Spunti di riflessione sul messaggio del Papa per la Quaresima 2011

Del Pontificio Consiglio “Cor Unum”

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CITTA’ DEL VATICANO, domenica, 6 marzo 2011 (ZENIT.org).- Pubblichiamo la riflessione teologico-pastorale sul messaggio di Benedetto XVI per la Quaresima di quest’anno a cura del Pontificio Consiglio “Cor Unum”.

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“Con Cristo siete sepolti nel Battesimo, con lui siete anche risorti” (cfr Col 2,12). Queste parole, rivolte da san Paolo alla comunità cristiana di Colosse, introducono il tema del Battesimo scelto da Papa Benedetto XVI per il Suo Messaggio per la Quaresima di quest’anno. Il Santo Padre torna di nuovo a citare l’Apostolo dei Gentili per sintetizzare lo scopo di questo sacramento: che “io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti” (Fil 3,10-11).

Il Pontificio Consiglio Cor Unum è il Dicastero della Santa Sede incaricato della presentazione del Messaggio per la Quaresima. Il principale compito del Pontificio Consiglio è quello di diffondere la catechesi della carità e le iniziative caritative concrete del Sommo Pontefice. Quale supporto alla diffusione del Messaggio per la Quaresima di quest’anno presso Chiese, comunità e organismi locali, Cor Unum offre questi spunti sul nesso evidente tra Battesimo e Carità che Papa Benedetto desidera sottolineare

1. Di fronte ai mali reali che accadono ovunque nel mondo – disastri naturali, malattie, carestie, guerre – siamo certamente obbligati a rispondere ai bisogni contingenti e a trovare soluzioni per alleviare concretamente la sofferenza (Deus Caritas est N.31a). Eppure, sebbene sia importante provvedere alle necessità materiali, da sole, esse non possono garantirci felicità e pace durature. Cristo ha fondato la Chiesa per dare molto di più. Sia a livello mondiale che personale, i vari aspetti della sofferenza,– la malattia, la solitudine, le difficoltà economiche, i problemi familiari e, per ultimo, il più grande nemico di tutti, che è la morte – richiedono una risposta che può venire soltanto dalla certezza di possedere la vita eterna: che “io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti”.

2. Questo dono ci viene promesso nel Battesimo. Infatti, nel dialogo durante il Rito, le domande e le risposte riguardano il dono della “fede” e la promessa della “vita eterna”, in quanto il sacramento del Battesimo significa e realizza tale dono: “Questa stessa vita ci è già stata trasmessa nel giorno del nostro Battesimo”, quando, diveniamo “partecipi della morte e risurrezione del Cristo”, scrive il Papa nel Suo Messaggio Quaresimale. Il termine greco “battezzare” (báptizein) sta ad indicare un’immersione o un tuffo nelle acque battesimali di quello che l’apostolo Paolo chiama “l’uomo vecchio”, ovvero di colui che vive secondo la carne (cfr Col 3,9), che esiste solo per se stesso, che si allontana con arroganza dal suo Creatore e chiude egoisticamente gli occhi davanti alle necessità del suo prossimo. Non si tratta di una mera descrizione teologica. Ciascuno di noi può facilmente capire questo “uomo vecchio” perché sperimentiamo direttamente in noi gli effetti della sua natura, riassunti nei sette peccati capitali: superbia, avarizia, invidia, ira, lussuria, gola, accidia.

3. Il Battesimo è “l’incontro con Cristo”, scrive Papa Benedetto nel Suo Messaggio, che lava il peccato originale ereditato dai nostri progenitori, nonché tutti i peccati che ne conseguono, e ci conferisce una nuova natura, consentendoci di vivere “gli stessi sentimenti di Cristo”. Questa “nuova creatura” vive secondo il sentire di Cristo, mediante la “vita eterna” che riceve già adesso nello Spirito Santo. San Paolo elenca i frutti dello spirito di Dio che abita in noi: amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5,22). In fondo al cuore di ciascuno – battezzato o no – vi è il desiderio di ricevere e vivere secondo tali frutti. Soltanto il possesso di questa vita offre rimedio duraturo a qualunque sofferenza, sia essa personale o universale.

4. Tale nuova natura, ricevuta nel Battesimo, è fonte da cui scaturiscono specifici atti di carità, fatti per amore di Dio e del prossimo, primo e più grande comandamento della nuova Legge, nonché compendio di tutto il Vangelo (cfr Mt 22,34-40). Il digiuno, l’elemosina e la preghiera ci aiutano a morire alla nostra vecchia natura e ad aprire il nostro cuore a Dio e alle nostre sorelle e fratelli nel bisogno.

La Fede, con la sua promessa di “vita eterna” che ci viene offerta nel Battesimo, richiede un nutrimento costante (Catechismo della Chiesa Cattolica N.1254). Durante questa Quaresima, Papa Benedetto ci propone un itinerario, una “bussola” per aiutarci. Tre elementi di particolare rilevanza sono da proporre alle comunità parrocchiali, istituzioni quali scuole cattoliche e università e ai singoli fedeli:

1. Prima di tutto, il Santo Padre fissa appuntamenti concreti con eventi e persone specifiche nel corso delle cinque domeniche di Quaresima, proponendoci la Parola di Dio che viene proclamata in quelle occasioni. Così facendo, desidera farci sperimentare un incontro personale con Cristo, risposta ai desideri più profondi della persona umana e del mondo. Tale incontro potrebbe concretizzarsi in momenti di meditazione personale o comunitaria su tali brani delle Scritture, che ci permetterebbero, durante questi quaranta giorni, di contemplare la Parola di Dio e agire di conseguenza.

2. In secondo luogo, l’incontro con Cristo, nella Sua Parola e nei sacramenti, si manifesta in opere concrete di misericordia. Anche in questo senso, le nostre parrocchie, comunità, organismi educativi e di altro genere, nonché ciascuno di noi, a livello personale, abbiamo la possibilità, in questo tempo propizio, con l’aiuto della grazia di Dio, di cambiare la prospettiva del nostro cuore da una dimensione egoistica a quella dell’amore per Dio e per il prossimo nel bisogno. Di qui, un impulso per le Campagne di Quaresima, organizzate da Conferenze Episcopali e altri Organismi.

3. In terzo luogo, il Papa ci propone il periodo della Quaresima come un “percorso” o un “cammino”, un momento per far fruttificare il seme piantato con il Battesimo che, ci dice, rispecchia l’intera esistenza di ogni essere umano, vissuta tra la risurrezione di Cristo e quella di ciascuno di noi. Tale suprema offerta di comunione con Dio nell’eternità informa la vita presente, sia a livello sociale che individuale. Tale terzo elemento sottolinea la necessità di incoraggiare ad intraprendere tale percorso con l’aiuto della Grazia, in particolare attraverso i sacramenti della Riconciliazione e dell’Eucaristia.

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ZENIT Staff

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