare del bene si scontrano spesso con una società falsa, traditrice e dominata dai peggiori compromessi, in cui sembrano vincere soltanto i più furbi e i più forti.
I mezzi di comunicazione hanno qualche responsabilità? Favoriscono un atteggiamento pessimista da parte dei ragazzi?
Climati: Purtroppo alcuni mezzi di comunicazione tendono a dare poco spazio al bene, rispetto alle tonnellate di carta di giornale e di servizi televisivi dedicati al male: corruzione, omicidi, violenze e brutalità di ogni genere. Eppure, basterebbe guardarsi intorno per accorgersi che esistono tante bellissime testimonianze di gente comune, che ha saputo illuminare il mondo con un piccolo gesto d’amore, offerto lungo il cammino della vita quotidiana. Una vita non sempre facile, caratterizzata spesso da cadute, difetti, incertezze, paure e fragilità. Ma che può, ugualmente, rappresentare un esempio significativo per le nuove generazioni, diffondendo un rassicurante sentimento di ottimismo e di speranza.
Qual è l'obiettivo del suo libro?
Climati: E' quello di lanciare un forte messaggio di fiducia nei confronti nelle nuove generazioni. Prima di scagliare pietre contro i giovani, bisognerebbe chiedersi: quali valori siamo stati in grado di trasmettere loro, in questi ultimi anni? Li abbiamo aiutati a coltivare le virtù umane, oppure abbiamo favorito una condizione di resa e di appiattimento? Tutti noi dovremmo farci un esame di coscienza e chiederci se abbiamo rinunciato a proporre ai ragazzi i valori più autentici.
Che cosa si può fare, concretamene, per aiutare i giovani?
Climati: La grande speranza per il futuro è quella d'avere il coraggio di stimolare nei ragazzi una cultura veramente diversa e controcorrente. Una cultura orientata alla pace, all’impegno, alla giustizia, al dialogo, al rispetto di ogni essere umano.
Nessuno deve sentirsi escluso da questo percorso di rinnovamento, perché i primi a dover dare l'esempio sono proprio gli adulti. Se non c'è il buon esempio, non può esserci alcun tipo di educazione. Io credo nei giovani. Credo nel loro immenso sguardo. Credo nel loro entusiasmo e nel loro desiderio d'accogliere la proposta del bene, della bellezza e delle virtù più autentiche, perché questo è ciò che hanno scritto nel proprio cuore.
Oggi tanti giovani vivono in uno stato di isolamento, spesso alimentato dal crescente fenomeno della vita virtuale su Internet ed in particolare sui social network. Lei che cosa pensa di questa tendenza?
Climati: Purtroppo negli ultimi anni sta scomparendo l'antica tradizione del cortile, dove i ragazzi si riunivano per respirare all’aria aperta e immergersi in giochi di gruppo, festosi e creativi. La gioventù di oggi ha un modo meno fantasioso di trascorrere il tempo libero. Tende ad isolarsi e a rinchiudersi fra le mura di casa, davanti allo schermo del computer.
I bambini crescono sempre più soli. Trascorrono intere giornate in compagnia di amici virtuali, navigando su Internet o mmergendosi nei videogiochi.
Sempre più bambini e ragazzi si ritrovano intrappolati nelle piazze virtuali, che hanno preso il posto dei cortili di una volta. In questo modo, molti giovani sono in difficoltà nel costruire le loro relazioni. I giochi di un tempo, fatti in cortile, non erano soltanto momenti di svago. Erano una solida base per costruire il domani relazionale delle nuove generazioni. Attraverso l’atmosfera ludica si imparava a comprendere il valore dell’altro. Ci si abituava ad avere delle regole e a rispettare il prossimo. Ridendo e scherzando, si scopriva l’importanza delle persone.
Perché tanti ragazzi fuggono dalla realtà e scelgono le relazioni virtuali?
Climati: Forse perché, così facendo, si sentono meno giudicati e più protetti.Sono tante le pressioni psicologiche che i giovani subiscono nella società odierna. Viviamo nell’era dell'immagine, in cui tutto dovrebbe essere impeccabile. Le edicole sono piene di calendari con le fotografie (a volte ritoccate al computer) di modelle e attrici dalla bellezza irraggiungibile. Gli stessi falsi miti dominano anche la televisione, le copertine delle riviste e gli spot pubblicitari.
I ragazzi che non riescono ad assomigliare a certi modelli di perfezione assoluta rischiano di entrare in crisi. Si sentono incompleti, quasi inferiori. Per questa ragione preferiscono l'ambiente protetto della chat o dei social network, dove hanno la possibilità di nascondersi dietro una maschera.
Lei che cosa propone per vincere questa tendenza?
Climati: Per invertire la rotta, può essere utile aiutare i ragazzi a riscoprire la bellezza dei rapporti umani autentici. Rinchiudersi troppo nel mondo virtuale significa, in fondo, rifiutare di confrontarsi con altri. Significa rinunciare ad impegnarsi, perché il rapporto diretto con il prossimo rappresenta anche un impegno, uno sforzo per mettersi in discussione.
È importante aiutare i giovani a cercare le persone vere. Insegnare a vivere con loro, per comprenderle e amarle sul serio. Non attraverso la barriera di uno schermo o di un telefonino. Questo sforzo personale potrà sicuramente contribuire alla crescita dei ragazzi, aiutandoli a sviluppare meglio i rapporti personali e di amicizia nel resto della loro vita. Una vita che non è mai isolamento, ma relazione vera ed incontro con gli altri.
Per ulteriori informazioni si può visitare il sito di Carlo Climati: www.carloclimati.com
Per acquistare il libro: