In Siria, occorre convertirsi al dialogo della riconciliazione

L’editoriale di padre Lombardi per Octava Dies

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ROMA, domenica, 12 giugno 2011 (ZENIT.org).- “Bisogna convertirsi al dialogo della riconciliazione e della pace”. E’ quanto ha affermato padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il Settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano, riflettendo sui crescenti scontri in atto in Siria tra le forze di sicurezza e i gruppi dissidenti contrari al presidente Bashar al-Assad.

“Sono mesi ormai – ha detto il Direttore della Sala Stampa vaticana – che la situazione è in movimento in Siria come in diversi altri Paesi del mondo arabo, ma gli eventi siriani sono particolarmente preoccupanti per il persistere di una violenza che sembra senza sbocco”.

Solo negli ultimi giorni, per la precisione il 5 giugno, è scoppiata un’altra rivolta ad Hama, città simbolo della repressione degli anni Ottanta, dove sono morte sessanta persone. Secondo l’agenzia ufficiale SANA, invece, il 6 giugno sono morti almeno 120 poliziotti a Jisr Al Shughur, una cittadina a nord-ovest del Paese, in seguito a un attacco da parte di “gruppi armati” non meglio identificati.

“I gesuiti siriani – ha continuato padre Lomabardi – hanno pubblicato recentemente un documento importante, da cui appare tutto il loro amore per un Paese di grande tradizione di unità nella diversità, ‘un mosaico vivente e bello’. Un Paese in cui oggi si manifestano rivendicazioni sociali e politiche che mirano a un maggior livello di civiltà, ma dove nella confusione attuale si è aperta la porta alla violenza e si tenta di innescare l’eversione e la guerra fra le comunità religiose, con un grande rischio di disintegrazione della società”.

“Di qui un appello a tutto campo al dialogo, alla libera espressione e alla partecipazione, rifiutando la violenza – ha detto il portavoce vaticano –. Per i cristiani siriani l’unità nazionale è condizione di vita, ed essi devono e vogliono essere ponti attivi per un dialogo nazionale autentico e serio”.

Il sacerdote gesuita ha poi fatto riferimento alla recente udienza di Benedetto XVI al nuovo ambasciatore della Siria presso la Santa Sede, nel corso della quale il Papa ha parlato della “necessità di vere riforme nella vita politica, economica e sociale” e dei cambiamenti che non devono realizzarsi “in termini di intolleranza, di discriminazione o di conflitto, e ancor meno di violenza, ma in termini di rispetto della verità, dei diritti delle persone e delle collettività, della coesistenza, come pure della riconciliazione”.

“Il Papa – ha proseguito Lombardi – insiste anch’egli sul ruolo costruttivo dei cristiani nella società siriana, sui loro positivi rapporti con i musulmani nella comune preoccupazione per il bene comune, chiede alle autorità siriane di tener conto delle aspirazioni della società civile e delle insistenze internazionali, e allarga lo sguardo sulla necessità di soluzioni globali per i popoli del Medio Oriente”.

“Bisogna assolutamente opporsi alla disintegrazione della regione e al moltiplicarsi senza fine dei conflitti, che costringono le popolazioni a fuggire da un paese all’altro, dall’Iraq alla Siria, dalla Siria alla Turchia”, ha concluso infine.

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ZENIT Staff

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