Il Papa incoraggia i giornalisti che difendono l'ambiente

Saluta i partecipanti al Forum di Pistoia per la salvaguardia del creato

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ROMA, domenica, 12 giugno 2011 (ZENIT.org).- “Ai giornalisti impegnati per la tutela dell’ambiente va il mio incoraggiamento”. E’ quanto ha detto questa domenica Benedetto XVI nel rivolgere un saluto ai partecipanti all’VIII Forum dell’informazione cattolica per la salvaguardia del creato, organizzato dall’associazione Greenaccord, che ha riunito a Pistoia dal 10 al 12 giugno oltre 70 giornalisti sul tema: “Lo spazio comune dell’uomo nel creato”.

In un telegramma inviato in apertura della tre giorni di lavori, il Pontefice aveva scritto: “Auspico che il vostro significativo incontro susciti un’attenzione sempre più consapevole ai problemi ambientali”

Intervenendo il primo giorno il Vescovo di Pistoia, mons. Mansueto Bianchi, aveva sottolineato che “interrogarsi sul valore dell’uomo e delle relazioni umane significa rifarsi al Vangelo, tornando a indagare gli spazi che Gesù Cristo assegnava alle persone”.

“Riscopriremmo che erano spazi da destinare soprattutto alle persone ai margini della società – ha aggiunto -. Oggi dobbiamo usare quelle indicazioni per costruire un modo nuovo di concepire le città, di vivere insieme, di popolare gli spazi comuni. Non sotto il segno dell’esclusione, della marginalizzazione, ma della relazione, della complementarietà, della convivialità”.

“Nel creato – ha continuato – la centralità dell’uomo è una dimensione di coscienza, ma anche di cultura, di etica; l’uomo è incentrato su Cristo e per questo ha la vocazione di porre al centro la persona. Dall’uomo ‘centrato’ nascono nuove relazioni, all’interno della comunità stessa e verso la città”.

Concetti condivisi anche da Francesco Zanotti, presidente della Federazione Italiana della Stampa Cattolica (FISC), il quale ha affermato: “Se oggi il Creato è a cuore della gente, tanto più deve stare a cuore dei giornali diocesani. La tutela dell’ambiente è un tema fondamentale ma non è un ecologismo fine a sé stesso: l’ambiente è per l’uomo. E l’uomo è a immagine di Dio”.

Nel prendere la parola l’economista Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia per le Onlus e consulente di Benedetto XVI nella redazione dell’enciclica sociale Caritas in Veritate, ha detto che “aver finalmente compreso che la questione ecologica non può essere separata dalla questione sociale è forse la più grande conquista degli ultimi anni”.

“Oggi – ha sottolineato – sappiamo che la minaccia più grande all’equilibrio ecologico dipende dalla disparità nella distribuzione del reddito tra Paesi e tra i diversi gruppi sociali all’interno di ogni Stato. È una novità cruciale della quale non si è ancora compresa la portata”.

“I fedeli – ha detto ancora – stanno ritrovando l’equilibrio nel rapporto con la natura, sacrificato negli ultimi decenni sull’altare del consumismo. Stanno riscoprendo che ecologia, economia ed etica hanno tutte la stessa radice: la parola ‘casa’. E stanno comprendendo che l’idea, diffusa dopo l’avvento della 3° rivoluzione industriale, in base alla quale la natura non pone limiti e l’uomo è invincibile, era solo una pietosa illusione”.

Da qui, l’appello a un cambio di paradigma economico, in primis tra i cattolici. “I credenti devono spiegare il concetto di bene comune, già insito da secoli nella dottrina sociale della Chiesa. Bene comune non va confuso con bene collettivo. Nel bene comune, il mio benessere dev’essere compatibile con l’interesse dell’altro. Nella logica del bene comune, tutti devono guadagnarci. Mentre, invece, si è diffusa l’idea che il bene comune si ottiene solo se io annullo me stesso per avvantaggiare l’altro”.

“Se questo concetto viene spiegato e testimoniato dai cristiani con la prassi, noto che, anche chi proviene da matrici culturali diverse, percepisce che questa può essere una via d’uscita credibile dal vicolo cieco in cui si trovano oggi i sistemi economici e le società occidentali”, ha detto ancora Zamagni.

Nella sua relazione conclusiva Andrea Masullo, presidente del Comitato scientifico di Greenaccord Onlus, ha affermato invece che “la città moderna ha sradicato le reti di relazione, privilegiando la funzionalità operativa. L’automobile ha preso il posto degli esseri umani come punto di riferimento. Le città sono diventati spazi riempiti di cose senza un vero progetto. Una rottura insensata rispetto alla filosofia passata che ha accompagnato la nascita dei Comuni italiani”.

Ecco quindi, ha osservato Alfonso Cauteruccio, presidente dell’associazione Greenaccord Onlus, che “la sfida dell’informazione cattolica per gli anni futuri sarà quella di spiegare ai cittadini, soprattutto ai credenti che l’uomo non può più vivere in conflitto con il Creato, come ha ricordato papa Benedetto XVI pochi giorni fa”.

“Gli uomini di fede per primi – ha concluso – sono chiamati ad adottare stili di vita sostenibili e a farsi promotori e animatori di una conversione ecologica che porti l’uomo a riconoscere l’immagine di Dio nei fratelli ed in tutte le forme di vita che accompagnano la nostra esistenza terrena. Gesti concreti utili a combattere l’avidità e le ingiustizie sociali che sono alla base della questione ambientale”.

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ZENIT Staff

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