ROMA, giovedì, 9 giugno 2011 (ZENIT.org).- Lo sviluppo economico di tutto il popolo ghanese può essere raggiunto attraverso lo sfruttamente corretto delle risorse naturali di cui questo paese è ricco. E' quanto ha detto Benedetto XVI nel ricevere questo giovedì in udienza la signora Geneviève Delali Tsegah, nuova ambasciatrice del Ghana presso la Santa Sede, che ha presentato le lettere con cui viene accreditata nell'alto ufficio.

Nel suo indirizzo di saluto al Papa, l'ambasciatrice ha riconosciuto “l’impegno e il contributo della Chiesa cattolica per i settori sanitario, educativo, economico e sociale del Ghana”, ed ha spiegato che per questo il Governo “continuerà a collaborare con la Chiesa cattolica sulla base del successo finora ottenuto per il miglioramento della vita dei cittadini”.

La neo ambasciatrice ha quindi spiegato che da quando, nel 1992, “la Repubblica del Ghana è tornata alla democrazia, il Paese gode di una stabilità politica che ha dato impulso allo sviluppo economico”.

Dal canto suo il Papa ha affermato che sicuramente “lo svolgimento di elezioni democratiche regolari e pacifiche rende onore sia al popolo sia ai leader politici del suo Paese”, così come “la realizzazione dell’armonia etnica, non senza il contributo delle comunità cristiane locali, compresa la Chiesa cattolica, è stato un fattore importante per creare le condizioni di pace, di stabilità e di più ampio progresso sociale per tutti i cittadini”.

Per questo ha auspicato “che questo processo venga coronato dall’esito positivo della consultazione costituzionale in corso, di modo che il quadro legislativo e amministrativo della nazione consolidi una cultura di partecipazione responsabile e attiva allo sviluppo del Paese nella libertà, nella giustizia e nella solidarietà”.

Il Papa ha quindi espresso apprezzamento per “il clima di libertà religiosa che esiste in Ghana”, ed ha osservato che “una società democratica che promuove la libertà di religione e la libertà di culto, che apprezza la presenza di istituzioni religiose che cercano di essere al di sopra degli interessi politici e sono invece motivate dalla fede e dai valori morali, comprende che c’è molto da guadagnare da queste libertà per una crescita positiva di tutte le istituzioni del Paese”.

“Certamente – ha proseguito – i Paesi che lo fanno possono trarre benefici da tali istituzioni, attingendo alla saggezza che si trova nelle tradizioni religiose, specialmente quando i cittadini si devono confrontare con questioni alle quali la scienza e la tecnologia offrono poche risposte o non ne offrono affatto”.

“Tutti possono trarre beneficio da una tale cooperazione in un mondo diventato incerto riguardo alle scelte morali e spesso spinto verso interessi ristretti e l’egoismo”, ha osservato.

Passando poi a parlare delle risorse naturali di cui il Ghana è ricco, il Papa ha aggiunto che “è auspicabile che, attraverso la solidarietà sociale, il ricavato dello sfruttamento corretto di tali risorse contribuisca allo sviluppo economico sostenibile del suo popolo”.

“Che ciò però venga realizzato prestando la dovuta attenzione a quanti sono molto più poveri o non sono in grado di provvedere alla propria famiglia senza averne la colpa – ha concluso – . In tal senso, possa il suo Paese dare l’esempio nell’istituire strumenti efficaci di solidarietà, per l’arricchimento autentico di tutti i membri della società”.