Far incontrare Dio ai gentili

Mons. Lorenzo Leuzzi ripropone la sfida di Paolo in un nuovo areopago

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di Antonio Gaspari

ROMA, martedì, 18 gennaio 2011 (ZENIT.org).- Nel Discorso alla Curia del 21 dicembre del 2009 Benedetto XVI aveva detto: “Io penso che la Chiesa dovrebbe anche oggi aprire una sorta di ‘cortile dei gentili’ dove gli uomini possano in una qualche maniera agganciarsi a Dio, senza conoscerlo e prima che abbiano trovato l’accesso al suo mistero, al cui servizio sta la vita interna della Chiesa”.

Per questo motivo, aveva proposto “al dialogo con le religioni deve oggi aggiungersi soprattutto il dialogo con coloro per i quali la religione è una cosa estranea, ai quali Dio è sconosciuto e che, tuttavia, non vorrebbero rimanere semplicemente senza Dio, ma avvicinarlo almeno come Sconosciuto”.

Ed è da questa indicazione del Pontefice che è nato l’ultimo libro scritto da monsignor Lorenzo Leuzzi, Cappellano di Montecitorio, dal titolo “La questione di Dio oggi. Il nuovo cortile dei gentili” edito dalla Libreria Editrice Vaticana.

Come è noto il Cortile dei Gentili era lo spazio del tempio ove avevano accesso tutti i popoli, e non solo gli Israeliti, per pregare il Dio. A quei tempi i Gentili erano i popoli diversi da Israele, in seguito divennero i popoli che non avevano ancora conosciuto il cristianesimo.

E oggi? Chi sono i gentili e come si fa a farli incontrare con Dio?

Nella presentazione del libro, don Enrico dal Covolo, Rettore della Pontificia Università Lateranense, ha scritto: “C’è una questione più importante della questione di Dio oggi, riguardo al senso della vita?”.

“Tale questione – spiega dal Covolo – viene collocata dall’autore nel nuovo ‘cortile dei gentili’, cioè in un dialogo rinnovato con la cultura contemporanea”. Così, “a duemila anni di distanza, si ripropone la sfida di Paolo, in un nuovo areopago”.

“Il dilemma della presenza di Dio era già presente in quei tempi, e – rileva Dal Covolo – quando Paolo parlò all’Aeropago, l’esito del discorso fu deludente, si parlò di fallimento, gli ateniesi commentarono ironici e scettici ‘ti sentiremo un’altra volta’”.

“Secondo Paolo – ha scritto il Rettore della PUL – concepire il Vangelo come una filosofia significa introdurre il germe della divisione nella comunità perchè il lieto annuncio una volta ridotto a sapienza umana, rimane agganciato alle argomentazioni più o meno controverse dei filosofi e soprattutto il Vangelo non è più l’annuncio della salvezza che viene da Cristo, ma la salvezza che viene dagli uomini”.

Così la Croce viene svuotata, dice San Paolo, “mentre i Greci cercano la sapienza, noi predichiamo Cristo crocifisso, stoltezza per i pagani, potenza di Dio e sapienza di Dio” (lettera ai Corinzi).

“Nessuno – scrive Agostino – può attraversare il mare di questo secolo, se non è portato dalla croce di Cristo” (commento al Vangelo di Giovanni 2,2).

“Occorre fidarsi del legno della Croce – conclude dal Covolo –, ed è precisamente questo l’approccio alla questione di Dio che monsignor Leuzzi illustra nel cortile dei gentili e nel libro in questione”.

Nel corso della presentazione del volume avvenuta a Roma lunedì 6 dicembre presso la Pontificia Università Lateranense, il Cardinale Camillo Ruini, Presidente del Comitato per il progetto culturale della Conferenza episcopale italiana, ha spiegato: “Questo libro va al cuore del pensiero di Benedetto XVI. Il confronto tra razionalità e fede, alla luce della novità del battesimo, ne fanno davvero un messaggio prezioso non solo per i credenti”.

“Nel testo – ha evidenziato il porporato – viene spiegato il rapporto che ogni credente deve avere con Dio, come fondamento di quella realtà storica che ognuno di noi è chiamato a costruire, ricordando sempre che il progetto che Egli ha per noi si può conoscere solo alla luce della rivelazione che ci ha fatto tramite il suo unico figlio Gesù Cristo”.

Sebastiano Maffettone, preside della Facoltà di Scienze politiche presso l’Università Luiss Guido Carli, ha sostenuto che il libro di monsignor Leuzzi è “profondo e coraggioso” perchè documenta “il fallimento epocale del tentativo illuminista di ridurre la teologia a filosofia religiosa” e “contro lo scetticismo che è penetrato dappertutto”.

Maffettone ha aggiunto “il cortile dei gentili è la questione del mondo di oggi. La ricerca della verità, come si affrontano i problemi attuali, trovare un punto di riconciliazione e di incontro tra fede e ragione”.

Nel libro mons. Leuzzi parla della “rivoluzione di Dio”, annunciata da Benedetto XVI durante la Giornata mondiale della gioventù di Colonia, come di una “nuova profezia”.

“Certamente – scrive l’autore – è in atto la rivoluzione di Dio (…) E’ la vittoria dell’Amore, che ama senza distruggere, che attende perchè desidera promuovere, che riscalda e illumina dal di dentro e non dall’esterno”.

“Il cortile dei gentili è davvero nuovo – aggiunge Leuzzi – perchè è finito il tempo della lottizzazione religiosa ed è iniziata la stagione del Dio vivo e vero”.

E ancora: “non c’è spazio per ricerche intellettuali o mistico contemplative perchè il Dio vivo e vero può essere incontrato nella storia”, nella forma di “Amore-Logos”.

Per questi motivi, ha concluso monsignor Leuzzi, “tutti gli uomini, di ogni cultura, di ogni nazione, sono chiamati a partecipare alla vita del nuovo cortile dei gentili, respirando l’aria dell’Amore e disponendosi ad accogliere con gioia in quel formidabile incontro storico e reale che è il Battesimo, vera porta della vita che non avrà mai fine”.

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ZENIT Staff

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