ROMA, martedì, 21 giugno 2011 (ZENIT.org).- Alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù (GMG), che si terrà a Madrid dal 16 al 21 agosto, parteciperanno oltre 5.000 giovani colombiani, e si spera che al ritorno possano trasmettere quanto visto e imparato ai loro coetanei.
E’ “uno sforzo importante per far sì che i giovani colombiani entrino in contatto con quelli dei Paesi europei e di altri, di modo che si sentano incentivati a percorrere vie di riconciliazione e di pace in un Paese che tanto ha sofferto la violenza”, ha indicato a ZENIT l’ambasciatore della Colombia presso la Santa sede, César Mauricio Velásquez.
Un fatto assolutamente inconsueto per la Colombia dalla creazione delle GMG, visto che nelle edizioni precedenti avevano partecipato al massimo 2.000 giovani.
Questo risultato, ha commentato il diplomatico, è stato raggiunto perché “sono stati visitati scuole, istituti, università, promuovendo questo viaggio in Spagna che permetterà ai giovani colombiani di entrare in contatto con Benedetto XVI in un raduno di circa un milione di persone”.
Fra le iniziative nel Paese latinoamericano per invitare i giovani, anche quella dell’Ambasciata di Colombia presso la Santa Sede, assieme alla Fondazione Revel e alla GMG, lo svolgimento di un concorso che ha coinvolto circa 2.000 giovani colombiani invitandoli a leggere l’ultima Enciclica di Benedetto XVI, “Caritas in veritate”, per poi scrivere un articolo o produrre un videoclip.
La giuria del premio ha valutato i 141 lavori e i 27 videoclip, e tra questi ha scelto i 18 lavori migliori (l’elenco è disponibile su www.encuentroconelpapa.com – www.embajadaensantasede.gov.co).
I vincitori dei 18 biglietti aerei sono giovani tra i 15 e i 29 anni, provenienti da università, scuole, chiese e centri culturali di varie regioni.
L’obiettivo del concorso era sensibilizzare “verso i contenuti della Caritas in Veritate, che mettono al centro la dignità della persona umana”. “L’enciclica è presentata ai giovani come una via per affrontare i problemi non soltanto della Colombia, ma anche quelli di un mondo globalizzato”, ha commentato l’ambasciatore.
“Che 5.000 giovani vadano alla GMG significa uno sforzo non indifferente – ha aggiunto –, visto che molti di questi ragazzi stanno risparmiando da diversi mesi, altri hanno venduto oggetti personali o preso prestiti per poter affrontare il costo del viaggio, che per il nostro Paese è alto”.
“Far partecipare i giovani all’incontro più importante del mondo significa evitare che rimangano indietro rispetto a quelli di altri Paesi e si aprano a panorami più vasti, ma anche far sì che condividano le loro esperienze di vita, per imparare ma anche raccontare le situazioni di dolore di un Paese che ha sofferto per anni una situazione tremenda”.
L’ambasciatore ha precisato che in Colombia “oggi si registra un ambiente più sano, più sicuro e in cui si cerca di dare più opportunità ai giovani. La Caritas in Veritate, quindi, è di fondamentale importanza per una nuova società in cui si valuti l’essere umano per la sua dignità e non per quello che ha o che fa”.
Cosa ci si aspetta da questi giovani? “Che al loro ritorno siano testimoni coraggiosi e fedeli e ringrazino per il dono avuto, e condividano con i loro coetanei questi valori nelle loro scuole, università, centri di studio, associazioni e parrocchie”.
Tra i punti cardini nella formazione di questi giovani, l’idea che la ricchezza materiale, se viene ricercata a qualsiasi prezzo, ha un fine distruttivo, e l’invito a capire che la vita va rispettata dal concepimento fino alla fine naturale, per evitare una cultura della morte.
In un Paese in cui si è vissuta e ancora c’è violenza, “se la persona perde il senso di Dio – ha precisato Velásquez – perde anche il senso della sua dignità, e a questo punto la brutalità, anche quella che porta a uccidere, prende piede, e si finisce per andare dietro ai soldi e alla droga”.
La partecipazione alla GMG sarà un’esperienza importante per i giovani di un Paese in cui si cerca la riconciliazione dopo una politica di ‘desmovilización’, vale a dire di consegna delle armi e di integrazione nella società civile, promossa dall’allora Presidente Álvaro Uribe, e dove la Chiesa è stata la migliore garanzia per coloro che erano coinvolti.
Un Paese in cui ci sono 53.000 ex combattenti che hanno aderito, sia dalla parte della guerriglia che dai paramilitari, vale a dire l’80%; dove la stragrande maggioranza era minore di 25 anni, l’88% dei quali è oggi sulla buona strada.
Diverse istituzioni hanno promosso e sostenuto la partecipazione dei giovani alla prossima Giornata Mondiale della Gioventù, come Avianca, sì 99, Ecopetrol, Endesa, Telefónica, BBVA, Fondazione Konrad Adenauer e Revel.