Le relazioni di domani svilupperanno questi pensieri in modo dettagliato. Mi piace sottolineare che domani ci rivolgeremo alle Istituzioni pubbliche affinché il bambino non nato sia introdotto nell’ambito delle Comunità civili in particolare quelle locali.
Siamo convinti che i CAV svolgono una funzione pubblica, anche se essi stessi sono spesso respinti nella privatezza. Fortunatamente si moltiplicano i sintomi di un emergere di un loro servizio a livello di interesse pubblico. Penso al Progetto NASKO della Regione Lombardia, penso ai vari tentativi, penso alle varie proposte di riforma dei consultori familiari presentate sia a livello nazionale che in qualche Regione ad esempio nel Lazio e penso soprattutto alla iniziativa del Governatore del Piemonte, On. Roberto Cota, il quale cerca di valorizzare il volontariato per la vita in modo che il principio di preferenza per la nascita, presente persino nella legge 194, possa concretamente essere realizzato.
Affinché un cambiamento culturale avvenga davvero è necessario rendersi conto che vi è una differenza fra la questione del riconoscimento dell’eguaglianza di ogni essere umano e la questione aborto.
La prima va collocata, come ho già detto, sul terreno dei diritti umani, il primo dei quali è il diritto alla vita ed esige il formale, pubblico, universale riconoscimento della dignità umana fin dal concepimento.
La seconda questione deve tener conto della specifica situazione della gravidanza, del privilegio femminile di accogliere la nuova creazione dell’uomo, della probabile inefficacia dell’uso generalizzato della minaccia penale.
Bisogna compiacersi perciò dell’appello già rivolto da Giuliano Ferrara per una integrazione della Dichiarazione Universale dei diritti dell’uomo con l’indicazione che il diritto alla vita comincia dal concepimento (c.d. “moratoria sull’aborto”), della recentissima pronuncia della Corte di Giustizia Europea, della richiesta che intellettuali e scienziati di tutto il mondo hanno sottoscritto nella direzione qui indicata per ottenere il risultato qui indicato.
Il MPV Italiano e quelli europei sapranno coinvolgere i cittadini di tutta l’Unione Europea, in un momento di grave crisi non solo economica ma anche ideale, affinché ritrovino la radice essenziale del loro stare insieme nel riconoscimento senza limiti od eccezioni della dignità umana.