Il Papa: unità dei cristiani nella fede e nell'impegno sociale

All’Udienza generale del mercoledì parla della Settimana ecumenica

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ROMA, mercoledì, 19 gennaio 2011 (ZENIT.org).- L’unità visibile di tutti i cristiani va realizzata nella fede ma anche nell’impegno sociale. Lo ha affermato questo mercoledì Benedetto XVI durante l’Udienza generale svoltasi nell’Aula Paolo VI. 

Nella catechesi dedicata alla Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani – in corso dal 18 fino al 25 gennaio sul tema “Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli e nell’unione fraterna, nella frazione del pane e nelle preghiere” (Atti degli apostoli, 2, 42) – il Papa ha richiamato i “quattro pilastri” della prima comunità cristiana e del cammino ecumenico: l’insegnamento degli apostoli, il radunarsi in comunione o koinonia, lo spezzare il pane e la preghiera.

“Ancora oggi – ha detto il Santo Padre –, la comunità dei credenti riconosce nel riferimento all’insegnamento degli Apostoli la norma della propria fede: ogni sforzo per la costruzione dell’unità tra tutti i cristiani passa pertanto attraverso l’approfondimento della fedeltà al depositum fidei trasmessoci dagli Apostoli. Fermezza nella fede è il fondamento della nostra comunione, è il fondamento dell’unità cristiana”.

Viene poi, la comunione fraterna. A questo proposito, ha spiegato Benedetto XVI, la condivisione dei beni ha assunto nella storia della Chiesa “modalità sempre nuove di espressione”: “La storia del movimento ecumenico è segnata da difficoltà e incertezze, ma è anche una storia di fraternità, di cooperazione e di condivisione umana e spirituale”.

Tuttavia la condivisione dei beni riveste anche un evidente aspetto di giustizia sociale. Infatti, ha detto il Papa, “nessuno nella comunità cristiana deve avere fame, deve essere povero: questo è un obbligo fondamentale. La comunione con Dio, realizzata come comunione fraterna, si esprime, in concreto, nell’impegno sociale, nella carità cristiana, nella giustizia”.

Quanto alla partecipazione all’unico sacrificio di Cristo, il Pontefice ha espresso “rammarico per l’impossibilità di condividere la stessa mensa eucaristica” con le altre Chiese e confessioni cristiane, invocando “un impegno ancora più generoso da parte di tutti affinché, rimossi gli ostacoli alla piena comunione, giunga quel giorno in cui sarà possibile riunirsi intorno alla mensa del Signore, spezzare insieme il pane eucaristico e bere allo stesso calice”.

Infine, ha evidenziato l’importanza della preghiera: “l’unità – ha ricordato – non può essere semplice prodotto dell’operare umano” ma è “anzitutto un dono di Dio”. Essa “abita nella preghiera, perché fondamentalmente l’unità non la ‘costruiamo’ noi, ma la ‘costruisce’ Dio”.

“Come discepoli – ha evidenziato Benedetto XVI – abbiamo una comune responsabilità verso il mondo, dobbiamo rendere un servizio comune”, “una forte testimonianza, fondata spiritualmente e sostenuta dalla ragione”.

“E’ importante, allora, crescere ogni giorno nell’amore reciproco, impegnandosi a superare quelle barriere che ancora esistono tra i cristiani”, ha concluso infine.

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ZENIT Staff

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