di padre Angelo del Favero*
ROMA, venerdì, 21 gennaio 2011 (ZENIT.org).- “Quando Gesù seppe che Giovanni era stato arrestato, si ritirò nella Galilea, lasciò Nazaret e andò ad abitare a Cafarnao,(…). Da allora Gesù cominciò a predicare e a dire: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino”. Mentre camminava lungo il mare di Galilea, vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: “Venite dietro a me, vi farò pescatori di uomini”. Ed essi subito lasciarono le reti e lo seguirono. Andando oltre vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedeo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, assieme a Zebedeo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e lo seguirono. Gesù percorreva tutta la Galilea, insegnando nelle loro sinagoghe, annunciando il Vangelo del Regno e guarendo ogni sorta di malattie e infermità nel popolo” (Mt 4, 12-23).
Nei Vangeli, la venuta del Regno di Dio oscilla tra l’imminenza del parto e la nascita già avvenuta. Come un bimbo nel grembo, il Regno è già in mezzo a noi, nascosto, presente, ma…non è ancora venuto alla luce.
Ad esempio, mentre Marco ne parla come di un fatto che sta per venire (“Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino..” – Mc 1,15), e Luca come di un fatto già presente (“Il regno di Dio è in mezzo a voi” – Lc 17,21), Matteo annuncia entrambi i casi: “Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino” (Mt 4,17) e “Se io scaccio i demoni per virtù dello Spirito di Dio, è certo giunto tra voi il regno di Dio” (Mt 12,28).
Il significato di tale tensione è stato spiegato da Benedetto XVI: “Parlando del Regno di Dio, Gesù annuncia semplicemente Dio, cioè il Dio vivente, che è in grado di operare concretamente nel mondo e nella storia e proprio adesso sta operando. (…) Egli, che è in mezzo a noi, è “il Regno di Dio”, solo che noi non lo conosciamo (Gv 1,30s). “Il Regno non è semplicemente presente nella presenza fisica di Gesù, ma mediante il suo operare nello Spirito Santo. In questo senso il Regno di Dio, in Lui e attraverso di Lui, qui ed ora, diventa presenza, ‘si avvicina’…” (in Gesù di Nazaret, pp. 83-84).
Parole chiare, ma solo per chi crede nel mistero dell’Incarnazione del Figlio di Dio, e, per discernere i segni della presenza/venuta del Regno, non si affida a criteri meramente umani.
Sì, perché oggi, ad essere sempre più evidente sembra il regno di Satana.
Eccolo infatti sotto gli occhi di tutti: aborti, divorzi, separazioni, adultèri, convivenze, perversioni sessuali, droga, pornografia, erotismo, satanismo, cultura della tenebra e della morte, eclissi della ragione, menzogna, persecuzione contro i cristiani, corruzione, violenza, schiavitù del sesso: in televisione, internet, nelle discoteche, sulla stampa..perfino nei cartoni animati.
Tra Cristo e Satana, il pescatore che ha più successo sembra essere colui al quale solo una Donna ha potuto strappare di mano la rete: Maria, costringendolo ad andarsene…“a fare guerra contro il resto della sua discendenza, contro quelli che custodiscono i comandamenti di Dio e sono in possesso della testimonianza di Gesù” (Ap 12,17).
Il motivo per cui gli uomini abboccano a miliardi all’amo del diavolo, lo ha spiegato lucidamente Benedetto XVI nella conversazione con Peter Seewald: “E’ sorta una fame di felicità che non riesce a saziarsi con quello che c’è; e che poi si rifugia, per così dire, nel paradiso del diavolo e distrugge completamente l’uomo. (…) Sono in atto processi di distruzione di enorme portata, generati dalla noia, dalla falsa libertà e dall’eccitazione del mondo occidentale. L’uomo aspira ad una gioia senza fine, vuole godere oltre ogni limite, anela all’infinito. Ma dove Dio non c’è questo non gli è concesso. E così deve essere lui stesso a creare la menzogna, il falso infinito. Questo è uno dei segni dei tempi che deve rappresentare per noi cristiani una sfida urgente. Dobbiamo vivere in modo da mostrare che l’infinito di cui l’uomo ha bisogno può venire soltanto da Dio; che Dio è la nostra prima necessità per poter far fronte alle tribolazioni di questo tempo…e possa così spezzarsi l’ininterrotto circuito del male” (in Luce del mondo, p. 94-95).
In tale circuito diabolico, il nemico dell’umanità, “come leone ruggente va in giro cercando chi divorare” (1 Pt 5,8); noi sappiamo però, che, sebbene esso sembri inesorabilmente dilagare, in realtà è stato già spezzato nell’istante in cui Dio, Amore onnipotente, è entrato nel circuito della nostra storia, si è fatto uno di noi e ha risanato definitivamente la natura umana.
Certo, occorre lo sguardo della fede per esserne certi; poiché solo la fede amplifica la potenza “visiva” della ragione, come fa una lente d’ingrandimento.
Ecco, dunque, quello che la fede mostra a chi guarda l’uomo, sia quello già venuto alla luce, sia l’uomo nascosto nel grembo: “Attraverso la lente della sua Incarnazione, Egli concentra su di noi i raggi della sua verità e del suo amore divino perché noi ne sentiamo l’ardore, e tutta l’esperienza mistica è infusa negli uomini per mezzo di Cristo uomo. Perché in Cristo, Dio si è fatto uomo. In Lui, Dio e l’uomo non sono più separati, estranei l’Uno all’altro, ma sono inseparabilmente uno, non confusi ma indivisibili. Quindi in Cristo tutto ciò che è divino e soprannaturale diventa accessibile, sul piano umano, ad ogni figlio d’Adamo. Dio è dovunque. La sua verità e il suo amore pervadono ogni cosa come la luce e il calore del sole pervadono la nostra atmosfera. Ma come i raggi del sole non appiccano mai il fuoco da soli, così Dio non tocca le nostre anime con il fuoco di una conoscenza e di una esperienza soprannaturali senza Cristo. Ma la lente di questa umanità cerca spiriti che siano ben preparati, essiccati dalla luce e dal calore di Dio, pronti a sprigionare la fiamma di quel piccolo punto di fuoco che è la grazia dello Spirito Santo. (T. Merton, Nuovi semi di contemplazione, p. 119-120).
L’incarnazione di Cristo è il mistero di una lente, una lente il cui diametro è meno del puntino di questa “i”. La verità di ogni essere umano concepito non può essere riconosciuta senza l’aiuto di questa Lente.
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* Padre Angelo del Favero, cardiologo, nel 1978 ha co-fondato uno dei primi Centri di Aiuto alla Vita nei pressi del Duomo di Trento. E’ diventato carmelitano nel 1987. E’ stato ordinato sacerdote nel 1991 ed è stato Consigliere spirituale nel santuario di Tombetta, vicino a Verona. Attualmente si dedica alla spiritualità della vita nel convento Carmelitano di Bolzano, presso la parrocchia Madonna del Carmine.