ROMA, mercoledì, 2 novembre 2011 (ZENIT.org). – Rivolgendosi giovedì 27 ottobre ai membri della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE), riuniti in assemblea plenaria autunnale da mercoledì 26 a venerdì 28 ottobre a Bruxelles, il presidente dell’autorità di vigilanza francese sui mercati finanziari (AMF o Autorità de Marchés Financiers), Jean-Pierre Jouyet, ha condiviso in una conferenza intitolata “Come restaurare la fiducia. La fiducia, fattore cruciale per risolvere la crisi” le critiche della Santa Sede al sistema finanziario internazionale (*).
Come ha dichiarato Jouyet, “ciò che colpisce di più quando si è regolatore del mercato è l’opacità perfetta con la quale si sono sviluppati i mercati”. Un esempio emblematico della deriva dei mercati è secondo l’esperto finanziario quello del Chicago Mercantile Exchange (CEM), dove viene scambiato ogni anno l’equivalente di ben 46 volte la produzione annuale di frumento e 24 volte quella di mais. “Secondo Jouyet, questo sistema “ha cambiato il nostro rapporto con il denaro, che è diventato ancora di più un valore assoluto e la misura di ogni cosa”. “Le imprese – così ha ribadito – vivono al ritmo delle quotazioni in borsa e sotto la pressione del rendimento atteso dagli azionisti”.
Nell’ottica di Jouyet, la politica e gli Stati hanno perso ormai il controllo dei mercati, come sta dimostrando d’altronde la crisi attuale. “Gli Stati sono sempre di più sotto la tutela dei mercati. Devono incessantemente rispondere – così ha spiegato – alle aspettattive dei mercati, rassicurare i mercati”. Per questo motivo, ha detto Jouyet, bisogna “rafforzare la governance dell’Unione Europea e della zona euro” e “rafforzare il controllo delle attività dei mercati”, in particolare attraverso i nuovi enti regolatori europei per le banche, i mercati e le assicurazioni.
“La coesione economica è minacciata, il rischio di protezionismo finanziario seguendo il modello del protezionismo commerciale che dilagava durante la Grande Depressione degli anni ’30 non è lontano”. “A questo proposito – così ha continuato l’ex alunno della prestigiosa Ecole Nationale d’Administration (ENA)-, il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace ha ragione di sottolineare nel suo ultimo rapporto la necessità di rafforzare la governance mondiale”.
Come ricordato dal sito euobserver.com (28 ottobre), solo pochi giorni prima della conferenza di Jouyet, cioè lunedì 24 ottobre, il dicastero vatican aveva reso pubblica sotto il titolo “Per una riforma del sistema finanziario internazionale nella prospettiva di un’autorità pubblica a competenza universale” una nota o riflessione, auspicando fra l’altro la creazione di una sorta di banca centrale mondiale capace di disciplinare i mercati e al servizio dell’economia reale, non degli speculatori. Secondo il dicastero, la crisi ha rivelato comportamenti di “egoismo, avidità collettiva e accumulo di beni su vasta scala”. Proprio per questo – sostiene il documento – va recuperato “il primato dello spirituale e dell’etica e, con essi, il primato della politica – responsabile del bene comune – sull’economia”.
Come aveva dichiarato durante la presentazione il segretario del dicastero, monsignor Mario Toso, le vecchie ideologie sono tramontate ma nuove non meno pericolose sono sorte, le quali “hanno inciso negativamente sul sistema monetario e finanziario internazionale e globalizzato, provocando diseguaglianze sul piano dello sviluppo economico sostenibile, nonché gravi problemi di giustizia sociale, mettendo a dura prova soprattutto i popoli più deboli”.
Simile è la conclusione formulata venerdì 28 ottobre dai membri della COMECE in una loro dichiarazione congiunta. “Le cause della crisi sono strutturali e principalmente radicate nelle scelte politiche a breve termine e motivate molto spesso dal contesto elettorale”. “Queste scelte – così continua il testo, citato dalla Radio Vaticana (29 ottobre) – riflettono spesso comportamenti individuali di consumismo finanziario”.
Nel gennaio prossimo, la COMECE pubblicherà del resto un nuovo documento, che si intitolerà “La comunità europea di solidarietà e responsabilità”. Come si legge in un comunicato stampa (28 ottobre), il tema sarà la “Social Market Economy”, ossia l'”economia sociale di mercato”, un concetto introdotto nel Trattato europeo a Lisbona.
(*) il testo della conferenza è disponibile sul sito della COMECE:
http://www.comece.org/site/en/activities/plenaryassemblies/2011/article/4264.html
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