“Recuperare la miccia accesa della fede che ancora brilla in Europa”

Intervista al segretario del Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione

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di Carmen Elena Villa

MONTEVIDEO, mercoledì, 1° giugno 2011 (ZENIT.org).- A fronte della crescente secolarizzazione, l’anno scorso è stato istituito il Pontificio Consiglio per la nuova evangelizzazione, perché la Chiesa si presenti con “uno slancio missionario in grado di promuovere una nuova evangelizzazione”, secondo il Motu proprio Ubicumque et Semper, pubblicato il 12 ottobre 2010.

Il primo presidente di questo dicastero, monsignor Rino Fisichella, ha spiegato che con questo nuovo organismo della Santa Sede si cerca di far fronte al “soggettivismo dei nostri tempi” che si chiude “in un individualismo privo di responsabilità pubbliche e sociali”.

L’arcivescovo colombiano, monsignor Octavio Ruiz Arenas, che era vice presidente della Pontificia Commissione per l’America latina (CAL), è stato nominato, lo scorso 14 maggio, primo segretario del nuovo dicastero.

In questa intervista concessa a ZENIT nella capitale dell’Uruguay, dove si è svolta la XXXIII Assemblea ordinaria del Consiglio episcopale latinoamericano (CELAM), monsignor Ruiz ha parlato della sua nuova missione nella Santa Sede.

Come accoglie questa nuova nomina del Santo Padre?

Monsignor Octavio Ruiz: Ricevo questa nomina del Santo Padre con umiltà e gratitudine. Umiltà perché si tratta di una grande responsabilità nella quale dovrò imparare molto, pregare intensamente, studiare e riflettere per cercare di compiere nel miglior modo questo servizio ecclesiale. Con gratitudine perché è per la bontà del Santo Padre e per la sua stima nei mie confronti –sono stato per più di undici anni uno dei suoi collaboratori nella Congregazione per la dottrina della fede – che adesso mi chiama ad essere segretario di questo nuovo dicastero della Santa Sede, profondamente radicato nel suo cuore.

Come è stata la sua esperienza nell’episcopato colombiano e poi come vice presidente della CAL?

Monsignor Octavio Ruiz: La mia esperienza, prima come vescovo ausiliario di Bogotá e poi come arcivescovo di Villavicencio, mi ha molto arricchito dal punto di vista pastorale, poiché in entrambi gli incarichi ho avuto l’opportunità di lavorare intensamente all’elaborazione dei rispettivi piani pastorali, incentrati proprio sull’invito del Papa Giovanni Paolo II alla nuova evangelizzazione.

Nella mia esperienza di quattro anni come vice presidente della Pontificia Commissione per l’America latina ho avuto la possibilità di intrattenere un rapporto diretto e fraterno con i vertici del CELAM, con le conferenze episcopali e con molte altre organizzazioni ecclesiali dell’America latina, che in un modo o in un altro erano interessate a portare avanti quel compito di evangelizzazione. Allo stesso modo, ho avuto la possibilità non solo di visitare gran parte dei Paesi dell’America latina e dei Caraibi, ma anche di seguire molto da vicino i processi avviati dalle conferenze episcopali per la “missione continentale”.

Questo dicastero è incentrato sull’evangelizzazione dell’Europa, secondo quanto affermato dal Papa. Perché allora vi è stato nominato segretario un colombiano?

Monsignor Octavio Ruiz: Papa Benedetto XVI ha un grande interesse per il continente europeo, che come sappiamo bene è stato invaso da un secolarismo che l’ha condotto a dimenticare e a mettere da parte le sue radici cristiane. La Chiesa deve nuovamente volgersi a questa memoria con decisione ed entusiasmo per recuperare la miccia accesa che ancora brilla in quei Paesi. Bisogna tenere conto, inoltre, che lo stesso Papa ha affermato che, sebbene sia indubbio che la nuova evangelizzazione riguardi in questo momento principalmente l’Europa, anche l’America latina è chiamata ad avviarsi sullo stesso cammino, visti i problemi che sta affrontando, l’influenza delle nuove correnti culturali, l’indebolimento della vita cristiana e l’avanzamento di molti gruppi religiosi non cattolici che stanno reclutando i nostri fedeli.

Ebbene, quando il Papa Giovanni Paolo II ha iniziato a parlare della nuova evangelizzazione lo ha fatto rivolgendo un appello all’America latina, un appello che non ha cessato di ribadire nel corso del suo Pontificato in molteplici circostanze, nei suoi viaggi, nei suoi dialoghi durante le visite ad limina. In questo senso, la nomina di un vescovo latinoamericano non deve sorprendere, poiché si tratta di una regione enorme del mondo, in cui si trova quasi la metà dei cattolici, e che da ormai quasi trent’anni programma e si sforza di realizzare la nuova evangelizzazione.

Tuttavia anche in America latina avanza quel processo di secolarizzazione…

Monsignor Octavio Ruiz: Senza alcun dubbio anche l’America latina subisce i pro e i contro della globalizzazione. L’influenza esterna, i progressi tecnologici dei mezzi di comunicazione, i flussi migratori e molte altre circostanze non esimono il nostro Continente dalla secolarizzazione e dalla perdita della fede. A ciò si aggiunge l’indifferenza religiosa e l’avanzamento dell’agnosticismo.

Come fare per rendere più efficace e coerente questa nuova evangelizzazione?

Monsignor Octavio Ruiz: La nuova evangelizzazione deve puntare molto a ciò che diceva il beato Giovanni Paolo II: nuovo ardore, nuovi metodi, nuove espressioni. Si tratta di annunciare il Vangelo di sempre, l’unico, ovvero la persona stessa di Gesù Cristo, con tutta la chiarezza e integrità di cui ci parlava Paolo VI nella Evangelii nuntiandi.

Dobbiamo quindi cercare di conoscere la cultura particolare di ciascun popolo in cui proporre la nuova evangelizzazione, per trovare le espressioni adeguate che, senza tradire il messaggio, arrivino alle orecchie della gente. I metodi sono di grande importanza, perché bisogna trovare il modo di raggiungere chi è lontano, ma con grande ardore, convinzione e testimonianza personale, per portare il messaggio di un Dio vivo, vicino e pieno di amore, che vuole dare senso alla nostra esistenza.

Ma non possiamo fermarci alle mere strategie o tecniche, perché non possiamo dimenticare che il grande evangelizzatore è lo Spirito Santo. Per questo c’è bisogno di tanta preghiera e convinzione e della gioia di aver incontrato personalmente Gesù Cristo, all’interno di questa grande comunità che è la Chiesa.

L’anno prossimo si svolgerà un sinodo dedicato alla Nuova evangelizzazione. Cosa si aspetta lei da questa riunione straordinaria?

Monsignor Octavio Ruiz: Nel prossimo Sinodo, convocato da Benedetto XVI per l’ottobre del 2012, avremo l’opportunità di ascoltare i delegati di tutta la Chiesa. Sarà quella l’occasione per conoscere le grandi inquietudini del mondo attuale nei diversi continenti: le loro preoccupazioni e le loro speranze. Allo stesso tempo potremo far conoscere gli sforzi che già si stanno realizzando per portare avanti la nuova evangelizzazione. I risultati che verranno fuori da lì e la successiva esortazione apostolica che il Santo Padre ci vorrà rivolgere, costituiranno la road map del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione.

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ZENIT Staff

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