Un patrologo e due teologi i vincitori del “Premio Ratzinger”

Verrà consegnato dal Santo Padre il 30 giugno prossimo

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ROMA, martedì, 14 giugno 2011 (ZENIT.org).- Un patrologo e due teologi sono i vincitori della prima edizione del “Premio Ratzinger”, istituito dalla “Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI” e che verrà consegnato dal Santo Padre il 30 giugno, alle ore 11, nella sala Clementina del Palazzo apostolico.

I vincitori dell’ambito riconoscimento sono: il prof. Manlio Simonetti, italiano, laico, studioso di Letteratura cristiana antica e Patrologia; il prof. Olegario González de Cardedal, sacerdote spagnolo, docente di Teologia sistematica; e il prof. Maximilian Heim, cistercense tedesco, Abate del Monastero di Heiligenkreuz in Austria e docente di Teologia fondamentale e dogmatica.

A renderli noti è stato il Cardinale Camillo Ruini, presidente del Comitato scientifico della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI, durante la conferenza tenutasi questo martedì nella Sala Stampa del Vaticano, a cui hanno preso parte anche: mons. Giuseppe Antonio Scotti, presidente della Fondazione Vaticana Joseph Ratzinger – Benedetto XVI; il prof. Stephan Otto Horn, presidente della “Joseph Ratzinger Papst Benedikt XVI.-Stiftung” e membro della Fondazione; e il prof. Giuseppe Dalla Torre, Rettore dell’Università LUMSA di Roma.

Malgrado le apparenze, ha ricordato il Cardinal Ruini, “la teologia ha molto ascolto con argomenti che vengono discussi e che troviamo spesso sui giornali, o anche nei dibattiti su materie alla fine di ambito teologico”.

Quindi, ha aggiunto il porporato, c’è bisogno “di fare strada” anche se in altri paesi come la Germania questa disciplina “è più aperta” mentre “in Italia rimane relegata in un ambito più ecclesiastico”. Quindi bisogna proiettarla anche al di fuori di questo ambito, ha continuato, vale a dire “nell’ambito della cultura, in modo che tocchi gli interessi della gente” e in questo Ratzinger “ha dato una grande mano”.

Il Prof. Manlio Simonetti è una delle massime autorità a livello internazionale, e probabilmente la prima in Italia, nel campo degli studi sul cristianesimo antico. Ha lavorato alla pubblicazione di testi antichi e con approfondimento e di sintesi sull’arianesimo, il cristianesimo antico e la cultura greca, l’esegesi biblica dei Padri della Chiesa, la cristologia dei secoli II e III e poi quella posteriore al Concilio di Nicea del 325; si è dedicato anche alla Storia della letteratura cristiana antica, in collaborazione con Emanuela Prinzivalli. Ora, pur avendo compiuto 85 anni, continua i suoi lavori storici. 

Il secondo vincitore, il prof. Olegario González de Cardedal ha una formazione internazionale, avendo studiato e lavorato a Monaco di Baviera, Oxford e Washington. È stato Ordinario di Teologia dogmatica alla Pontificia Università di Salamanca. Ha fondato e diretto, dal 1998 al 2008, la Scuola di Teologia K. Rahner-H. U. von Balthasar, presso l’Università Internazionale Menéndez Pelayo di Santander.

Le sue principali opere teologiche riguardano Dio e la Trinità, la cristologia, il rapporto tra teologia e antropologia, in particolare sotto l’aspetto del confronto tra fede cristiana e non credenza.  Come il confronto con la ragione e la cultura del nostro tempo, oppure lo studio di scrittori e poeti come Miguel de Unamuno, Jean Paul Richter, Antonio Machado e Oscar Wilde.  Un uomo di cultura, che specialmente in Spagna rappresenta un vero punto di riferimento. 

Il fatto che ci sia un dibattito sulle tesi di cristologia proposte dal teologo spagnolo, ha indicato il Cardinal Ruini, “è un buon segno, vuol dire che è rilevante contrariamente non sarebbe oggetto di dibattito”.

Il prof. Maximilian Heim, 50enne, ha all’attivo un lavoro importante dal titolo “Joseph Ratzinger – Esistenza ecclesiale e teologia esistenziale, orientamenti ecclesiologici fondamentali nel quadro delle richieste della Lumen gentium”. Abate del monastero di Heiligenkreuz, il prof. Heim è stato chiamato nel 2009 a far parte del Nuovo Circolo di allievi di Benedetto XVI, e da allora è consulente per la pubblicazione dell’Opera Omnia di Joseph Ratzinger. E’ certamente uno dei più acuti e brillanti rappresentanti della giovane generazione di teologi che si ispirano al pensiero dell’attuale Papa. 

“Come si vede, abbiamo scelto di premiare due studiosi già assai affermati e uno relativamente giovane ma molto promettente”, ha sottolineato il Cardinale Ruini.

Mons. Giuseppe Antonio Scotti da parte sua ha voluto ringraziare innanzitutto il Papa che ha “rischiato” una avventura di questo tipo volendo questa Fondazione vaticana che intende investire sul futuro dell’uomo, un futuro dove Dio è presente.

Mons. Scotti ha quindi ringraziato anche i giornalisti per la copertura che ha permesso di far conoscere l’iniziativa e “le università che hanno accolto con entusiasmo il progetto di Papa Benedetto XVI e tutte quelle persone che si sono alleate per aiutare il Papa in questa impresa”. Il suo ringraziamento è poi andato anche alle Fondazioni bancarie che sotto la sigla ACRI hanno deciso di contribuire in modo significativo al Premio stesso che oltre al diploma offre una somma in denaro di 50 mila euro. 

Il Rettore Giuseppe Dalla Torre, ha ricordato che tante volte si considerano soltanto come scienze quelle naturali e non la teologia come tale,  in  un momento in cui le università cercano di dare agli allievi una estrema specializzazione per prepararli al mercato del lavoro, tradendo così il significato dell’università come luogo di convergenza del sapere.

Quindi, ha affermato il prof. Dalla Torre, questo premio “è una opportunità per favorire lo studio delle discipline sacre in particolare la teologia e dei saperi sacri e profani”.

“La teologia – ha continuato – deve avere il ruolo di porre le domande nella società contemporanea”, in particolare il “tema della speranza che le società di oggi sembrano aver perso, tra cinismo e rassegnazione”. 

Il conferimento del premio a tre studiosi, ha concluso, rappresenta “il riconoscimento della peculiare rispondenza di tre diverse esperienze di ricerca alle finalità della Fondazione e allo stesso tempo la proposizione di un modello che si auspica possa essere seguito da tanti altri studiosi e ricercatori”.

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ZENIT Staff

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