ROMA, giovedì, 30 giugno 2011 (ZENIT.org).- Non anteponete nulla a Cristo e rinsaldate sempre il legame speciale con il Successore di Pietro: è questa la consegna che Benedetto XVI ha lasciato questo giovedì ai nuovi Arcivescovi metropoliti, insigniti mercoledì del Sacro Pallio, nell’incontro tenutosi nell’Aula Paolo VI alla presenza dei familiari e dei fedeli.
Nel suo intervento, il Papa, riprendendo un’esortazione di San Cipriano, ha ricordato: “assolutamente nulla anteporre a Cristo, poiché neanche Lui ha preferito qualcosa a noi”, e poi la “volontà di stare inseparabilmente uniti al suo amore, rimanere accanto alla sua croce con coraggio e dargli ferma testimonianza”.
Nel salutare i pastori delle diocesi di Torino e Catanzaro-Squillace, il Pontefice ha quindi espresso un auspicio: “Il Signore vi benedica sempre e vi aiuti, nel vostro quotidiano ministero episcopale, a far crescere le Comunità a voi affidate unite e missionarie, concordi nella carità, ferme nella speranza e ricche del dinamismo della fede”.
Parlando più tardi in francese, Benedetto XVI si è soffermato sul valore del Pallio imposto ai nuovi metropoliti nella Solennità dei Santi Pietro e Paolo: “Voi che avete ricevuto il pallio, segno liturgico che esprime il particolare legame di comunione con il Successore di Pietro siate testimoni gioiosi e fedeli dell’amore del Signore”.
“Il Pallio – ha osservato ancora in lingua inglese – viene ricevuto dalle mani del Successore di Pietro e indossato dagli arcivescovi come segno di comunione nella fede e nell’amore” nella guida del Popolo di Dio. Il Pallio, ha soggiunto, richiama i vescovi “alla responsabilità di essere pastori secondo il cuore di Gesù”.
Un legame, quello con la Sede Apostolica, che il Papa ha rammentato anche nei saluti in lingua spagnola. Il Pontefice ha così concluso il suo intervento tornando a parlare in italiano. Ha ringraziato il Signore per la “sua infinita bontà” nel “donare Pastori alla sua Chiesa”, ed ha assicurato loro la sua vicinanza.
“A voi, cari Arcivescovi metropoliti, assicuro la mia spirituale vicinanza e il mio orante sostegno al vostro servizio pastorale, il cui requisito necessario è l’amore per Cristo, a cui nulla deve essere anteposto”, ha concluso.